Calcio a 5
Barletta Beach Soccer, la parola a mister Dibenedetto
Analisi a “bocce ferme” del cammino dei biancorossi in campionato
Barletta - mercoledì 31 luglio 2013
Si è concluso domenica il cammino dell'ASD Barletta Beach Soccer nel campionato nazionale. La formazione barlettana del presidente Dazzaro non è riuscita a qualificarsi per le fasi finali, ma il bilancio da "matricola" del campionato non può ritenersi insufficiente. Nonostante la condizione fisica e il caldo abbiano pesantemente condizionato le partite dei biancorossi, De Lorenzo e compagni hanno tenuto testa a tutte le formazioni presenti nel girone, testimoniando "sul campo" di non meritare il titolo di "cenerentola" del girone. A fare un bilancio dell'esperienza maturata in questa stagione dall'ASD Barletta Beach Soccer è mister Dibenedetto, che ai microfoni di Barlettalife esprime soddisfazione per quanto mostrato in campo dai "suoi" ragazzi.
Mister Dibenedetto, si può tracciare un bilancio positivo da questa esperienza dell'Asd Barletta Beach Soccer nel campionato italiano? Le vittorie non sono arrivate, ma sono arrivati comunque tanti segnali positivi.
«Assolutamente si. Con le nostre prestazioni, sicuramente si. Anche se abbiamo vinto una sola partita su 7, alla fine dei conti ce la siamo giocata alla pari con tutte le squadre. A parte nelle ultime partite dove abbiamo mollato, abbiamo sempre espresso un buon livello di gioco. Per praticare questo sport ci vuole un'ottima tenuta fisica e allenamenti pesanti. Nell'ultima parte siamo calati, non eravamo preparati al meglio per questo campionato».
Quanto ha inciso il caldo sulle vostre prestazioni?
«Tantissimo. Avevamo un tipo di preparazione diversa da quella che facevano gli altri. Confrontandoci con i nostri avversari, abbiamo capito quali sono le tipologie di allenamento. Abbiamo capito i nostri ieri. In campo poi ieri la situazione era insostenibile. Abbiamo giocato alle 15.45 con più di 30 gradi. I piedi scottavano, non si riusciva nemmeno a correre».
Dal punto di vista pratico, la squadra ha saputo reagire alle difficoltà? Avete notato dei miglioramenti dal punto di vista del gioco?
«All'inizio non sapevamo bene movimenti e regole, ma con il passare del tempo, siamo migliorati anche sotto questo aspetto. Ma nelle ultime partite abbiamo giocato male perché abbiamo sentito la mancanza della nostra "punta di diamante". Il nostro gioco si basava molto sulla presenza in attacco di Ruggiero De Lorenzo che faceva da pivot, ma essendo stato squalificato per due giornate, siamo andati in difficoltà. Ci è mancato tantissimo un uomo di peso lì davanti».
Quando vi ha inorgoglito il fatto che lo stesso De Lorenzo ha stupito gli addetti ai lavori risultando tra i più positivi della manifestazione?
«Per noi Ruggiero non è stato una sorpresa, perché sapevamo che tipo di giocatore portavamo con noi. È un ragazzo alla prima esperienza nel beach soccer. Non conosceva nemmeno determinati movimenti, poi pian piano si è fatto valere».
Secondo la sua opinione, qual è stato il punto di maggior differenza tra il Barletta e gli altri team con cui vi siete confrontati?
«La differenza tra noi e le altre squadre continuava ad essere l'allenamento e la tenuta fisica. Ci sono squadre che sono arrivate alla competizione dopo essersi preparate per 3-4 mesi, squadre che si sono allenate tutti i giorni. Noi purtroppo per problematiche di lavoro, non riuscivamo a tenere il passo. Per noi il beach soccer è una passione, per altre squadre è quasi un lavoro. Ecco la differenza tra noi e le altre squadre».
Ormai l'esperienza del Barletta Beach Soccer nel campionato italiano si può ritenere conclusa, visto che il team da lei guidato non si è qualificato alle fasi finali. Secondo lei, questo progetto legato al calcio sulla sabbia può durare ancora? Rivedremo ancora l'esperimento Barletta Beach Soccer?
«Sicuramente. Il nostro presidente ci ha detto che l'anno prossimo ripeteremo questa esperienza che ci ha dato tanto. Al primo anno, da matricola della competizione, siamo arrivati penultimi dietro il Lamezia Terme che abbiamo battuto a Terracina. Abbiamo visto quali sono le problematiche e sappiamo da dove ripartire in vista della prossima stagione. Cercheremo già a partire dalla prossima stagione di qualificarci alle fasi finali. Statistiche alla mano, già in questa stagione abbiamo lottato alla pari con tutte le altre squadre. In un paio di occasioni ci è successo che, ad un tempo dalla fine della partita, conducevamo con un buon margine, poi siamo calati dal punto di vista fisico. Ci sono state delle imperfezioni che non ci hanno permesso di raggiungere le finali. Diversi allenatori e molti addetti ai lavori ci hanno fatto i complimenti: la squadra c'è e ora può solo crescere».
Mister Dibenedetto, si può tracciare un bilancio positivo da questa esperienza dell'Asd Barletta Beach Soccer nel campionato italiano? Le vittorie non sono arrivate, ma sono arrivati comunque tanti segnali positivi.
«Assolutamente si. Con le nostre prestazioni, sicuramente si. Anche se abbiamo vinto una sola partita su 7, alla fine dei conti ce la siamo giocata alla pari con tutte le squadre. A parte nelle ultime partite dove abbiamo mollato, abbiamo sempre espresso un buon livello di gioco. Per praticare questo sport ci vuole un'ottima tenuta fisica e allenamenti pesanti. Nell'ultima parte siamo calati, non eravamo preparati al meglio per questo campionato».
Quanto ha inciso il caldo sulle vostre prestazioni?
«Tantissimo. Avevamo un tipo di preparazione diversa da quella che facevano gli altri. Confrontandoci con i nostri avversari, abbiamo capito quali sono le tipologie di allenamento. Abbiamo capito i nostri ieri. In campo poi ieri la situazione era insostenibile. Abbiamo giocato alle 15.45 con più di 30 gradi. I piedi scottavano, non si riusciva nemmeno a correre».
Dal punto di vista pratico, la squadra ha saputo reagire alle difficoltà? Avete notato dei miglioramenti dal punto di vista del gioco?
«All'inizio non sapevamo bene movimenti e regole, ma con il passare del tempo, siamo migliorati anche sotto questo aspetto. Ma nelle ultime partite abbiamo giocato male perché abbiamo sentito la mancanza della nostra "punta di diamante". Il nostro gioco si basava molto sulla presenza in attacco di Ruggiero De Lorenzo che faceva da pivot, ma essendo stato squalificato per due giornate, siamo andati in difficoltà. Ci è mancato tantissimo un uomo di peso lì davanti».
Quando vi ha inorgoglito il fatto che lo stesso De Lorenzo ha stupito gli addetti ai lavori risultando tra i più positivi della manifestazione?
«Per noi Ruggiero non è stato una sorpresa, perché sapevamo che tipo di giocatore portavamo con noi. È un ragazzo alla prima esperienza nel beach soccer. Non conosceva nemmeno determinati movimenti, poi pian piano si è fatto valere».
Secondo la sua opinione, qual è stato il punto di maggior differenza tra il Barletta e gli altri team con cui vi siete confrontati?
«La differenza tra noi e le altre squadre continuava ad essere l'allenamento e la tenuta fisica. Ci sono squadre che sono arrivate alla competizione dopo essersi preparate per 3-4 mesi, squadre che si sono allenate tutti i giorni. Noi purtroppo per problematiche di lavoro, non riuscivamo a tenere il passo. Per noi il beach soccer è una passione, per altre squadre è quasi un lavoro. Ecco la differenza tra noi e le altre squadre».
Ormai l'esperienza del Barletta Beach Soccer nel campionato italiano si può ritenere conclusa, visto che il team da lei guidato non si è qualificato alle fasi finali. Secondo lei, questo progetto legato al calcio sulla sabbia può durare ancora? Rivedremo ancora l'esperimento Barletta Beach Soccer?
«Sicuramente. Il nostro presidente ci ha detto che l'anno prossimo ripeteremo questa esperienza che ci ha dato tanto. Al primo anno, da matricola della competizione, siamo arrivati penultimi dietro il Lamezia Terme che abbiamo battuto a Terracina. Abbiamo visto quali sono le problematiche e sappiamo da dove ripartire in vista della prossima stagione. Cercheremo già a partire dalla prossima stagione di qualificarci alle fasi finali. Statistiche alla mano, già in questa stagione abbiamo lottato alla pari con tutte le altre squadre. In un paio di occasioni ci è successo che, ad un tempo dalla fine della partita, conducevamo con un buon margine, poi siamo calati dal punto di vista fisico. Ci sono state delle imperfezioni che non ci hanno permesso di raggiungere le finali. Diversi allenatori e molti addetti ai lavori ci hanno fatto i complimenti: la squadra c'è e ora può solo crescere».