La città
Zona Barberini: il quartiere in pendenza della Barletta da bere
Due ore di pioggia battente e la città va in tilt
Barletta - sabato 25 gennaio 2014
18.09
"L'ecqu cà nan fac 'ngil stè". Quale miglior proverbio barlettano per descrivere la mattinata di oggi? Dopo un inizio dell'anno mite e temperato, l'ultima settimana di gennaio si prospetta all'insegna del maltempo. I barlettani oggi si sono svegliati con il rumore della pioggia battente e, con il daffare del weekend, non hanno potuto fare a meno di intasamenti e parcheggi selvaggi.
In particolare, nel quartiere della cosiddetta "città nuova", quella in crescita, quella all'avanguardia, il transito pedonale e automobilistico è ostico: a Barletta bastano due ore di pioggia affinché l'acqua raggiunga il livello dei marciapiedi, le automobili rischino l'aquaplaning e i pedoni facciano uso di tavole di legno per attraversare la strada. Neanche fossimo residenti di palafitte. Il problema è ancora una volta l'assenza di servizi ben strutturati: non un tombino, non un canale di scolo, strade in pendenza e piene di fossi. A quando una manutenzione riguardante i servizi pubblici?
Stiamo parlando di un'ordinaria pioggia invernale, Barletta non può essere così esposta al rischio idrogeologico. Minimo fattore, massimo rischio: una città con più di 90mila abitanti non può diventare impraticabile nel giro di un paio d'ore. Esistono urgenze da prevenire se non si vogliono danni da riparare e la manutenzione ordinaria delle reti di scolo, specie in periferia, è un'emergenza di quelle. Le sabbie mobili di Via Romanelli e le buche da golf per titani della Prima parallela degli Ulivi sono gli emblemi di una città nuova che continua a subire le vecchie negligenze governative.
In particolare, nel quartiere della cosiddetta "città nuova", quella in crescita, quella all'avanguardia, il transito pedonale e automobilistico è ostico: a Barletta bastano due ore di pioggia affinché l'acqua raggiunga il livello dei marciapiedi, le automobili rischino l'aquaplaning e i pedoni facciano uso di tavole di legno per attraversare la strada. Neanche fossimo residenti di palafitte. Il problema è ancora una volta l'assenza di servizi ben strutturati: non un tombino, non un canale di scolo, strade in pendenza e piene di fossi. A quando una manutenzione riguardante i servizi pubblici?
Stiamo parlando di un'ordinaria pioggia invernale, Barletta non può essere così esposta al rischio idrogeologico. Minimo fattore, massimo rischio: una città con più di 90mila abitanti non può diventare impraticabile nel giro di un paio d'ore. Esistono urgenze da prevenire se non si vogliono danni da riparare e la manutenzione ordinaria delle reti di scolo, specie in periferia, è un'emergenza di quelle. Le sabbie mobili di Via Romanelli e le buche da golf per titani della Prima parallela degli Ulivi sono gli emblemi di una città nuova che continua a subire le vecchie negligenze governative.