Eventi
Unitalsi Barletta: la potenza della solidarietà
L’amministrazione e il volontariato, due mani incrociate con l’irrisolto problema delle barriere architettoniche
Barletta - lunedì 31 marzo 2014
Una domenica di musica, poesia e umanità quella trascorsa ieri nel centro storico di Barletta, in occasione della giornata nazionale dell' U.n.i.t.a.l.s.i. Immersa in tanta vitalità, incontriamo Floriana Dicataldo, poetessa, volontaria e membro della Casa famiglia "Lamacchia" di Barletta. A lei, in veste di volontaria della famiglia unitalsiana, rivolgiamo alcune domande.
Come si è svolta la festa questa mattina?
«Noi della sottosezione U.n.i.t.a.l.s.i di Barletta abbiamo allestito alcuni stands per mostrare i prodotti della nostra terapia in Casa-famiglia. Si tratta delle bomboniere solidali, fatte con pasta modellabile da cuocere in forno dopo aver realizzato la forma. La motricità di questo esercizio ci aiuta a eliminare la spasticità dalle mani. Obiettivo di questo progetto però, è soprattutto quello di far capire alla gente che la solidarietà fa bene al corpo, al cuore e all'anima. Ma non è solo la casa famiglia a voler lasciare questo messaggio, perché coi sono anche la protezione civile, il progetto "Bambini dell'U.n.i.t.l.s.i" e la Casa della Speranza, nella quale ci sono mamme gestanti con figli a carico. I formatori, gli psicologi e gli assistenti sociali che operano qui aiutano queste mamme ad avere un rapporto più intimo con la loro gravidanza, prima considerata una fatalità o una punizione.».
La giunta comunale ha concesso che si riservasse il centro storico (Via Nazareth e Monte di pietà) per questa festa. Hai ringraziamenti e/o rimproveri da fare all'amministrazione?
«Il mio "grazie" si unisce a tutti quelli dei miei compagni volontari che hanno potuto festeggiare oggi i loro sacrifici con l'intera comunità di Barletta. C'è da dire però che il centro storico della città non aiuta noi disabili alla circolazione. Un ragazzo in carrozzina, se non ha un amico che lo accompagna, deve fare a meno di uscire e passeggiare per le vie del centro perché non garantiscono l'autonomia delle carrozzine. Si rischia di cadere se non si è accompagnati da uno in grado di guidare».
Come percepisci la reazione dei barlettani alla vostra opera? O meglio, c'è una reazione?
«La reazione è molto lieve e il riscontro freddo. I barlettani non si rendono ancora conto che l'U.n.i.t.a.l.s.i è parte attiva della città. Non è qualcosa che ha a che fare con gli ammalati, ma è un'unione di forze che assorbono l'ostinazione dello spirito e ne fanno energia per condurre una vita di sorrisi condivisi dalla comunità. I volontari si sostituiscono allo Stato: sono loro i garanti dei diritti umani fondamentali e, di tutta risposta, vengono spesso ghettizzati e poco valorizzati».
«Nel mare profondissimo di queste parole, navigano tanti cuori che investono i loro battiti per rendere più forti quelli degli altri. Partecipano a questo senso dell'alterità l'assessore ai servizi sociali di Barletta Anna Rizzi Francabandiera, la presidente regionale dell'U.n.i.t.a.l.s.i Palma Guida, il campione barlettano di maratona Mimmo Ricatti e il presidente della sotto sezione (forsanche sopra sezione come suggerisce il maratoneta barlettano) Cosimo Cilli. Sono loro i direttori d'orchestra del concerto che ha frenato il passo del barlettano camminante per il centro, in una domenica primaverile. Le note fanno muovere il corpo, i corpi mutuano il loro aiuto, ma la potenza più grande rimane nelle parole che scuotono le coscienze».
Come si è svolta la festa questa mattina?
«Noi della sottosezione U.n.i.t.a.l.s.i di Barletta abbiamo allestito alcuni stands per mostrare i prodotti della nostra terapia in Casa-famiglia. Si tratta delle bomboniere solidali, fatte con pasta modellabile da cuocere in forno dopo aver realizzato la forma. La motricità di questo esercizio ci aiuta a eliminare la spasticità dalle mani. Obiettivo di questo progetto però, è soprattutto quello di far capire alla gente che la solidarietà fa bene al corpo, al cuore e all'anima. Ma non è solo la casa famiglia a voler lasciare questo messaggio, perché coi sono anche la protezione civile, il progetto "Bambini dell'U.n.i.t.l.s.i" e la Casa della Speranza, nella quale ci sono mamme gestanti con figli a carico. I formatori, gli psicologi e gli assistenti sociali che operano qui aiutano queste mamme ad avere un rapporto più intimo con la loro gravidanza, prima considerata una fatalità o una punizione.».
La giunta comunale ha concesso che si riservasse il centro storico (Via Nazareth e Monte di pietà) per questa festa. Hai ringraziamenti e/o rimproveri da fare all'amministrazione?
«Il mio "grazie" si unisce a tutti quelli dei miei compagni volontari che hanno potuto festeggiare oggi i loro sacrifici con l'intera comunità di Barletta. C'è da dire però che il centro storico della città non aiuta noi disabili alla circolazione. Un ragazzo in carrozzina, se non ha un amico che lo accompagna, deve fare a meno di uscire e passeggiare per le vie del centro perché non garantiscono l'autonomia delle carrozzine. Si rischia di cadere se non si è accompagnati da uno in grado di guidare».
Come percepisci la reazione dei barlettani alla vostra opera? O meglio, c'è una reazione?
«La reazione è molto lieve e il riscontro freddo. I barlettani non si rendono ancora conto che l'U.n.i.t.a.l.s.i è parte attiva della città. Non è qualcosa che ha a che fare con gli ammalati, ma è un'unione di forze che assorbono l'ostinazione dello spirito e ne fanno energia per condurre una vita di sorrisi condivisi dalla comunità. I volontari si sostituiscono allo Stato: sono loro i garanti dei diritti umani fondamentali e, di tutta risposta, vengono spesso ghettizzati e poco valorizzati».
«Nel mare profondissimo di queste parole, navigano tanti cuori che investono i loro battiti per rendere più forti quelli degli altri. Partecipano a questo senso dell'alterità l'assessore ai servizi sociali di Barletta Anna Rizzi Francabandiera, la presidente regionale dell'U.n.i.t.a.l.s.i Palma Guida, il campione barlettano di maratona Mimmo Ricatti e il presidente della sotto sezione (forsanche sopra sezione come suggerisce il maratoneta barlettano) Cosimo Cilli. Sono loro i direttori d'orchestra del concerto che ha frenato il passo del barlettano camminante per il centro, in una domenica primaverile. Le note fanno muovere il corpo, i corpi mutuano il loro aiuto, ma la potenza più grande rimane nelle parole che scuotono le coscienze».