Calcio
Amarcord: Barletta-L'Aquila, il ritorno di Infantino e quel gol al Siracusa...
18 mesi fa l'attaccante lucano firmò una storica rimonta
Barletta - martedì 15 ottobre 2013
16.12
Domenica prossima sarà Barletta-l'Aquila, turno numero 8 del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B: nel marasma di avvenimenti in casa biancorossa, tra l'attesa per cercare di infrangere i tabù della prima vittoria e del primo gol e le discrasie tra piazza, stampa e dirigenza fuori dal campo, c'è un altro leit-motiv della gara a fare da collante nella settimana del pre-partita. Parliamo di Saveriano Infantino, attaccante oggi nelle fila degli abruzzesi e andato via da Barletta a fine giugno 2012 dopo tre stagioni (66 presenze e 18 reti) per approdare a L'Aquila, in Seconda Divisione, dove nella scorsa annata ha guidato con 10 reti in 28 partite gli abruzzesi alla promozione attraverso la coda dei playoff. Su forum e rete è già partito il codazzo dei ricordi del centravanti di Tolve, amato in biancorosso per generosità e dedizione al sacrificio: a noi piace viaggiare con la mente e ricordare il racconto del penultimo centro con la maglia del Barletta, nel 3-2 al Siracusa del 4 aprile 2012, così come lo raccontammo sulle colonne di Barlettalife.it nell'articolo "Tatò, Infantino e il "discorso del re": una piccola svolta nella partita" successivo a quella gloriosa rimonta. Buona lettura:
"Da protagonista di una stagione anonima a eroe della patria. Da riserva scomoda a trascinatore di una rimonta da raccontare a figli e nipoti. I quattro minuti che hanno cambiato la stagione sportiva di Saveriano Infantino sono quelli compresi tra il 17' e il 21' del secondo tempo di Barletta-Siracusa 3-2, disputata ieri sera al "Cosimo Puttilli" per il trentesimo turno del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B: entrato nell'intervallo in luogo di uno spento Cerone, il bomber di Tolve prima ha procurato il penalty del provvisorio 1-2, fiondandosi con una rapidità da faina su un assist senza pretese di Tony Schetter e subendo il fallo del portiere aretuseo Paolo Baiocco, poi ha pensato bene di far tutto da sè, inventandosi un missile terra-aria con un destro di controbalzo, che ha bucato le mani dell'estremo ospite e regalato il decisivo pari, poi tramutato da Schetter in vittoria, a metà della ripresa. Un centro che ha destato l'esplosione di gioia del "Puttilli" e del centravanti lucano.
Ci sono tanti aneddoti dietro questa rivincita: la voglia di dimostrare a mister Di Costanzo e alla critica di poter essere titolare in questo Barletta, la ricerca di un gol che arriva con il contagocce (erano 2 su 13 partite in stagione prima di ieri), la rabbia di chi non era riuscito sin qui a essere decisivo, la determinazione di confermarsi "bello di sera" (in rete già a ottobre contro il Sud Tirol). Ma il vero segreto arriva dalla Tribuna Vip dello stadio barlettano, e da un posto in particolare, quello occupato dal presidente Roberto Tatò: nell'intervallo il patron biancorosso, scurissimo in volto per il duplice passivo dei suoi, e magari già pentito per una serie di onerosi investimenti effettuati sulla squadra che la classifica nefasta stava cancellando di colpo, si alza dalla sua sedia, e attraverso un suo collaboratore fa chiamare a sè, vicino alla porta di accesso che porta dalla tribuna al terreno di gioco, un renitente Infantino. Lo prende per le spalle, lo scuote come un re fa con i suoi fidi guerrieri e gli fa un breve discorso, colorito ma efficace, il cui sunto suona come "devi fare gol, devi solo fare gol!". Poche parole, le più semplici del mondo da dire a un attaccante, pronunciate evidentemente con lo spirito giusto e toccando le dovute corde. Detto, fatto, e la dedica del 26enne attaccante biancorosso è tutta per il presidente dopo il gol del 2-2. La scena dell'intervallo si ripete a fine partita: ancora un collaboratore del numero 1 della dirigenza del Barletta Calcio chiama la punta lucana, e tra Tatò e Infantino scatta un abbraccio rabbioso, liberatorio per entrambi: il primo, da tifoso principale della squadra, fiero di un sogno che rischiava di cancellarsi da sè e ora può continuare, l'altro ora più consapevole dei suoi mezzi e voglioso di dare conferme".
Domenica, a 18 mesi di distanza da quella sfida, tanto, quasi tutto, sarà cambiato: Infantino e il Barletta saranno avversari, secondo in classifica il primo, penultimi i biancorossi. Diverse saranno l'amore del pubblico, la cornice ambientale del "Puttilli", il clima-partita, ma ciò che resterà sarà l'affetto tra il centravanti lucano e la città della Disfida.
"Da protagonista di una stagione anonima a eroe della patria. Da riserva scomoda a trascinatore di una rimonta da raccontare a figli e nipoti. I quattro minuti che hanno cambiato la stagione sportiva di Saveriano Infantino sono quelli compresi tra il 17' e il 21' del secondo tempo di Barletta-Siracusa 3-2, disputata ieri sera al "Cosimo Puttilli" per il trentesimo turno del campionato di Prima Divisione Lega Pro, girone B: entrato nell'intervallo in luogo di uno spento Cerone, il bomber di Tolve prima ha procurato il penalty del provvisorio 1-2, fiondandosi con una rapidità da faina su un assist senza pretese di Tony Schetter e subendo il fallo del portiere aretuseo Paolo Baiocco, poi ha pensato bene di far tutto da sè, inventandosi un missile terra-aria con un destro di controbalzo, che ha bucato le mani dell'estremo ospite e regalato il decisivo pari, poi tramutato da Schetter in vittoria, a metà della ripresa. Un centro che ha destato l'esplosione di gioia del "Puttilli" e del centravanti lucano.
Ci sono tanti aneddoti dietro questa rivincita: la voglia di dimostrare a mister Di Costanzo e alla critica di poter essere titolare in questo Barletta, la ricerca di un gol che arriva con il contagocce (erano 2 su 13 partite in stagione prima di ieri), la rabbia di chi non era riuscito sin qui a essere decisivo, la determinazione di confermarsi "bello di sera" (in rete già a ottobre contro il Sud Tirol). Ma il vero segreto arriva dalla Tribuna Vip dello stadio barlettano, e da un posto in particolare, quello occupato dal presidente Roberto Tatò: nell'intervallo il patron biancorosso, scurissimo in volto per il duplice passivo dei suoi, e magari già pentito per una serie di onerosi investimenti effettuati sulla squadra che la classifica nefasta stava cancellando di colpo, si alza dalla sua sedia, e attraverso un suo collaboratore fa chiamare a sè, vicino alla porta di accesso che porta dalla tribuna al terreno di gioco, un renitente Infantino. Lo prende per le spalle, lo scuote come un re fa con i suoi fidi guerrieri e gli fa un breve discorso, colorito ma efficace, il cui sunto suona come "devi fare gol, devi solo fare gol!". Poche parole, le più semplici del mondo da dire a un attaccante, pronunciate evidentemente con lo spirito giusto e toccando le dovute corde. Detto, fatto, e la dedica del 26enne attaccante biancorosso è tutta per il presidente dopo il gol del 2-2. La scena dell'intervallo si ripete a fine partita: ancora un collaboratore del numero 1 della dirigenza del Barletta Calcio chiama la punta lucana, e tra Tatò e Infantino scatta un abbraccio rabbioso, liberatorio per entrambi: il primo, da tifoso principale della squadra, fiero di un sogno che rischiava di cancellarsi da sè e ora può continuare, l'altro ora più consapevole dei suoi mezzi e voglioso di dare conferme".
Domenica, a 18 mesi di distanza da quella sfida, tanto, quasi tutto, sarà cambiato: Infantino e il Barletta saranno avversari, secondo in classifica il primo, penultimi i biancorossi. Diverse saranno l'amore del pubblico, la cornice ambientale del "Puttilli", il clima-partita, ma ciò che resterà sarà l'affetto tra il centravanti lucano e la città della Disfida.