Foto antica
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Cara Barletta ti scrivo

Niente "fanove" a Barletta, il Covid interrompe il tradizionale rito

«Mancheranno a tutti i fanov da Macul't, ma possiamo fare una cosa tutti noi in questa notte, la più buia dei nostri tempi: accendiamo un fuoco alla Vergine nel nostro cuore»

«Quest'anno no, purtroppo non ci sarà come da tradizione. Barletta è pronta addirittura a tramutarsi in zona arancione. Non si ha certa contezza delle volte in cui la tradizione ha dovuto cedere il passo al tempo. Forse durante i conflitti bellici, chissà... Non ci raduneremo attorno ai caratteristici falò per evitare assembramenti, e chi usava questo termine "assembramento"? Più ne siamo più sarà bello.... Per diversi giorni, in alcuni casi addirittura per mesi, il lavoro certosino di ragazzi delle parrocchie, dei quartieri, dei rioni organizzavano grandi falò. Gli ultimi giorni anche i più grandicelli, vi partecipavano, magari papà, zii e nonni, affinchè si potesse superare il falò del rione vicino ed essere immortalati come "falò dell'anno".

Un rito che ha del sacro e del profano legato alla festività dell'Immacolata Concezione, molto sentita dalla nostra comunità. Molte sono le credenze legate a questo rito ovvero chi vuole il fuoco come allontanamento del male, infatti la Vergine Immacolata ha sotto i suoi piedi il serpente, ovvero il male, il peccato. Chi vede come segno la natura morta di questo periodo, dopo aver vendemmiato e raccolto le olive, tradizione millenaria di questo tempo, e fa bruciare i rami secchi come segno di buon auspicio, per una rinascita della natura, come atto di purificazione della stessa, illuminando il cielo buio e per chiedere la benedizione sui prossimi raccolti.

Mancheranno a tutti i fanov da Macul't, ma possiamo fare una cosa tutti noi in questa notte, la più buia dei nostri tempi: accendiamo un fuoco alla Vergine nel nostro cuore, un fuoco d'amore, di speranza e di fede per non "spegnere" questa antica tradizione barlettana!»

Giuseppe Dibari
  • Tradizione
  • Barlettanità
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