Calcio
17 febbraio - 15 maggio: cronistoria di una penalizzazione pesante come un macigno
Il punto che condanna in tribunale, dopo il campo, il Barletta Calcio a non disputare i playoff
Barletta - mercoledì 16 maggio 2012
12.20
Un peso mai scrollato di dosso, alla fine beffardamente decisivo, almeno sul piano numerico. Questa è stata alla resa dei conti la penalizzazione di un punto comminata il 15 marzo dalla Commissione Disciplinare Nazionale al Barletta Calcio, e confermata prima dalla Corte di Giustizia Federale, infine ieri dal Tnas. L'imputazione attribuita al Barletta Calcio derivava da una violazione dell'articolo 6 del codice di Giustizia Sportiva, quello che opera in materia di "scommesse". Il deferimento ai danni della compagine biancorossa era quindi arrivato in seguito ad un riscontro sulla posizione di Walter Tatò, che avrebbe ricoperto cariche concettualmente dicotomiche, risultando al tempo stesso socio di minoranza del sito online Bettiamo.com attraverso la società Gambling Partners Srl e vice-presidente di una squadra di calcio. Ripercorriamo le tappe salienti di questa penalizzazione, dalle origini al mancato "happy ending", che ha portato il Barletta, insieme ai troppi errori commessi sul campo, a chiudere il torneo in sesta posizione, a -1 dalla Cremonese quinta e dai playoff.
17 febbraio- il deferimento
La spada di Damocle della Procura Federale e l'amaro calice della Commissione Disciplinare, poco amati compagni di viaggio di diverse squadre del girone B del campionato nazionale di Prima Divisione Lega Pro, dal pomeriggio del 17 febbraio pende anche sul capo della dirigenza della S.S. Barletta Calcio: Il Procuratore Federale all'epoca deferì alla Commissione Disciplinare Nazionale «il presidente con potere di rappresentanza del Barletta Roberto Tatò, il vice presidente Paride Walter Tatò e la società per responsabilità diretta». Una notizia che aveva scosso la tranquillità dell'ambiente biancorosso, sebbene non collegata a quanto avviene sul terreno di gioco, dove il Barletta, fresco di avvento di mister Di Costanzo in panchina, aveva raggranellato sino a quel momento 35 punti in 23 incontri di campionato.
Un conflitto di interessi in salsa "pallonara" alla base del provvedimento: «Paride Walter Tatò- si leggeva nel comunicato della Figc- è stato deferito per essere lo stesso, nonostante la sua posizione di dirigente tesserato, socio della Gambling Partners s.r.l. che ha quale attività, quantomeno attraverso il sito internet www.bettiamo.com, quella di acquisizione di scommesse aventi ad oggetto il risultato di incontri ufficiali organizzati nell'ambito della F.I.G.C. e, pertanto, per avere lo stesso accettato scommesse con sugli eventi appena indicati per interposta persona, peraltro a fini di lucro perché socio di una società di capitali». Indiretta invece la responsabilità del presidente biancorosso Roberto Tatò, raggiunto dal provvedimento, si legge nel comunicato, «per avere lo stesso consentito che il proprio figlio Paride Walter Tatò acquisisse e mantenesse la carica di Vice Presidente con potere di rappresentanza della società Barletta, nella piena e dichiarata consapevolezza che lo stesso sig. Paride Walter Tatò è socio della Gambling Partners s.r.l., che ha quale attività, quantomeno attraverso il sito internet www.bettiamo.com, quella di acquisizione di scommesse aventi ad oggetto il risultato di incontri ufficiali organizzati nell'ambito della F.I.G.C».
15 marzo- La penalizzazione di un punto
Dopo il pari di Trapani, un 1-1 che aveva restituito fiducia all'ambiente, arriva la mazzata: «Un punto di penalizzazione per il Barletta, inibizioni di 3 mesi nei confronti di Roberto Tatò, all'epoca dei fatti Presidente con potere di rappresentanza della Società pugliese, e di due anni nei confronti di Walter Paride Tatò, all'epoca dei fatti Vice Presidente con potere di rappresentanza della stessa società, ammende nei confronti dei due dirigenti per un totale di 40.000,00 €». E' il verdetto derivante dalla decisione presa dalla Commissione Nazionale Disciplinare, presieduta dall'Avv. Sergio Artico. «All'accertato compimento degli illeciti- si leggeva ancora nel comunicato- consegue l'accoglimento delle richieste della Procura federale e l'applicazione delle sanzioni determinate in conformità alle disposizioni vigenti». La Corte di Giustizia Federale accoglieva così le richieste formulate dalla Procura Federale nel corso del procedimento stesso. La Società Sportiva Barletta Calcio si era presto difesa dall'accusa, avvalendosi della collaborazione del noto avvocato campano Eduardo Chiacchio: la mediazione del notabile campano aveva parzialmente funzionato, difatti le nubi grigie addensatesi sui capi della dirigenza biancorossa lasciavano presagire una cospicua penalizzazione. All'epoca il Barletta aveva 36 punti, e la distanza dalla quinta posizione, valevole per l'accesso ai playoff e occupata da Cremonese, Pergocrema e Virtus Lanciano con 39 punti, era di tre lunghezze.
Il 16 marzo, attraverso una nota emanata sul proprio sito ufficiale, il sodalizio di via Vittorio Veneto annuncia l'intenzione di voler ricorrere presso la Corte di Giustizia Federale.
12 aprile- La Corte di Giustizia Federale respinge il ricorso del Barletta
Respinte le richieste del club biancorosso, confermate le pene stabilite circa un mese prima a carico di club e dirigenza. Resta perciò valida la penalizzazione di un punto. Di seguito riportiamo il testo del comunicato stampa diffuso all'epoca sul sito della Figc:
1) Ricorso S.S. BARLETTA CALCIO S.R.L.------->RESPINTO
«Avverso le sanzioni:
- penalizzazione di 1 punto in classifica da scontarsi nella corrente Stagione Sportiva alla reclamante a titolo di responsabilità diretta ai sensi dell'art. 4, comma 1, C.G.S. per le condotte ascritte ai propri legali rappresentati;
- inibizione per anni 2 ed ammenda di € 25.000,00 al Sig. Tatò Paride Walter (all'epoca dei fatti Vice Presidente della società S.S. Barletta Calcio s.r.l.);
- inibizione per mesi 3 ed ammenda di € 15.000,00 al Sig. Tatò Roberto (all'epoca dei fatti Presidente della società S.S. Barletta Calcio s.r.l), per le violazioni rispettivamente ascritte degli artt. 1, comma 1, e 6, comma 1, C.G.S. e artt. 1 comma 1, e 6, comma 5, C.G.S.;
inflitte a seguito di deferimento del Procuratore Federale, (nota n. 5415/481 pf10-11/SP/blp del 17.2.2012) (Delibera della Commissione Disciplinare Nazionale – Com. Uff. n. 72/CDN del 15.3.2012)».
Il Barletta è quinto in classifica a quota 43 dopo 30 incontri di campionato, alla pari con Cremonese e Sud Tirol.
30 aprile- L'annuncio del ricorso al Tnas
Il 30 aprile il presidente del Barletta Calcio Roberto Tatò annuncia in diretta tv di aver dato mandato ai propri legali affinché fosse inviata entro 48 ore la documentazione per il ricorso d'urgenza al Tnas (Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport:), ultima carta giocabile per chi ritiene di aver subito un'ingiustizia da parte delle commissioni disciplinari federali. «Siamo convinti di poter dimostrare ancora l'assenza di nostre responsabilità- spiegò all'epoca Tatò. Colgo l'occasione per tranquillizzare lo staff tecnico e la tifoseria convinti di riuscire a dimostrare la nostra estraneità ai fatti». Il Barletta sarà seguito nel ricorso al Tnas dall'avvocato Angelo Cascella e dall'avvocato Gaetano Aita. All'epoca il Barletta è sesto dopo 33 turni, con 47 punti all'attivo, a -1 dalla Cremonese.
15 maggio- Il Tnas respinge il ricorso, è la fine dei sogni
Atteso da piazza, squadra e dirigenza: desiderato per la capacità potenziale di dare una svolta alla stagione, bramato per la possibilità di riscatto sportivo in esso contenuto, temuto per la capacità che alcune semplici righe avrebbero di affossare per sempre sogni e desideri della Barletta calcistica, prima. Ferale come una spada conficcata nel cuore, dopo. "Il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, in merito alla controversia S.S. Barletta Calcio Srl, Roberto Tatò e Paride Walter Tatò / Federazione Italiana Giuoco Calcio, rende noto che l'Arbitro unico, avv. Aurelio Vessichelli, ha respinto integralmente l'istanza di arbitrato". La stagione del Barletta Calcio 2011/2012 termina alle 18.30 del 15 maggio 2012. E' uno scarno comunicato di poche righe a mettere fine ai sogni di playoff dei biancorossi, esattamente 9 giorni dopo la rete di Giovio che, sul terreno del "Garilli" di Piacenza, aveva costretto i biancorossi a chiudere il torneo in sesta posizione. Appena pochi minuti prima, il presidente biancorosso Roberto Tatò si era detto fiducioso nella giustizia sportiva, in attesa che l'Arbitro Unico del Tnas, l'Avvocato Aurelio Vessichelli, comunicasse l'amaro verdetto finale. La stagione del club biancorosso si chiude così a quota 48 punti, a -1 dalla Cremonese e dagli agognati playoff. Il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport aveva precedentemente comunicato il fallimento di conciliazione previsto dall'art. 20, commi 1 e 2, del Codice nella controversia S.S. Barletta Calcio Srl, Roberto Tatò e Paride Walter Tatò / Federazione Italiana Giuoco Calcio.
Un punto perso in aula, troppi per strada
Il punto smarrito per strada a causa delle ingenuità (commesse in buonafede) extra-calcistiche che avevano portato al punto di penalizzazione comminato per la questione Tatò-Gambling non deve però mettere in secondo piano i tanti errori commessi sul rettangolo di gioco: 49 punti totali in 34 partite sono pochi, troppo pochi per una squadra costruita per avere come obiettivo minimo i playoff. La rosa ha pagato errori strutturali, dovuti alla cattiva campagna-acquisti condotta in estate dal ds Renzo Castagnini, incapace di cogliere la necessità, acclarata dalla pre-season, di rinforzi sulle corsie difensive, dell'assenza di un regista puro e della mancanza di un'alternativa di peso in attacco. A questo fattore se ne aggiungono altri: l'addio ritardato di Cari, sfiduciato almeno un mese prima del suo "addio"; una campagna di rafforzamento invernale condotta senza direttive dalla panchina; i troppi pareggi interni; i troppi gol subiti su calcio piazzato; il rendimento al di sotto delle aspettative di alcuni elementi, Di Gennaro e De Liguori in primis; la mancanza di vittorie esterne per oltre 5 mesi (da Trieste a Crema). Tanti, troppi errori tecnici, certo non supportati dalla fortuna (vedi pareggi interni contro Triestina e Portogruaro), che non hanno portato oltre il sesto posto.
(Twitter:@GuerraLuca88)
17 febbraio- il deferimento
La spada di Damocle della Procura Federale e l'amaro calice della Commissione Disciplinare, poco amati compagni di viaggio di diverse squadre del girone B del campionato nazionale di Prima Divisione Lega Pro, dal pomeriggio del 17 febbraio pende anche sul capo della dirigenza della S.S. Barletta Calcio: Il Procuratore Federale all'epoca deferì alla Commissione Disciplinare Nazionale «il presidente con potere di rappresentanza del Barletta Roberto Tatò, il vice presidente Paride Walter Tatò e la società per responsabilità diretta». Una notizia che aveva scosso la tranquillità dell'ambiente biancorosso, sebbene non collegata a quanto avviene sul terreno di gioco, dove il Barletta, fresco di avvento di mister Di Costanzo in panchina, aveva raggranellato sino a quel momento 35 punti in 23 incontri di campionato.
Un conflitto di interessi in salsa "pallonara" alla base del provvedimento: «Paride Walter Tatò- si leggeva nel comunicato della Figc- è stato deferito per essere lo stesso, nonostante la sua posizione di dirigente tesserato, socio della Gambling Partners s.r.l. che ha quale attività, quantomeno attraverso il sito internet www.bettiamo.com, quella di acquisizione di scommesse aventi ad oggetto il risultato di incontri ufficiali organizzati nell'ambito della F.I.G.C. e, pertanto, per avere lo stesso accettato scommesse con sugli eventi appena indicati per interposta persona, peraltro a fini di lucro perché socio di una società di capitali». Indiretta invece la responsabilità del presidente biancorosso Roberto Tatò, raggiunto dal provvedimento, si legge nel comunicato, «per avere lo stesso consentito che il proprio figlio Paride Walter Tatò acquisisse e mantenesse la carica di Vice Presidente con potere di rappresentanza della società Barletta, nella piena e dichiarata consapevolezza che lo stesso sig. Paride Walter Tatò è socio della Gambling Partners s.r.l., che ha quale attività, quantomeno attraverso il sito internet www.bettiamo.com, quella di acquisizione di scommesse aventi ad oggetto il risultato di incontri ufficiali organizzati nell'ambito della F.I.G.C».
15 marzo- La penalizzazione di un punto
Dopo il pari di Trapani, un 1-1 che aveva restituito fiducia all'ambiente, arriva la mazzata: «Un punto di penalizzazione per il Barletta, inibizioni di 3 mesi nei confronti di Roberto Tatò, all'epoca dei fatti Presidente con potere di rappresentanza della Società pugliese, e di due anni nei confronti di Walter Paride Tatò, all'epoca dei fatti Vice Presidente con potere di rappresentanza della stessa società, ammende nei confronti dei due dirigenti per un totale di 40.000,00 €». E' il verdetto derivante dalla decisione presa dalla Commissione Nazionale Disciplinare, presieduta dall'Avv. Sergio Artico. «All'accertato compimento degli illeciti- si leggeva ancora nel comunicato- consegue l'accoglimento delle richieste della Procura federale e l'applicazione delle sanzioni determinate in conformità alle disposizioni vigenti». La Corte di Giustizia Federale accoglieva così le richieste formulate dalla Procura Federale nel corso del procedimento stesso. La Società Sportiva Barletta Calcio si era presto difesa dall'accusa, avvalendosi della collaborazione del noto avvocato campano Eduardo Chiacchio: la mediazione del notabile campano aveva parzialmente funzionato, difatti le nubi grigie addensatesi sui capi della dirigenza biancorossa lasciavano presagire una cospicua penalizzazione. All'epoca il Barletta aveva 36 punti, e la distanza dalla quinta posizione, valevole per l'accesso ai playoff e occupata da Cremonese, Pergocrema e Virtus Lanciano con 39 punti, era di tre lunghezze.
Il 16 marzo, attraverso una nota emanata sul proprio sito ufficiale, il sodalizio di via Vittorio Veneto annuncia l'intenzione di voler ricorrere presso la Corte di Giustizia Federale.
12 aprile- La Corte di Giustizia Federale respinge il ricorso del Barletta
Respinte le richieste del club biancorosso, confermate le pene stabilite circa un mese prima a carico di club e dirigenza. Resta perciò valida la penalizzazione di un punto. Di seguito riportiamo il testo del comunicato stampa diffuso all'epoca sul sito della Figc:
1) Ricorso S.S. BARLETTA CALCIO S.R.L.------->RESPINTO
«Avverso le sanzioni:
- penalizzazione di 1 punto in classifica da scontarsi nella corrente Stagione Sportiva alla reclamante a titolo di responsabilità diretta ai sensi dell'art. 4, comma 1, C.G.S. per le condotte ascritte ai propri legali rappresentati;
- inibizione per anni 2 ed ammenda di € 25.000,00 al Sig. Tatò Paride Walter (all'epoca dei fatti Vice Presidente della società S.S. Barletta Calcio s.r.l.);
- inibizione per mesi 3 ed ammenda di € 15.000,00 al Sig. Tatò Roberto (all'epoca dei fatti Presidente della società S.S. Barletta Calcio s.r.l), per le violazioni rispettivamente ascritte degli artt. 1, comma 1, e 6, comma 1, C.G.S. e artt. 1 comma 1, e 6, comma 5, C.G.S.;
inflitte a seguito di deferimento del Procuratore Federale, (nota n. 5415/481 pf10-11/SP/blp del 17.2.2012) (Delibera della Commissione Disciplinare Nazionale – Com. Uff. n. 72/CDN del 15.3.2012)».
Il Barletta è quinto in classifica a quota 43 dopo 30 incontri di campionato, alla pari con Cremonese e Sud Tirol.
30 aprile- L'annuncio del ricorso al Tnas
Il 30 aprile il presidente del Barletta Calcio Roberto Tatò annuncia in diretta tv di aver dato mandato ai propri legali affinché fosse inviata entro 48 ore la documentazione per il ricorso d'urgenza al Tnas (Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport:), ultima carta giocabile per chi ritiene di aver subito un'ingiustizia da parte delle commissioni disciplinari federali. «Siamo convinti di poter dimostrare ancora l'assenza di nostre responsabilità- spiegò all'epoca Tatò. Colgo l'occasione per tranquillizzare lo staff tecnico e la tifoseria convinti di riuscire a dimostrare la nostra estraneità ai fatti». Il Barletta sarà seguito nel ricorso al Tnas dall'avvocato Angelo Cascella e dall'avvocato Gaetano Aita. All'epoca il Barletta è sesto dopo 33 turni, con 47 punti all'attivo, a -1 dalla Cremonese.
15 maggio- Il Tnas respinge il ricorso, è la fine dei sogni
Atteso da piazza, squadra e dirigenza: desiderato per la capacità potenziale di dare una svolta alla stagione, bramato per la possibilità di riscatto sportivo in esso contenuto, temuto per la capacità che alcune semplici righe avrebbero di affossare per sempre sogni e desideri della Barletta calcistica, prima. Ferale come una spada conficcata nel cuore, dopo. "Il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, in merito alla controversia S.S. Barletta Calcio Srl, Roberto Tatò e Paride Walter Tatò / Federazione Italiana Giuoco Calcio, rende noto che l'Arbitro unico, avv. Aurelio Vessichelli, ha respinto integralmente l'istanza di arbitrato". La stagione del Barletta Calcio 2011/2012 termina alle 18.30 del 15 maggio 2012. E' uno scarno comunicato di poche righe a mettere fine ai sogni di playoff dei biancorossi, esattamente 9 giorni dopo la rete di Giovio che, sul terreno del "Garilli" di Piacenza, aveva costretto i biancorossi a chiudere il torneo in sesta posizione. Appena pochi minuti prima, il presidente biancorosso Roberto Tatò si era detto fiducioso nella giustizia sportiva, in attesa che l'Arbitro Unico del Tnas, l'Avvocato Aurelio Vessichelli, comunicasse l'amaro verdetto finale. La stagione del club biancorosso si chiude così a quota 48 punti, a -1 dalla Cremonese e dagli agognati playoff. Il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport aveva precedentemente comunicato il fallimento di conciliazione previsto dall'art. 20, commi 1 e 2, del Codice nella controversia S.S. Barletta Calcio Srl, Roberto Tatò e Paride Walter Tatò / Federazione Italiana Giuoco Calcio.
Un punto perso in aula, troppi per strada
Il punto smarrito per strada a causa delle ingenuità (commesse in buonafede) extra-calcistiche che avevano portato al punto di penalizzazione comminato per la questione Tatò-Gambling non deve però mettere in secondo piano i tanti errori commessi sul rettangolo di gioco: 49 punti totali in 34 partite sono pochi, troppo pochi per una squadra costruita per avere come obiettivo minimo i playoff. La rosa ha pagato errori strutturali, dovuti alla cattiva campagna-acquisti condotta in estate dal ds Renzo Castagnini, incapace di cogliere la necessità, acclarata dalla pre-season, di rinforzi sulle corsie difensive, dell'assenza di un regista puro e della mancanza di un'alternativa di peso in attacco. A questo fattore se ne aggiungono altri: l'addio ritardato di Cari, sfiduciato almeno un mese prima del suo "addio"; una campagna di rafforzamento invernale condotta senza direttive dalla panchina; i troppi pareggi interni; i troppi gol subiti su calcio piazzato; il rendimento al di sotto delle aspettative di alcuni elementi, Di Gennaro e De Liguori in primis; la mancanza di vittorie esterne per oltre 5 mesi (da Trieste a Crema). Tanti, troppi errori tecnici, certo non supportati dalla fortuna (vedi pareggi interni contro Triestina e Portogruaro), che non hanno portato oltre il sesto posto.
(Twitter:@GuerraLuca88)