Cara Barletta ti scrivo
«Non è un giorno qualunque», la lettera del presidente Anpi
«Il fascismo dei nostri giorni si confonde con la mondanità ma è ancora ben presente»
lunedì 12 settembre 2022
2.30
«12 Settembre: Non è una data come le altre per Barletta. Il 12 settembre per Barletta non è un giorno qualunque» è il monito fatto da Giuseppe Schiavone, presidente Anpi Barletta . «Come non lo sono altri in cui siano capitate tragedie come quella successa nel 1943. E se ancor oggi ci sforziamo di ricordarle è proprio perché sono state per noi Barlettani momenti cruciali per la nostra storia. Nel 1943, in piena II guerra mondiale, precisamente l'8 settembre, è firmato l'armistizio. La notizia a Barletta arriva solo e soltanto alle due del mattino dell'11 settembre. "Si devono considerare le truppe germaniche come truppe nemiche", è dichiarato.
È da lì che incomincia tutto. I tedeschi hanno il compito di disarmare i soldati della guarnigione di Barletta. Il comando a difesa della Città presso Caposaldo Crocifisso (Via Andria, dove ora sorge la Chiesetta del Crocifissino) respinge l'attacco tedesco, ma non c'è nulla da festeggiare. I barlettani erano stati nel frattempo abbandonati dai Comandi Superiore. I tedeschi invece si erano ben riforniti. Il Colonnello Grasso non si illuse, sapeva benissimo che sarebbero tornati a breve. Il 12 settembre, al mattino, i tedeschi superarono le difese poste sul perimetro della Città.
Fino al 24 settembre, quando i tedeschi lasciarono Barletta, non ci fu pietà per la popolazione che subì da essi vessazioni, rastrellamenti, violenze… Il bilancio delle vittime fu di trentaquattro tra bambini, donne, anziani uccisi senza motivo. Se la motivazione per l'eccidio dell'ex Palazzo delle Poste può essere stato una rappresaglia per l'uccisione di un soldato tedesco da parte di alcuni civili, quale giustificazione c'è per tutte le altre vittime?
Barletta fu una delle prime Città di Italia che sperimentò la voglia di vendetta dei tedeschi nei nostri confronti. Il 12 settembre a Barletta non è mai una giornata come le altre. Il sangue innocente dei nostri concittadini fu versato per far valere la supremazia dell'esercito tedesco, per quella vendetta violenta per la quale non c'è mai una giustificazione.
Tra le vittime in quella stessa data ci fu anche la undicenne Rosaria Cannito uccisa in Via Miale da Troia mentre i tedeschi vi ricercavano un soldato. Di 13 uomini, 11 vigili urbani e 2 netturbini, si salvò dall'eccidio solo il vigile Francesco Paolo Falconetti, salvato dall'eroismo di Lucia Corposanto e Addolorata Sardella. Il 16 settembre fu ammazzato presso il "Palazzo dei Ferrovieri" (Via 3 Novembre) il dodicenne Tonino Lorusso, colpevole di aver lanciato contro i soldati tedeschi una pietra.
Quella pietra, simbolo di sdegno, gli costò la vita. Il sacrificio dei nostri concittadini deve essere per noi Barlettani l'esempio maggiore per la vera ricerca della libertà, intesa come bene comune, solidarietà e fraternità. Il fascismo dei nostri giorni si confonde con la mondanità ma è ancora ben presente.
Non lasciamoci sfuggire gli esempi».
È da lì che incomincia tutto. I tedeschi hanno il compito di disarmare i soldati della guarnigione di Barletta. Il comando a difesa della Città presso Caposaldo Crocifisso (Via Andria, dove ora sorge la Chiesetta del Crocifissino) respinge l'attacco tedesco, ma non c'è nulla da festeggiare. I barlettani erano stati nel frattempo abbandonati dai Comandi Superiore. I tedeschi invece si erano ben riforniti. Il Colonnello Grasso non si illuse, sapeva benissimo che sarebbero tornati a breve. Il 12 settembre, al mattino, i tedeschi superarono le difese poste sul perimetro della Città.
Fino al 24 settembre, quando i tedeschi lasciarono Barletta, non ci fu pietà per la popolazione che subì da essi vessazioni, rastrellamenti, violenze… Il bilancio delle vittime fu di trentaquattro tra bambini, donne, anziani uccisi senza motivo. Se la motivazione per l'eccidio dell'ex Palazzo delle Poste può essere stato una rappresaglia per l'uccisione di un soldato tedesco da parte di alcuni civili, quale giustificazione c'è per tutte le altre vittime?
Barletta fu una delle prime Città di Italia che sperimentò la voglia di vendetta dei tedeschi nei nostri confronti. Il 12 settembre a Barletta non è mai una giornata come le altre. Il sangue innocente dei nostri concittadini fu versato per far valere la supremazia dell'esercito tedesco, per quella vendetta violenta per la quale non c'è mai una giustificazione.
Tra le vittime in quella stessa data ci fu anche la undicenne Rosaria Cannito uccisa in Via Miale da Troia mentre i tedeschi vi ricercavano un soldato. Di 13 uomini, 11 vigili urbani e 2 netturbini, si salvò dall'eccidio solo il vigile Francesco Paolo Falconetti, salvato dall'eroismo di Lucia Corposanto e Addolorata Sardella. Il 16 settembre fu ammazzato presso il "Palazzo dei Ferrovieri" (Via 3 Novembre) il dodicenne Tonino Lorusso, colpevole di aver lanciato contro i soldati tedeschi una pietra.
Quella pietra, simbolo di sdegno, gli costò la vita. Il sacrificio dei nostri concittadini deve essere per noi Barlettani l'esempio maggiore per la vera ricerca della libertà, intesa come bene comune, solidarietà e fraternità. Il fascismo dei nostri giorni si confonde con la mondanità ma è ancora ben presente.
Non lasciamoci sfuggire gli esempi».