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La città

Una petizione online per dire basta al degrado e ai rifiuti abbandonati

«Barletta deve splendere»: il commento dei cittadini

Sarà capitato a chiunque di scorgere nella home di Facebook immagini non proprio degne di una città virtuosa su uno dei tanti gruppi che accolgono i cittadini barlettani, o semplicemente di fare un giro per le strade - centrali o della periferia - della nostra città e di imbattervi in rifiuti abbandonati, ammassati ai margini dei marciapiedi. Probabilmente appartenete alla schiera di "indignati", stanchi di una città che potrebbe offrire tanto in termini di turismo, cultura, lavoro e che invece a fatica mantiene pulite tutte le proprie strade.

Ebbene, se siete tra i sopracitati, questa volta è possibile far la propria parte. Come? Ce l'ha spiegato Pasquale Signorile, che ha lanciato la petizione online che ad oggi ha raccolto quasi 810 sostenitori barlettani.

Ci parli di questa petizione, com'è nata questa idea?
«Da buon cittadino barlettano, amo la mia città, la sua immensa storia e le molteplici potenzialità non sempre sfruttate a pieno. Un cittadino così non può volgere il capo in un'altra direzione, facendo finta che il degrado in tutte le sue forme non esista. La petizione nasce a fronte delle denunce circolate per anni sui social. Si è cercato poi di estendere il raggio d'azione pensando anche al turismo. Approfondendo la questione e studiando i bilanci pubblici del comune di Barletta, ho notato che si spende molto e male».

Perché dovrebbe essere firmata dalla cittadinanza barlettana?
«Con i tredici punti presenti, fattibili senza dubbio, potrebbero esservi dei ritorni economici a vantaggio dell'amministrazione e della cittadinanza. Le petizioni online però ad oggi in Italia non hanno alcuna valenza legale contrariamente a quanto accade in altri paesi europei ma rappresentano un mezzo per indurre le amministrazioni a prendere in esame le volontà dei cittadini, specie se vi sono migliaia di firme. La petizione è apolitica essendo l'ambiente e la bellezza un bene comune e poi prescindendo dalle sterili discussioni sui social, è possibile migliorare il presente e futuro della città in maniera concreta».

Come è possibile firmarla?
«Basta cliccare sul link della petizione presente sulle varie pagine Facebook barlettane , lasciare nome, cognome, un indirizzo mail valido. Non ha costi e non comporta alcun obbligo per il futuro».

Quali sono i punti focali capaci a vostro avviso di debellare i focolai di degrado?
«I tredici punti della petizione contribuiscono alla chiusura del cerchio della raccolta differenziata che a Barletta, a mio avviso, è stata avviata senza considerare la fetta di cittadinanza distratta. Non è difficile immaginare quali siano state le conseguenze in termini di degrado ma anche in termini economici(milioni di euro per interventi straordinari ad esempio). Indagando le strategie attuate dai comuni virtuosi sottolineerei l'uso delle buste con microchip, la presenza di poliziotti di quartiere e l'ordinanza del "vuoto a rendere". Si tratta di una tassa di cinquanta centesimi per ogni contenitore alimentare che verrà restituita all'esercente al momento della consegna da parte del consumatore».

Appare evidente che le proposte siano interessanti e chi ne avrà voglia potrà approfondirle cliccando sul link sopracitato. Come però ricordato da Pasquale Signorile, a Barletta circa 3/4 della cittadinanza adempiono al proprio compito, osservando le norme e svolgendo regolarmente la raccolta differenziata. Destano più rumore come sempre i trasgressori e gli incivili. La petizione dunque, a detta dell'intervistato, «può essere un modo per ridurre drasticamente le cattive abitudini e il mancato senso civico».


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