Associazioni
Una Bat troppo cerimoniosa
La nota critica della Libera Associazione Civica di Andria
BAT - mercoledì 1 gennaio 2014
"La Provincia Bat agli ultimi posti in Italia per tutto o quasi. Ma gli investimenti in cerimonie e banchetti cosa hanno prodotto? A cosa sono serviti? Chi ne ha beneficiato? Il grosso errore non è stato concepirla ma farla nascere. Noi siamo stati facili profeti e le mille firme raccolte contro il cerbero furono premonitrici". E' quanto scrive Vincenzo Santovito, presidente della Libera Associazione Civica di Andria.
"Giunge puntuale e forse inatteso il rapporto de "La Sapienza" sulla qualità della vita nelle province italiane ed ecco che la fiction che ogni giorno si vive nella nostra Provincia Bat, fatta di manifesti, volantini, iniziative, promozioni, feste di piazza, capodanni felici, tagli di nastri su palchi costati decine di migliaia di euro per il sol noleggio, stappo di bottiglie e degustazioni di vini e pasticcini si trasforma in realtà e la realtà non è affatto quella raccontata nelle televisioni amiche e sui giornali compiacenti. La realtà è ben altra e dimostra quanto tutte quelle cerimonie si siano rivelate vantaggiose per i pochi privilegiasti di corte ma inutili e dannose per tutti gli altri cittadini che ne hanno subito i costi e continuano a farlo anche mediante gli aumenti di assicurazioni e tributi locali di ogni genere, alla faccia della spending review che esiste solo per i più deboli. Se il rapporto de "La Sapienza" non corrisponde alla realtà allora chiediamo scusa ma poiché noi che viviamo il territorio sappiamo bene che la realtà è forse addirittura peggiore di quella rapportata dalla prestigiosa fonte universitaria, dobbiamo porci alcune domande cui non possiamo sfuggire: ma tutti questi investimenti cosa hanno prodotto? A cosa sono serviti? Dov'è lo sviluppo? Dov'è l'occupazione per tutti? Dov'è la qualità della vita? Chi dobbiamo ringraziare per tutto questo benessere mancato e promesso ancora oggi in tutti gli spot promozionali?
Noi siamo quelli che a gennaio 2012 consegnammo direttamente all'ufficio protocollo del cerbero, in piazza Pio X ad Andria, le firme raccolte tra i cittadini che chiedevano l'immediata abolizione e soppressione di tutte le province italiane, inutili, costose e comode solo per quelli che le poltrone se le sono trovate belle, calde e pronte oltre che vellutate e moderne, sotto il sedere. Quelle firme erano un altro segnale ma quel segnale era scomodo per tutti coloro che costituivano la lunga lista d'attesa che in questi lunghi cinque anni doveva essere smaltita. Oggi "La Sapienza" ci dice che qui si vive male, malissimo e noi lo sapevamo da tempo quindi anche i sapienti potevano chiedere a noi notizie e risparmiarsi i costi del sondaggio.
Fino ad ora la realtà di questa provincia era stata tenuta ben celata al punto che i precedenti rapporti anche di testate prestigiose e storiche con le quali le amministrazioni locali mantengono ottimi rapporti di fidelizzazione, non si erano mai occupati di noi e del nostro territorio. Forse per non dire la verità e far credere che tutto andava bene e che si potesse continuare a scialacquare alle spalle degli inerti contribuenti, magari per il sol fatto di aver ottenuto l'ennesimo abbonamento? Perché sinora è accaduto questo? Chi ha condizionato questi rapporti che ci vedevano esclusi? Perché sul nostro territorio si è sempre spento "Il Sole" e le notizie non arrivano neanche in "24 ore?" Nonostante la realtà, qualche buontempone si ostina a continuare a far finta di nulla affermando che siamo i migliori tra i peggiori. Un altro gioco di parole inventato dai tanti artisti della parola e della scrittura al servizio permanente di maestà i politici ristoratori?".
"Giunge puntuale e forse inatteso il rapporto de "La Sapienza" sulla qualità della vita nelle province italiane ed ecco che la fiction che ogni giorno si vive nella nostra Provincia Bat, fatta di manifesti, volantini, iniziative, promozioni, feste di piazza, capodanni felici, tagli di nastri su palchi costati decine di migliaia di euro per il sol noleggio, stappo di bottiglie e degustazioni di vini e pasticcini si trasforma in realtà e la realtà non è affatto quella raccontata nelle televisioni amiche e sui giornali compiacenti. La realtà è ben altra e dimostra quanto tutte quelle cerimonie si siano rivelate vantaggiose per i pochi privilegiasti di corte ma inutili e dannose per tutti gli altri cittadini che ne hanno subito i costi e continuano a farlo anche mediante gli aumenti di assicurazioni e tributi locali di ogni genere, alla faccia della spending review che esiste solo per i più deboli. Se il rapporto de "La Sapienza" non corrisponde alla realtà allora chiediamo scusa ma poiché noi che viviamo il territorio sappiamo bene che la realtà è forse addirittura peggiore di quella rapportata dalla prestigiosa fonte universitaria, dobbiamo porci alcune domande cui non possiamo sfuggire: ma tutti questi investimenti cosa hanno prodotto? A cosa sono serviti? Dov'è lo sviluppo? Dov'è l'occupazione per tutti? Dov'è la qualità della vita? Chi dobbiamo ringraziare per tutto questo benessere mancato e promesso ancora oggi in tutti gli spot promozionali?
Noi siamo quelli che a gennaio 2012 consegnammo direttamente all'ufficio protocollo del cerbero, in piazza Pio X ad Andria, le firme raccolte tra i cittadini che chiedevano l'immediata abolizione e soppressione di tutte le province italiane, inutili, costose e comode solo per quelli che le poltrone se le sono trovate belle, calde e pronte oltre che vellutate e moderne, sotto il sedere. Quelle firme erano un altro segnale ma quel segnale era scomodo per tutti coloro che costituivano la lunga lista d'attesa che in questi lunghi cinque anni doveva essere smaltita. Oggi "La Sapienza" ci dice che qui si vive male, malissimo e noi lo sapevamo da tempo quindi anche i sapienti potevano chiedere a noi notizie e risparmiarsi i costi del sondaggio.
Fino ad ora la realtà di questa provincia era stata tenuta ben celata al punto che i precedenti rapporti anche di testate prestigiose e storiche con le quali le amministrazioni locali mantengono ottimi rapporti di fidelizzazione, non si erano mai occupati di noi e del nostro territorio. Forse per non dire la verità e far credere che tutto andava bene e che si potesse continuare a scialacquare alle spalle degli inerti contribuenti, magari per il sol fatto di aver ottenuto l'ennesimo abbonamento? Perché sinora è accaduto questo? Chi ha condizionato questi rapporti che ci vedevano esclusi? Perché sul nostro territorio si è sempre spento "Il Sole" e le notizie non arrivano neanche in "24 ore?" Nonostante la realtà, qualche buontempone si ostina a continuare a far finta di nulla affermando che siamo i migliori tra i peggiori. Un altro gioco di parole inventato dai tanti artisti della parola e della scrittura al servizio permanente di maestà i politici ristoratori?".