Calcio
Barletta, il punto dopo la delusione di Piacenza
Scorrono brevi titoli di coda
Barletta - martedì 8 maggio 2012
07.00
Non poteva che finire in questo modo una stagione così travagliata e così dannatamente avversa alle ambizioni di playoff. Il Barletta si congeda dal campionato di Prima Divisione 2011-12 nella maniera più beffarda possibile. La parabola maligna disegnata da Giovio in pieno recupero altri non è che la ciliegina su di una torta amarissima, che i tifosi biancorossi devono forzatamente mandar giù e che digeriranno molto ma molto lentamente.
A dire il vero non ci sarebbe moltissimo da scrivere, dopo una stagione passata a sviscerare passo dopo passo i mali atavici di una squadra che sin dall'inizio non ha lanciato segnali incoraggianti. Una squadra che fino alla fine ha dovuto dannatamente fare i conti con i propri limiti, frutto di tutti gli errori e gli orrori commessi da Giugno 2011 ad oggi e pian piano accumulatisi per poi giungere al traguardo senza neanche la soddisfazione di aver ottenuto il minimo obiettivo stagionale dei playoff.
Non sarà sicuramente contento il presidente Tatò. Aveva parlato di "progetto biennale" ma in cuor suo sperava che questa squadra potesse attingere a piene mani dall'entusiasmo sprigionato dalla magica serata della rimonta sul Siracusa, per poter trovare lo slancio giusto verso la volata finale.Quello rimarrà sicuramente il più bel ricordo di un'intera annata di cui si fa fatica a trovare un capo e una coda. Ma forse è giusto farsene una ragione, più che aspettare il deferimento della Cremonese, cui potrebbe seguire una penalizzazione troppo tardiva per poter tingere di biancorosso l'ultimo vagone del treno play-off.
Nessuno nasce "imparato" , a maggior ragione in un contesto come quello calcistico. Che la stagione appena conclusa possa quindi essere presa come paradigma per evitare sistematicamente i tanti passi falsi commessi a monte, senza i quali staremmo probabilmente a parlare di una cavalcata trionfale verso la B o , chissà, di una mesta retrocessione in Seconda Divisione.
Ci sarà tempo e spazio per poter dedicare queste colonne virtuali a cosa farà o a cosa dovrà fare il Barletta per ritrovare la retta in vista della prossima stagione. Nel frattempo scorrono brevi titoli di coda sullo schermo, nella speranza di poter assistere quanto prima ad un altro e più avvincente spettacolo.
Marco Bruno
(Twitter:@ilmerk)
A dire il vero non ci sarebbe moltissimo da scrivere, dopo una stagione passata a sviscerare passo dopo passo i mali atavici di una squadra che sin dall'inizio non ha lanciato segnali incoraggianti. Una squadra che fino alla fine ha dovuto dannatamente fare i conti con i propri limiti, frutto di tutti gli errori e gli orrori commessi da Giugno 2011 ad oggi e pian piano accumulatisi per poi giungere al traguardo senza neanche la soddisfazione di aver ottenuto il minimo obiettivo stagionale dei playoff.
Non sarà sicuramente contento il presidente Tatò. Aveva parlato di "progetto biennale" ma in cuor suo sperava che questa squadra potesse attingere a piene mani dall'entusiasmo sprigionato dalla magica serata della rimonta sul Siracusa, per poter trovare lo slancio giusto verso la volata finale.Quello rimarrà sicuramente il più bel ricordo di un'intera annata di cui si fa fatica a trovare un capo e una coda. Ma forse è giusto farsene una ragione, più che aspettare il deferimento della Cremonese, cui potrebbe seguire una penalizzazione troppo tardiva per poter tingere di biancorosso l'ultimo vagone del treno play-off.
Nessuno nasce "imparato" , a maggior ragione in un contesto come quello calcistico. Che la stagione appena conclusa possa quindi essere presa come paradigma per evitare sistematicamente i tanti passi falsi commessi a monte, senza i quali staremmo probabilmente a parlare di una cavalcata trionfale verso la B o , chissà, di una mesta retrocessione in Seconda Divisione.
Ci sarà tempo e spazio per poter dedicare queste colonne virtuali a cosa farà o a cosa dovrà fare il Barletta per ritrovare la retta in vista della prossima stagione. Nel frattempo scorrono brevi titoli di coda sullo schermo, nella speranza di poter assistere quanto prima ad un altro e più avvincente spettacolo.
Marco Bruno
(Twitter:@ilmerk)