«Valorizziamo maggiormente l'Ospedale Mons. Dimiccoli di Barletta»
Una riflessione a firma della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia
La Base del Comitato infatti tiene primariamente ad accendere i fari su argomenti quali "edilizia ospedaliera" e "gestione delle risorse economiche".
In detta nota quei cittadini manifestano:
a) la propria assoluta contrarietà all'edificazione di un nuovo ospedale ad Andria;
b) il proprio intendimento che piuttosto si valorizzi maggiormente l'Ospedale "Mons. A. R. Dimiccoli" di Barletta, e si ripristinino gli ospedali degli altri Comuni della Provincia di Barletta.
Gli stessi firmatari aggiungono che – nel caso in cui il Ministero della salute e/o la Regione Puglia, nelle persone dei politici e dei dirigenti preposti, all'esito delle proprie indagini valutino che in Provincia di Barletta deve necessariamente sussistere un nuovo ospedale di secondo livello (e sempre con la premessa che vengano fatti salvi in ogni caso i piccoli ospedali degli altri Comuni) – vi è una ulteriore richiesta:
c) che il Ministero della salute (il quale, differentemente dalla Regione Puglia, non conosce il territorio della Provincia di BT) invii per un sopralluogo una commissione di tecnici per valutare la concreta possibilità di edificare presso l'Ospedale "Mons. A. R. Dimiccoli" di Barletta i due padiglioni mancanti, in modo da completare l'offerta sanitaria nella nostra provincia;
d) che il Ministero della salute preordini un analogo sopralluogo tecnico in quel di Andria – nella contrada in cui si pretende di edificare il nuovo ospedale andriese – in modo che venga asseverato che tale velleitaria – ed oltremodo costosa – rivendicazione campanilistica è destituita di fondamento.
I sottoscrittori concludono chiedono altresì:
e) che la sede legale dell'Asl-BT torni tempestivamente nella Città di Barletta;
f) che il Sindaco di Barletta si faccia promotore in tutte le sedi istituzionali delle iniziative di cui in narrativa.
Di seguito si riporta un'ampia sintesi della Nota in argomento.
«Spett.li Istituzioni destinatarie,
Ci rivolgiamo a ciascuna di voi affinchè "il diritto alla salute", ed "il dovere di buona amministrazione del denaro pubblico" siano scrupolosamente osservati dai politici e dai dirigenti, a qualsiasi livello. Vogliate all'uopo, nell'ambito delle rispettive competenze d'ufficio, prendere i provvedimenti del caso, nell'interesse del popolo amministrato.
Come sarà chiaro in narrativa, questi cittadini scriventi non chiedono altro che GIUSTIZIA: basta con scelte politiche – amministrative e legislative – sbagliate!
In tempi di pandemia da COVID-19, e conseguente necessità di tutelare con più zelo la salute dei cittadini, e nel contempo centellinare la spesa pubblica, appare molto più evidente l'importanza di valorizzare – e non sopprimere – le strutture ospedaliere esistenti, le quali risultano di capitale importanza come presìdi territoriali per una tutela capillare. Una rivoluzione copernicana nelle politiche sanitarie. Prima del coronavirus si era creduto – in ragione di un astratto progetto di razionalizzazione – che bisognava sopprimere/accorpare. Dopo il coronavirus si è compreso che la vita reale necessita di erogazioni di prestazioni sanitarie "di prossimità".
Con una periodicità che si fa più frequente in concomitanza delle campagne elettorali, ritorna a farsi udire il fastidioso màntra della velleitaria "edificazione di un preteso nuovo ospedale in quel di Andria".
Di volta in volta, coi pretesti più svariati – che possono essere ora la "convocazione della conferenza dei sindaci della Provincia di BT per deliberare sull'edificando ospedale in Andria", ora la visita di qualche illustre statista nazionale o regionale – i politici e gli operatori della stampa andriesi colgono l'occasione per fare da cassa di risonanza (e di riconferma) del màntra sul "nuovo ospedale in Andria". I medesimi andriesi intendono allo stesso modo segnare ad ogni stormir di foglie dei punti sul proprio pallottoliere, come se qualunque "promessa elettorale o di maniera" valesse loro un accorciamento della trafila per il preteso nuovo ospedale.
La Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia, rappresentata dai cittadini firmatari della presente nota, esprime tutta la propria CONTRARIETÀ a che il progetto del preteso nuovo ospedale andriese vada in porto, o prenda anche solo le mosse… Allo scopo, si invita (come già in passato si è fatto) in maniera accorata gli spett.li Sindaci della Provincia di Barletta – che prenderanno conoscenza di questa nota sulla stampa – a non firmare nessun documento/progetto che avalli tale pretesa andriese dell'edificando nuovo ospedale. Ed in caso taluni sindaci avessero già formalmente aderito al progetto andriese (ignorando incautamente il dissenso delle proprie popolazioni), ritirino tempestivamente le firme già infaustamente apposte.
Spett.li Istituzioni destinatarie, la ragione della contrarietà di questi cittadini scriventi è ben più che una manifestazione di campanilismo. Nè vi sono retropensieri di natura politica, che invece animano la parte "filo-andriese".
Il punto della situazione è dato da una circostanza oggettiva. Ci siamo infatti domandati che fine faranno gli ospedali già insistenti in Provincia di Barletta.
Se tanto ci dà tanto, la morìa di posti letto, di reparti, e di ospedali cittadini (ritenuti a torto "minori"), verrà incrementata ed incentivata dalla previsione di un nuovo grande ospedale da 400 posti letto, "di Secondo Livello" in Andria, quale polo dell'Emergenza-Urgenza per la Provincia di Barletta. Non occorrono doti di chiaroveggenza per presagire che:
1) il nuovissimo Ospedale "Mons. Dimiccoli" di Barletta, di Primo Livello, verrà SVUOTATO (nel vero senso della parola) e relegato a mero "polo onco-ematologico";
2) gli altri ospedali della Provincia di Barletta, qualora sopravvivano, il che è assai dubbio, verranno depotenziati a tal punto da divenire inutili, prestando così il fianco alla falcidia di un nuovo futuro "Piano di Riordino Ospedaliero".
Ecco perchè a più riprese questi cittadini sottoscrittori si sono premurati di dire a gran voce ai sindaci della Provincia di Barletta "NON FIRMATE per un nuovo ospedale ad Andria"!! Se incautamente lo faceste, FIRMERESTE per la condanna a morte dei vostri ospedali cittadini".
La realizzazione di una nuova struttura ospedaliera costituisce e richiede innanzi tutto un gigantesco stanziamento di SOLDI PUBBLICI. E quando si tratta di propiziare maggiori (e difficilmente preventivabili) oneri per la finanza pubblica non ci si aspetta certo di trovare nel Ministero della Salute e nella Regione Puglia un orecchio benevolo...
I politici andriesi hanno nel tempo escogitato una strategia per rendere la pillola meno amara a chi doveva amleticamente "decidere": a) i sindaci della Provincia di Barletta; b) il Ministero della Salute, e la Regione Puglia.
Strategia che agisse su due fronti:
1) per un verso doveva persuadere i sindaci ad accettare masochisticamente di vedersi SOPPRIMERE i propri ospedali cittadini;
2) e per l'altro, doveva indurre i Governi, nazionale e regionale, a sorvolare con cieca indifferenza su tale "harakiri dei sindaci" (alla faccia del DIRITTO ALLA SALUTE costituzionalmente garantito), e nel contempo a chiudere un occhio sul mastodontico impiego di DENARO PUBBLICO che comporterebbe l'edificazione da zero del nuovo ospedale nelle campagne di Andria.
Detta strategia, detto "cavallo/cavillo di Troia" invocato dagli andriesi per la loro pretesa, consiste nella necessità – a loro dire – di "avere un grande ospedale di SECONDO LIVELLO in Provincia di Barletta".
Gli scriventi ci tengono a far presente alle Spett.li Istituzioni destinatarie, che tale cavillosa strategia si schianta e si infrange su un dato di fatto incontrovertibile: un grande nuovo ospedale – benchè non di secondo, ma di primo livello – in Provincia di Barletta c'è già, ed è il "Mons. Dimiccoli" di Barletta. Si trova nella periferia Nord di Barletta (ci si arriva a piedi), ed è facilmente raggiungibile da tutte le direzioni. È a ridosso della SS. 16 bis, e della Ferrovia dello Stato [linee Barletta-Spinazzola, e Bari-Foggia (adriatica)]; è prossimo ad altre arterie importanti quali la SS. 170, la SS. 96, le autostrade A16 ed A14; è raggiungibile mediante la Ferrovia dello Stato, appunto, ed anche con la ferrotranviaria Bari-Barletta. È altresì raggiungibile via mare (porto mercantile-industriale-commerciale-passeggeri di Barletta), e persino con la via aerea, mediante l'eliporto situato proprio nel perimetro dell'Ospedale.
Peraltro Barletta è l'ombelico della Provincia di Barletta (Bt): è raggiungibile da ogni dove, e da qualsiasi Comune della Provincia ci si arriva in pochi minuti. Da Andria, che è sulla Murgia, si arriva in 5-10 minuti, su rotaia o su gomma. E così per Trani, Bisceglie, Canosa di Puglia, Margherita di Savoia, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia. I comuni più distanti dal capoluogo Barletta, ossia Minervino Murge e Spinazzola, sono lontani (su gomma o su rotaia) non più di 30-45 minuti.
Alla presente nota gli scriventi allegano all'uopo documentazione fotografica dell'Ospedale Mons. A. R. Dimiccoli di Barletta (tratta dal sito di GOOGLE MAPS) che ne attesta la vastità e la modernità della struttura, (inaugurata da meno di un ventennio).
Dalle foto, come pure dalle mappe, è agevolmente riscontrabile che – in ragione della vastità del territorio non edificato che circonda il nosocomio barlettano – l'ospedale Mons. Dimiccoli ben può essere oggetto di ulteriore ampliamento strutturale, con nuovi corpi di fabbrica.
Possibile implementazione fino a divenire un ospedale di secondo livello. Visto che il suolo edificabile in loco non manca, e considerando che l'ampliamento di una nuovissima struttura già esistente (il Mons. Dimiccoli) comporta indiscutibilmente un dispendio di DENARO PUBBLICO nettamente inferiore rispetto ad operare una lottizzazione ed una edificazione di sana pianta, risulta ergo priva di pregio e di criterio la scelta politica di realizzare un nuovo ospedale, e di secondo Livello, in quel di Andria.
Tra l'altro l'edificazione prevista per Andria – Comune insistente sulle Murge (e non in pianura e sul mare, come invece è per Barletta) – è in una contrada molto distante dal centro abitato, e pertanto da urbanizzare, facendo lievitare i costi per la P.A.. Contrada andriese il cui raggiungimento dagli altri Comuni della Provincia di BT è peraltro notevolmente disagevole.
Aggiungasi altresì che l'originario progetto di realizzazione del nuovo ospedale "Mons. A. R. Dimiccoli" di Barletta preordinava una struttura ben più ampia di quella che poi è stata materialmente concretizzata – ossia ad un padiglione solo – che si rinviene tutt'oggi.
Il progetto originale del "Mons. Dimiccoli" prevedeva infatti una struttura a tre padiglioni.
Ergo, se in Provincia di Barletta si avverte l'esigenza di un nuovo ospedale, e di secondo livello, la scelta è quasi obbligata: si deve ampliare il Mons. Dimiccoli di Barletta – edificando in loco gli altri due padiglioni mancanti, identici a quello esistente – e portandolo al progetto originario di una struttura a tre padiglioni.
Così facendo – e con oneri certamente inferiori per le finanze pubbliche – si conseguirebbe lo stesso risultato: un nuovo ospedale, di secondo livello, in Provincia di Barletta. Va da sé che, qualora si aggiungessero all'ospedale di Barletta gli altri due padiglioni mancanti, come in origine previsto, non vi sarebbe in futuro più margine per un nuovo ospedale "in Andria".
Peraltro, Andria NON È UN CAPOLUOGO DI PROVINCIA: come può pretendere un Ospedale di secondo Livello? (Per inciso: la questione del "capoluogo unico" della Provincia di Barletta è ancora sub iudice, pendendo un ricorso al Consiglio di Stato, che dovrebbe vedere investita in via incidentale la Corte Costituzionale).
Tuttavia – aggiungono questi cittadini della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia – qualsiasi ipotesi di edificazione di nuovi ospedali, persino se previsti a Barletta, ci vedrebbe nettamente contrari, se ciò comportasse inevitabilmente la chiusura dei piccoli ospedali delle altre città della Provincia di Barletta. Il diritto alla salute (tutelato dall'Articolo 32 della Costituzione) vale per tutti!
Art. 32 Cost. c.1: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti".
Un'ultima petizione viene rivolta alle Spett.li Istituzioni adìte – con particolar riferimento alla Regione Puglia: la SEDE LEGALE dell'Asl-BT torni tempestivamente nella Città di Barletta, alla quale è stata inopinatamente sottratta con magheggi di natura politica. E che sia allocata nell'ex ospedale "Umberto I" di Barletta, struttura di proprietà della stessa Asl, che attualmente è quasi del tutto sottoutilizzata. Si ricorda che vi fu negli anni passati una Delibera Regionale per il trasferimento a Barletta della Sede legale dell'Asl BT, ed ancora una volta i magheggi della politica riuscirono a neutralizzare detta Delibera, e a farla cadere nel nulla. »
Firmatari: Domenico Vischi; Giuseppe Delluniversità; Savino Dibenedetto; Cosimo Damiano Cervello; Francesco Piazzolla; Giovanni Lalla, Ruggiero Comitangelo; Nicola Sarcinelli; Gennaro Cagia; William Antonucci; Michele Marcello; Riccardo Borraccino; Bartolomeo Dibenedetto; Girolamo Giovanni Gambera; Roberto Antonio Ruberti; Riccardo Michele Scarcella; Pasquale Nasca; Ferdinando Dibari; Michele Daleno; Francesco Daleno; Giovanni Dileo; Angelo Iodice; Luigi Iodice; Luigi Fiorella; Ruggiero Lacavalla; Antonio Vitobello; Giuseppe Dipace; Ruggiero Francia; Luigi Somma; Giovanni Grillo; Luigi Porcelluzzi; Marianna Elvira Lomuscio; Aniello Fucci; Santa Dibenedetto.