Calcio
Barletta Calcio, UCI e Italia Sport Onlus: il calcio dei veri valori
Fabrizio Romondini e la dirigenza biancorossa consegnano 1000 euro
Barletta - venerdì 4 maggio 2012
12.09
Non è un periodo particolarmente positivo per il mondo del calcio tra calcioscommesse, tragici decessi sui campi da gioco e tanti (forse troppi) atti di violenza. Tanti sono i fattori negativi che stanno contribuendo a far sbiadire le emozioni del calcio, emozioni vere, quelle che nascono dagli ideali. Non è affatto vero che il mondo del calcio è tutto sporco, corrotto: esiste una parte buona, quella che fa esultare le tifoserie, quella che è sempre vicino a chi ne ha più bisogno. Spesso e volentieri in passato il Barletta Calcio è stato protagonista di iniziativa a scopo benefico; ma è durante questa stagione che il bianco e il rosso del sodalizio di via Vittorio Veneto si sono avvicinati ulteriormente ad iniziative di solidarietà nei confronti di persone più sfortunate. L'ultima lodevole iniziativa nasce dalla volontà di Fabrizio Romondini, mediano biancorosso che da circa un anno ha fondato l'Italia Sport Onlus, associazione che si occupa di dare conforto ai più bisognosi. Occasione propizia è stato l'incontro con l'Uci di Barletta, che si occupa da vicino di soggetti non vedenti. Dopo una serie di aste benefiche che hanno coinvolto i giocatori del Barletta Calcio e le magliette ufficiali della Società, l'Italia Sport Onlus e la stessa dirigenza biancorossa hanno consegnato nel pomeriggio di ieri un assegno di 1000 euro da destinare all'Uci. Sono intervenuti per l'occasione il presidente dell'Univoc di Barletta Giuseppe Ricatti e Franco Giangualano, presidente dell'Uci per la sesta provincia pugliese, mentre a rappresentare più che degnamente il Barletta Calcio c'erano il direttore generale Giuseppe Falcone, il direttore dell'area tecnica Mimmo Pistillo, il mister Nello Di Costanzo e il centrocampista Fabrizio Romondini.
Toccante è il primo intervento del dott. Giangualano: «La situazione generale dell'economia è grave. Le prime ripercussioni ricadono sui soggetti più deboli, e la disabilità è la prima ad essere colpita. Chi promuove azioni del genere ha grande sensibilità. Vi faccio riflettere sulla fortuna che voi alciatori avete di fare queste cose e che altri ragazzi non possono fare. Leggendo le parole di Laudati, si parlava di grandi scandali nel calcioscommesse. Questo è il male del calcio, ma c'è anche un calcio pieno di valori, di valori veri. Nel calcio c'è anche una parte sana, una parte umile. Ci sono tanti giocatori come Romondini che vanno oltre queste cose negative. Vi faccio notare i sacrifici che tutti attorno a voi fanno. Vi dovete ritenere fortunati. Fare un gioco come professione vi rende fortunati. Ricordatevi che nel mondo c'è anche gente che tali fortune non le ha mai avute. Riuscire ad incontrare ragazzi che hanno tutto e possono raggiungere tutto è davvero bello. Diciamo grazie a tutta l'organizzazione del Barletta Calcio che, grazie a Fabrizio, ci ha dato questa possibilità. Grazie a tutti per questo che ha fatto per noi. Il Padre Eterno vi sarà riconoscente per tutto il bene che avete fatto».
Anche mister Di Costanzo, nonostante sia ormai alle porte l'ultimo impegno stagionale contro il Piacenza, ha preferito non glissare. Il tecnico aversano in passato ha già avuto contatti con l'Univoc e con l'Uci, e questa nuova esperienza è un ulteriore motivo di confronto con questa realtà. L'occasione è propizia per restare vicini a coloro che ne hanno bisogno: «L'anno scorso ho partecipato ad un'iniziativa dell'associazione, e mi sono accorto di quante risorse possono avere questi ragazzi che riescono a calciare un pallone solo grazie ai suoni. Mi sono divertito molto e per un giorno ho avuto la possibilità di giocare con loro. Ero già molto sensibile, e per questo sono contento di essere qui tra voi. Per questo voglio ringraziare Fabrizio e MImmo perché si prodigano ad aiutare con un piccolo aiuto chi ha bisogno. Però oltre alla volontà di questi straordinari eroi, c'è bisogno che le istituzioni facciano molto di più. Sono convinto che una società civile e moderna debba necessariamente stare dalla parte di chi ha un po' più bisogno».
Altrettanto importanti sono le dichiarazioni di Fabrizio Romondini, rilasciate in esclusiva ai microfoni di Barlettalife: «Questa è una cosa che ho sempre fatto. Prima ero legato ad altre associazioni, poi da circa un anno ho deciso di fondarne una perché è una cosa che mi piace, che mi arricchisce dentro. Cerco di farlo sempre dove gioco, perché così posso seguirlo di persona. Fortunatamente quest'anno ho trovato quest'associazione di non vedenti qui a Barletta e sono contento di consegnare questi soldi. Ho fondato questa associazione con un compagno di squadra che conosco da tanto tempo, con cui ho giocato anche a Crema, Emanuele Concetti; poi mi ha aiutato Onorati, preparatore dei portieri, e ho scelto come presidente una persona di fiducia che lavora a Roma, Carlo De Luca. C'è tutta gente di Roma, è difficile includere giocatori e amici che non sono di Roma, perché facciamo tutto lì. Sicuramente, i miei compagni di Barletta sono rimasti davvero contenti e hanno accolto bene questa iniziativa, dandoci alcuni 5x1000 – tasse a cui rinuncia lo stato per associazioni Onlus. Per il momento ci stiamo ingrandendo gradualmente, però stiamo cercando di aiutare un'associazione di Crotone, poi un'altra di Roma. Poi vediamo l'anno prossimo dove sarò a giocare e speriamo di aiutare qualcuno anche lì».
L'ultimo, importante gesto è il dono della maglia numero 13, autografata da Romondini, a Francesco, un giovane ragazzo dell'associazione che è già riconosciuto in tutta Italia come un piccolo genio. "Francesco, ne siamo certi, segnerà tanti gol nella sua vita": questa è la chiosa del direttore Pistillo, da sempre vicino alle realtà più disagiate.
Un piccolo gesto, un barlume di speranza per chi ne ha bisogno, ma anche per dimostrare che il calcio vero, che il calcio dei valori, esiste ancora, non è una chimera. Perchè il calcio, spesso e volentieri, forgia grandi uomini sul rettangolo di gioco, che si rivelano tali anche fuori...
Toccante è il primo intervento del dott. Giangualano: «La situazione generale dell'economia è grave. Le prime ripercussioni ricadono sui soggetti più deboli, e la disabilità è la prima ad essere colpita. Chi promuove azioni del genere ha grande sensibilità. Vi faccio riflettere sulla fortuna che voi alciatori avete di fare queste cose e che altri ragazzi non possono fare. Leggendo le parole di Laudati, si parlava di grandi scandali nel calcioscommesse. Questo è il male del calcio, ma c'è anche un calcio pieno di valori, di valori veri. Nel calcio c'è anche una parte sana, una parte umile. Ci sono tanti giocatori come Romondini che vanno oltre queste cose negative. Vi faccio notare i sacrifici che tutti attorno a voi fanno. Vi dovete ritenere fortunati. Fare un gioco come professione vi rende fortunati. Ricordatevi che nel mondo c'è anche gente che tali fortune non le ha mai avute. Riuscire ad incontrare ragazzi che hanno tutto e possono raggiungere tutto è davvero bello. Diciamo grazie a tutta l'organizzazione del Barletta Calcio che, grazie a Fabrizio, ci ha dato questa possibilità. Grazie a tutti per questo che ha fatto per noi. Il Padre Eterno vi sarà riconoscente per tutto il bene che avete fatto».
Anche mister Di Costanzo, nonostante sia ormai alle porte l'ultimo impegno stagionale contro il Piacenza, ha preferito non glissare. Il tecnico aversano in passato ha già avuto contatti con l'Univoc e con l'Uci, e questa nuova esperienza è un ulteriore motivo di confronto con questa realtà. L'occasione è propizia per restare vicini a coloro che ne hanno bisogno: «L'anno scorso ho partecipato ad un'iniziativa dell'associazione, e mi sono accorto di quante risorse possono avere questi ragazzi che riescono a calciare un pallone solo grazie ai suoni. Mi sono divertito molto e per un giorno ho avuto la possibilità di giocare con loro. Ero già molto sensibile, e per questo sono contento di essere qui tra voi. Per questo voglio ringraziare Fabrizio e MImmo perché si prodigano ad aiutare con un piccolo aiuto chi ha bisogno. Però oltre alla volontà di questi straordinari eroi, c'è bisogno che le istituzioni facciano molto di più. Sono convinto che una società civile e moderna debba necessariamente stare dalla parte di chi ha un po' più bisogno».
Altrettanto importanti sono le dichiarazioni di Fabrizio Romondini, rilasciate in esclusiva ai microfoni di Barlettalife: «Questa è una cosa che ho sempre fatto. Prima ero legato ad altre associazioni, poi da circa un anno ho deciso di fondarne una perché è una cosa che mi piace, che mi arricchisce dentro. Cerco di farlo sempre dove gioco, perché così posso seguirlo di persona. Fortunatamente quest'anno ho trovato quest'associazione di non vedenti qui a Barletta e sono contento di consegnare questi soldi. Ho fondato questa associazione con un compagno di squadra che conosco da tanto tempo, con cui ho giocato anche a Crema, Emanuele Concetti; poi mi ha aiutato Onorati, preparatore dei portieri, e ho scelto come presidente una persona di fiducia che lavora a Roma, Carlo De Luca. C'è tutta gente di Roma, è difficile includere giocatori e amici che non sono di Roma, perché facciamo tutto lì. Sicuramente, i miei compagni di Barletta sono rimasti davvero contenti e hanno accolto bene questa iniziativa, dandoci alcuni 5x1000 – tasse a cui rinuncia lo stato per associazioni Onlus. Per il momento ci stiamo ingrandendo gradualmente, però stiamo cercando di aiutare un'associazione di Crotone, poi un'altra di Roma. Poi vediamo l'anno prossimo dove sarò a giocare e speriamo di aiutare qualcuno anche lì».
L'ultimo, importante gesto è il dono della maglia numero 13, autografata da Romondini, a Francesco, un giovane ragazzo dell'associazione che è già riconosciuto in tutta Italia come un piccolo genio. "Francesco, ne siamo certi, segnerà tanti gol nella sua vita": questa è la chiosa del direttore Pistillo, da sempre vicino alle realtà più disagiate.
Un piccolo gesto, un barlume di speranza per chi ne ha bisogno, ma anche per dimostrare che il calcio vero, che il calcio dei valori, esiste ancora, non è una chimera. Perchè il calcio, spesso e volentieri, forgia grandi uomini sul rettangolo di gioco, che si rivelano tali anche fuori...