Cara Barletta ti scrivo
«Noi lavoratori del comparto turistico siamo allo stremo»
La lettera aperta di un Maitre d'hotel di Barletta
mercoledì 9 dicembre 2020
12.46
«In rappresentanza di tanti amici che lungo tutto lo stivale operano nel mondo dell'accoglienza mi rivolgo alla vostra redazione per dare voce ai lavoratori del comparto turistico e di tutta la filiera, affinché vengano rese note a tutti le difficoltà che i medesimi stanno attraversando.
Credo di condividere lo stato d'animo di tutti i lavoratori che dal mese di Marzo del corrente anno non vedono nessuna luce in fondo al tunnel, e questo per colpa di decisioni, a mio dire, scellerate intraprese dal governo centrale e dalle amministrazioni locali riguardanti il virus Covid-19. Ci hanno illusi, aprendo con un indiscriminato libera tutti e facendoci lavorare da luglio a settembre dopo quattro mesi di legittimo lockdown passati a mezza pancia. In quel periodo molti di noi non hanno potuto godere di alcuna forma di assistenza economica poiché le misure messe in campo dal governo risultavano idonee solo per una percentuale bassa dei lavoratori, perché non tutti avevano un contratto stagionale. Tuttavia, dopo questo periodo di carestia il governo, vedendo abbassarsi il conto dei contagi, decide di graziarci aprendo le regioni e le frontiere e dando inizio ad un altro libera tutti, mettendo a rischio la salute di chi lavorava in varie strutture ricettive; costoro hanno potuto appurare con i propri occhi la gravità di quello che stava avvenendo senza poter avere il diritto di reagire, poiché alcune regole erano obbligatorie solo per i lavoratori e non per gli avventori. Solo ad agosto il Presidente Emiliano ha emanato un'ordinanza che obbligava tutti all'uso della mascherina, anche i clienti; troppo tardi, e senza controlli.
E' passato più di un mese da quando il governo ha emanato un DPCM con il quale si annunciavano nuove restrizioni. Com'era prevedibile, noi addetti alla ristorazione siamo ripiombati nel baratro e la nostra regione, che in prima istanza è stata dichiarata zona arancione, per decisione del governo e della Regione finalmente (dicono grazie al contenimento dei contagi) è diventata zona gialla accendendo gli entusiasmi e le speranze dei lavoratori. A seguito di ciò, alcuni sindaci hanno gridato allo scandalo invocando il ritorno in zona arancione, venendo accontentati. E subito la lecita protesta dei ristoratori a Barletta e a Foggia con la solidarietà degli stessi sindaci, attori principali di questa situazione che ha dell'incredibile. Adesso dicono che probabilmente torneremo di nuovo in zona gialla: sarà vero? Intanto noi lavoratori del turismo, da tempo senza sussidi, cosa faremo? Noi, che siamo considerati gli untori della pandemia, vogliamo ricordare alla politica che la ristorazione italiana è la bandiera del made in Italy nel mondo, e per questo io chiedo giustizia per un comparto sottovalutato e discriminato ingiustamente. Meritiamo più attenzione e considerazione.
In attesa di capire a chi rivolgerci per chiedere eventuali danni, attendiamo a capo chino le prossime decisioni».
Stefano Sarcinelli, Maitre d'hotel
Credo di condividere lo stato d'animo di tutti i lavoratori che dal mese di Marzo del corrente anno non vedono nessuna luce in fondo al tunnel, e questo per colpa di decisioni, a mio dire, scellerate intraprese dal governo centrale e dalle amministrazioni locali riguardanti il virus Covid-19. Ci hanno illusi, aprendo con un indiscriminato libera tutti e facendoci lavorare da luglio a settembre dopo quattro mesi di legittimo lockdown passati a mezza pancia. In quel periodo molti di noi non hanno potuto godere di alcuna forma di assistenza economica poiché le misure messe in campo dal governo risultavano idonee solo per una percentuale bassa dei lavoratori, perché non tutti avevano un contratto stagionale. Tuttavia, dopo questo periodo di carestia il governo, vedendo abbassarsi il conto dei contagi, decide di graziarci aprendo le regioni e le frontiere e dando inizio ad un altro libera tutti, mettendo a rischio la salute di chi lavorava in varie strutture ricettive; costoro hanno potuto appurare con i propri occhi la gravità di quello che stava avvenendo senza poter avere il diritto di reagire, poiché alcune regole erano obbligatorie solo per i lavoratori e non per gli avventori. Solo ad agosto il Presidente Emiliano ha emanato un'ordinanza che obbligava tutti all'uso della mascherina, anche i clienti; troppo tardi, e senza controlli.
E' passato più di un mese da quando il governo ha emanato un DPCM con il quale si annunciavano nuove restrizioni. Com'era prevedibile, noi addetti alla ristorazione siamo ripiombati nel baratro e la nostra regione, che in prima istanza è stata dichiarata zona arancione, per decisione del governo e della Regione finalmente (dicono grazie al contenimento dei contagi) è diventata zona gialla accendendo gli entusiasmi e le speranze dei lavoratori. A seguito di ciò, alcuni sindaci hanno gridato allo scandalo invocando il ritorno in zona arancione, venendo accontentati. E subito la lecita protesta dei ristoratori a Barletta e a Foggia con la solidarietà degli stessi sindaci, attori principali di questa situazione che ha dell'incredibile. Adesso dicono che probabilmente torneremo di nuovo in zona gialla: sarà vero? Intanto noi lavoratori del turismo, da tempo senza sussidi, cosa faremo? Noi, che siamo considerati gli untori della pandemia, vogliamo ricordare alla politica che la ristorazione italiana è la bandiera del made in Italy nel mondo, e per questo io chiedo giustizia per un comparto sottovalutato e discriminato ingiustamente. Meritiamo più attenzione e considerazione.
In attesa di capire a chi rivolgerci per chiedere eventuali danni, attendiamo a capo chino le prossime decisioni».
Stefano Sarcinelli, Maitre d'hotel