Calcio
Deferimento, parla il legale del Barletta Calcio, l'avvocato Chiacchio
"Il rischio non è la retrocessione, siamo attrezzati per affrontare mari in tempesta"
Barletta - lunedì 27 febbraio 2012
17.14
A tenere in apprensione il tifoso biancorosso non ci sono solo le questioni strettamente legate al rettangolo di gioco, ma anche il recente terremoto che ha scosso l'ambiente calcistico barlettano relativamente al deferimento comminato dalla FIGC ai vertici societari (nelle persone di Tatò sr e jr) e alla stessa SS Barletta Calcio. Oggetto dello stesso deferimento la posizione di incompatibilità di Walter Tatò tra la sua carica di vicepresidente e quella di socio della Gambling Partners, società proprietaria del sito di scommesse www.bettiamo.com. Ne abbiamo parlato ampiamente anche su queste stesse pagine virtuali ma nel frattempo previsioni nefaste e spesso immotivate tensioni si sono fatte prepotentemente largo tra la tifoseria barlettana, in un susseguirsi di processi sentenze immaginarie già scritte.
Per far ulteriore chiarezza sulla questione e per sapere come il Barletta avrà intenzione di difendersi dalle accuse del procuratore federale, la redazione di Barlettalife ha contattato Eduardo Chiacchio, il legale che tutelerà nelle aule della giustizia sportiva gli interessi del Barletta e dei Tatò. "Al momento l'atto di riferimento è il rinvio a giudizio – esordisce Chiacchio – il solo e unico atto della procura federale per render noto quali sono le accuse che ci vengono mosse contro, sappiamo benissimo da cosa difenderci." E infatti è lo stesso avvocato a confermarci che "la violazione in oggetto confermo che è quella dell'articolo 6 del codice di giustizia sportiva". I dubbi vengono anche fugati (se così si può dire) in merito alla fonte: "La denuncia alla base dell'indagine ha una fonte anonima - prosegue poi - a grandi linee posso solo dire che la strategia difensiva cercherà di dimostrare che il fatto contestato non consiste in realtà in una violazione normativa. In giustizia sportiva la leggerezza, o la svista che dir si voglia, non rappresenta un'esimente. Non ho dubbi inoltre che la fattispecie in oggetto integri la colpa e non il dolo per Tatò, altrimenti parleremmo di tutt'altre sanzioni comminabili."
Le dichiarazioni di Chiacchio fanno anche chiarezza sui rischi che la società di Via Veneto realisticamente corre. "Il Barletta Calcio rischia la sanzione che chiederà la procura federale che ancora non ci è nota. Il processo sportivo è infatti come quello penale e quindi in udienza, quando interverrà la procura, verranno formalizzate le richieste di condanna. Posso comunque essere abbastanza sicuro che le possibilità di retrocessione (sanzione massima, insieme all'esclusione, per la violazione in oggetto ndr) siano molto remote." Sulla tempistica del processo aggiunge: "Al momento non ci sono ancora noti i tempi del processo ma la causa in oggetto verrà certamente istruita in tempi relativamente brevi e l'eventuale sanzione sarà scontata in questa stagione, laddove ovviamente dovesse esserci."
In merito alle recenti inchieste relative al calcio scommesse e sulle relative "contaminazioni" esterne Chiacchio ha le idee abbastanza chiare. "Certamente questo clima di giustizialismo che si è recentemente creato attorno al pianeta calcio non rema a nostro favore, sarebbe da inetti non considerarlo come un fattore potenzialmente nocivo per una fattispecie, come quella in oggetto, che non ha precedenti giurisprudenziali. Ad ogni modo noi siamo più che allenati per affrontare mari in tempesta e questa ulteriore turbolenza non ci spaventa." E sul contatto con il presidente dice: "Ho avuto modo di conoscere il presidente Tatò in questi giorni mi è apparso preoccupato anche per il danno di immagine che lui, il figlio e la società hanno inevitabilmente subito. So infatti che il presidente è una persona integerrima e immagino quanto possa turbarlo una situazione del genere. Dal canto nostro noi possiamo garantire che faremo del nostro meglio per far si che la cosa si risolva nel migliore dei modi per il Barletta Calcio, i suoi dirigenti e i suoi tifosi."
Marco Bruno
Per far ulteriore chiarezza sulla questione e per sapere come il Barletta avrà intenzione di difendersi dalle accuse del procuratore federale, la redazione di Barlettalife ha contattato Eduardo Chiacchio, il legale che tutelerà nelle aule della giustizia sportiva gli interessi del Barletta e dei Tatò. "Al momento l'atto di riferimento è il rinvio a giudizio – esordisce Chiacchio – il solo e unico atto della procura federale per render noto quali sono le accuse che ci vengono mosse contro, sappiamo benissimo da cosa difenderci." E infatti è lo stesso avvocato a confermarci che "la violazione in oggetto confermo che è quella dell'articolo 6 del codice di giustizia sportiva". I dubbi vengono anche fugati (se così si può dire) in merito alla fonte: "La denuncia alla base dell'indagine ha una fonte anonima - prosegue poi - a grandi linee posso solo dire che la strategia difensiva cercherà di dimostrare che il fatto contestato non consiste in realtà in una violazione normativa. In giustizia sportiva la leggerezza, o la svista che dir si voglia, non rappresenta un'esimente. Non ho dubbi inoltre che la fattispecie in oggetto integri la colpa e non il dolo per Tatò, altrimenti parleremmo di tutt'altre sanzioni comminabili."
Le dichiarazioni di Chiacchio fanno anche chiarezza sui rischi che la società di Via Veneto realisticamente corre. "Il Barletta Calcio rischia la sanzione che chiederà la procura federale che ancora non ci è nota. Il processo sportivo è infatti come quello penale e quindi in udienza, quando interverrà la procura, verranno formalizzate le richieste di condanna. Posso comunque essere abbastanza sicuro che le possibilità di retrocessione (sanzione massima, insieme all'esclusione, per la violazione in oggetto ndr) siano molto remote." Sulla tempistica del processo aggiunge: "Al momento non ci sono ancora noti i tempi del processo ma la causa in oggetto verrà certamente istruita in tempi relativamente brevi e l'eventuale sanzione sarà scontata in questa stagione, laddove ovviamente dovesse esserci."
In merito alle recenti inchieste relative al calcio scommesse e sulle relative "contaminazioni" esterne Chiacchio ha le idee abbastanza chiare. "Certamente questo clima di giustizialismo che si è recentemente creato attorno al pianeta calcio non rema a nostro favore, sarebbe da inetti non considerarlo come un fattore potenzialmente nocivo per una fattispecie, come quella in oggetto, che non ha precedenti giurisprudenziali. Ad ogni modo noi siamo più che allenati per affrontare mari in tempesta e questa ulteriore turbolenza non ci spaventa." E sul contatto con il presidente dice: "Ho avuto modo di conoscere il presidente Tatò in questi giorni mi è apparso preoccupato anche per il danno di immagine che lui, il figlio e la società hanno inevitabilmente subito. So infatti che il presidente è una persona integerrima e immagino quanto possa turbarlo una situazione del genere. Dal canto nostro noi possiamo garantire che faremo del nostro meglio per far si che la cosa si risolva nel migliore dei modi per il Barletta Calcio, i suoi dirigenti e i suoi tifosi."
Marco Bruno