Calcio
“Agguerrito” il Barletta Calcio: presentato ricorso all’Alta Corte di Giustizia
La dirigenza biancorossa chiede il rinvio dei playoff e un risarcimento di 2 milioni di euro
Barletta - venerdì 11 maggio 2012
21.38
È una giornata davvero infinita per il Barletta Calcio. Giornata che non prevede gol, esultanze, tattiche di gioco e cori dei tifosi. Lo stadio "Cosimo Puttilli" è vuoto, i suoi spalti deserti, eppure qualcosa si muove. Eccome. Il caos calcio scommesse ha travolto tutto il mondo del calcio, sia quello "presumibilmente" sporco, sia quello pulito. Gran parte dei club che non sono coinvolti in questa triste vicenda del calcio italiano vorrebbero che eventuali sanzioni e ammende vengano scontate dalle società interessante direttamente nella stagione sportiva 2011/2012, visto che un eventuale slittamento falserebbe di fatto gli esiti di ben 2 anni di campionato. Nel girone B del campionato di Prima Divisione, lo stesso dove milita il Barletta Calcio, giunto sesto al termine della "regular season", sono coinvolti ben 4 club, lo Spezia (primo in classifica), la Cremonese (quinta in classifica e qualificata per i playoff), il Frosinone (salvo a quota 45 punti), e il Piacenza (penultimo in classifica e qualificato per i playout). Troppe squadre coinvolte per poter disputare immediatamente le partite di playoff e playout, che decideranno promozioni e retrocessioni. Ed è per questo motivo che il Barletta Calcio oggi pomeriggio ha presentato un ricorso all'Alta Corte di Giustizia contro la FIGC e la Lega Italiana Calcio Professionistico (Lega Pro), che in questi giorni aveva dichiarato, tramite i comunicati ufficiali n. 208/DIV del 9 maggio 2012 e n. 203/DIV del 7 maggio 2012, la società Spezia vincitrice del campionato, nonché l'esclusione dalla disputa dei playoff il Barletta in favore della Cremonese, deliberando l'effettuazione degli spareggi promozione per il 20 e 27 maggio. Ma alla dirigenza biancorossa questi comunicati non erano piaciuti particolarmente, considerando l'alto numero delle squadre coinvolte nelle inchieste delle procure di Cremona (al momento ancora in corso gli ultimi accertamenti delle procure di Bari e di Napoli), ma anche la sentenza del TNAS che il 15 maggio deciderà se restituire o meno un punto ai biancorossi in seguito alla questione Tatò-Gambling. Il Barletta Calcio non resta, quindi, a guardare il triste spettacolo del calcio italiano, che resta in balia delle onde. Ed è per questo che in giornata il sodalizio di via Vittorio Veneto ha presentato ricorso all'Alta Corte di Giustizia.
Ecco uno stralcio del comunicato riportato dal sito ufficiale del CONI: «Si impugnano la classifica finale e tutti gli altri atti annessi, connessi, collegati e conseguenti al provvedimento suddetto. La società ricorrente chiede all'Alta Corte di disporre, in via cautelare, anche inaudita altera parte, la sospensione dell'efficacia del suddetto provvedimento, nonché di disporre il rinvio dell'effettuazione dei play-off all'esito delle decisioni degli organi di giustizia sportiva e del TNAS e della stessa Alta Corte. Nel merito, chiede di sospendere l'efficacia del provvedimento impugnato con il quale il Presidente di Lega ha disposto le date per l'effettuazione dei play-off (20 maggio 2012 e 27 maggio 2012 tra Cremonese e Trapani) e la classifica finale e di sospendere l'efficacia esecutiva della decisione della Corte di Giustizia Federale FIGC il cui dispositivo è pubblicato sul C.U. n. 219/CGF del 12 aprile 2012 e le motivazioni pubblicate sul C.U. 247/CGF del 7 maggio 2012. In via subordinata chiede, nell'ipotesi di mancato accoglimento delle richieste sopra formulate, di condannare la Lega Pro al risarcimento della somma di euro 2.000.000,00».
Un atto forte e dovuto quello che ha visto il Barletta Calcio in prima linea, chiamato a lottare per tutelare la propria posizione di società pulita e non coinvolta nel caos scommesse. Le richieste della società biancorossa appaiono quanto meno legittime, considerato il fatto che gli illeciti (o presunti tali) sono avvenuti nel corso di questa stagione, e non essendo la stessa conclusa, le decisioni della Giustizia Sportiva possono ancora riguardare la stessa stagione. La richiesta dell'eventuale risarcimento danni suona poi come una forte provocazione. È chiaro che il Barletta Calcio si senta doppiamente penalizzata da una situazione francamente imbarazzante, e proseguire con il calcio giocato come se niente fosse successo sarebbe uno schiaffo morale verso tutte quelle società che mettono al primo posto la correttezza e della lealtà sportiva. Non permettere alla Giustizia Sportiva di fare il proprio corso significherebbe spegnere gli entusiasmi delle piazze coinvolte, azzerare la passione dei tifosi e tanto più far svanire l'amore verso il mondo del calcio a tutti quei dirigenti che tra mille difficoltà rincorrono il "Dio pallone". La richiesta di risarcimento suona quindi in maniera differente: in caso di decisione avversa, il presidente Tatò potrebbe addirittura lasciare il proprio incarico. È un momento delicato per il calcio italiano, forse più dello scandalo calciopoli del 2006. Staremo a vedere quale saranno le prossime mosse dei protagonisti di questa lunga partita a scacchi con in palio la giustizia.
Ecco uno stralcio del comunicato riportato dal sito ufficiale del CONI: «Si impugnano la classifica finale e tutti gli altri atti annessi, connessi, collegati e conseguenti al provvedimento suddetto. La società ricorrente chiede all'Alta Corte di disporre, in via cautelare, anche inaudita altera parte, la sospensione dell'efficacia del suddetto provvedimento, nonché di disporre il rinvio dell'effettuazione dei play-off all'esito delle decisioni degli organi di giustizia sportiva e del TNAS e della stessa Alta Corte. Nel merito, chiede di sospendere l'efficacia del provvedimento impugnato con il quale il Presidente di Lega ha disposto le date per l'effettuazione dei play-off (20 maggio 2012 e 27 maggio 2012 tra Cremonese e Trapani) e la classifica finale e di sospendere l'efficacia esecutiva della decisione della Corte di Giustizia Federale FIGC il cui dispositivo è pubblicato sul C.U. n. 219/CGF del 12 aprile 2012 e le motivazioni pubblicate sul C.U. 247/CGF del 7 maggio 2012. In via subordinata chiede, nell'ipotesi di mancato accoglimento delle richieste sopra formulate, di condannare la Lega Pro al risarcimento della somma di euro 2.000.000,00».
Un atto forte e dovuto quello che ha visto il Barletta Calcio in prima linea, chiamato a lottare per tutelare la propria posizione di società pulita e non coinvolta nel caos scommesse. Le richieste della società biancorossa appaiono quanto meno legittime, considerato il fatto che gli illeciti (o presunti tali) sono avvenuti nel corso di questa stagione, e non essendo la stessa conclusa, le decisioni della Giustizia Sportiva possono ancora riguardare la stessa stagione. La richiesta dell'eventuale risarcimento danni suona poi come una forte provocazione. È chiaro che il Barletta Calcio si senta doppiamente penalizzata da una situazione francamente imbarazzante, e proseguire con il calcio giocato come se niente fosse successo sarebbe uno schiaffo morale verso tutte quelle società che mettono al primo posto la correttezza e della lealtà sportiva. Non permettere alla Giustizia Sportiva di fare il proprio corso significherebbe spegnere gli entusiasmi delle piazze coinvolte, azzerare la passione dei tifosi e tanto più far svanire l'amore verso il mondo del calcio a tutti quei dirigenti che tra mille difficoltà rincorrono il "Dio pallone". La richiesta di risarcimento suona quindi in maniera differente: in caso di decisione avversa, il presidente Tatò potrebbe addirittura lasciare il proprio incarico. È un momento delicato per il calcio italiano, forse più dello scandalo calciopoli del 2006. Staremo a vedere quale saranno le prossime mosse dei protagonisti di questa lunga partita a scacchi con in palio la giustizia.