Eventi
Un pittore barlettano in esposizione a Trezzo per Expo 2015
Luigi Lanotte e "l'apice adrenalinico dell'intuizione"
Barletta - martedì 16 giugno 2015
11.39
Luigi Lanotte, da sempre col suo animo da sognatore trascrive momenti quotidiani della nostra era nelle sue rappresentazioni pittoriche. Non di rado, passeggiando per Barletta, lo si vede alle prese con lo studio di un'immagine o l'abbozzo di uno schizzo, magari proteso col suo cavalletto sul lungomare di Ponente al tramonto o intento a ritrarre attimi di giovialità nel castello Svevo al mattino presto. Luigi, rarità della vera arte ai tempi nostri, non smette di stupire i suoi concittadini barlettani, dallo scorso mese è infatti protagonista di una mostra unica nel suo genere, a pochi chilometri da Milano. In occasione dell'Expo 2015 infatti, presso la centrale idroelettrica Taccani, situata a Trezzo sull'Adda, Giorgio Grasso, critico d'arte, ha organizzato un'impeccabile mostra di arte contemporanea, durante la quale l'artista barlettano Luigi Lanotte ha già riscosso un grande successo presso intenditori dello scenario internazionale. Abbiamo deciso di intervistarlo, per porgli qualche domanda sull'evento in corso e sul suo percorso artistico.
Un nuova avventura si prospetta per le tue opere che hanno viaggiato da Barletta a Milano per la mostra trimestrale di Trezzo sull'Adda in connessione all'Expo 2015: cosa rappresenta per te questo traguardo?
«Questa mostra, oltre ad essere un traguardo importante per una soddisfazione personale è poi, ovviamente, un'opportunità per essere visibile ad un utenza più numerosa e sensibile all'arte».
Le tue opere sono esposte in una centrale idroelettrica, ambiente d'atmosfera, ma forse un po' insolito per i tuoi lavori. Quanto conta, secondo te, ciò che circonda un'opera artistica?
«Quello che circonda l'opera d'arte, la cosiddetta "location" gioca un ruolo importante secondo me e penso che questo specifico spazio si presti molto bene all'atmosfera dei miei quadri, proprio perché entra in fusione con il tema dei colori. La collocazione della propria opera in uno spazio non può essere lasciata al caso ma deve supportare l'opera e trasportare in un' altra dimensione».
Che lavori hai deciso di esporre in questa particolare ed internazionale occasione? E perché?
«In questa mostra d'arte pittorica ho esposto cinque pezzi (per me) molto rappresentativi della mia pittura e delle mie atmosfere. Ne cito due: il "Ritratto di padre" dove ho cercato di immortalare sì mio "padre" ma nello stesso momento il padre di tutti, attraverso una luce cha fa da protagonista mettendo in evidenza i segni del tempo e dell'esperienza, patrimonio importante per tutti noi e soprattutto per la società in cui viviamo, sempre più superficiale ed in declino secondo il mio modo di vedere. L'altro "Di domenica", in cui, attraverso una luce morbida e toni freddi, ho cercato di rappresentare in questa opera, una delle mie preferite, un interno dell'accademia di Firenze presso la quale mi sono formato per tre lunghi anni e dove si respira "un'aria sospesa nel tempo e nello spazio"».
In che particolare contesto di vita hai dato alla luce le tue cinque opere in esposizione? Chi o cosa hanno ispirato i tuoi lavori?
«Di solito le mie opere sono sviluppate in contesti domestici. Non di rado preferisco dipingere all'interno del mio studio, ma quello che mi ha spinto a rappresentare questi soggetti è la luce. In questi personaggi o ambienti è ciò che cattura maggiormente il mio interesse. Dunque il luogo in cui le opere sono esposte gioca un ruolo molto importante, nella misura in cui consente che la luce che si respira nei miei quadri sia proprio quella che avevo in mente mentre li dipingevo».
Cos'è per te l'ispirazione?
«L'ispirazione è il punto massimo, l'apice adrenalinico dell'intuizione, della consapevolezza tecnica e dell'istintività di un artista. E' ciò che lo rende unico. L'ispirazione comunque per me è molto legata alla tenacità e all'impegno continuo di un artista nel coltivare le sue opere».
Stai ricevendo numerosi contatti connessi a quest'evento, non appena le tue opere sono state esposte hanno riscosso un grandissimo successo. Possiamo dire che un'opera raggiunga la sua completezza nel momento in cui viene recepita dal "suo" pubblico ovvero da chi saprà amarla?
«Il giudizio del pubblico è sempre importante. Ma tuttavia se l'artista ama la sua opera e mette l'anima in quello che fa, l'opera diventa universale e si completa trasmettendo un sentimento forte al pubblico».
Un nuova avventura si prospetta per le tue opere che hanno viaggiato da Barletta a Milano per la mostra trimestrale di Trezzo sull'Adda in connessione all'Expo 2015: cosa rappresenta per te questo traguardo?
«Questa mostra, oltre ad essere un traguardo importante per una soddisfazione personale è poi, ovviamente, un'opportunità per essere visibile ad un utenza più numerosa e sensibile all'arte».
Le tue opere sono esposte in una centrale idroelettrica, ambiente d'atmosfera, ma forse un po' insolito per i tuoi lavori. Quanto conta, secondo te, ciò che circonda un'opera artistica?
«Quello che circonda l'opera d'arte, la cosiddetta "location" gioca un ruolo importante secondo me e penso che questo specifico spazio si presti molto bene all'atmosfera dei miei quadri, proprio perché entra in fusione con il tema dei colori. La collocazione della propria opera in uno spazio non può essere lasciata al caso ma deve supportare l'opera e trasportare in un' altra dimensione».
Che lavori hai deciso di esporre in questa particolare ed internazionale occasione? E perché?
«In questa mostra d'arte pittorica ho esposto cinque pezzi (per me) molto rappresentativi della mia pittura e delle mie atmosfere. Ne cito due: il "Ritratto di padre" dove ho cercato di immortalare sì mio "padre" ma nello stesso momento il padre di tutti, attraverso una luce cha fa da protagonista mettendo in evidenza i segni del tempo e dell'esperienza, patrimonio importante per tutti noi e soprattutto per la società in cui viviamo, sempre più superficiale ed in declino secondo il mio modo di vedere. L'altro "Di domenica", in cui, attraverso una luce morbida e toni freddi, ho cercato di rappresentare in questa opera, una delle mie preferite, un interno dell'accademia di Firenze presso la quale mi sono formato per tre lunghi anni e dove si respira "un'aria sospesa nel tempo e nello spazio"».
In che particolare contesto di vita hai dato alla luce le tue cinque opere in esposizione? Chi o cosa hanno ispirato i tuoi lavori?
«Di solito le mie opere sono sviluppate in contesti domestici. Non di rado preferisco dipingere all'interno del mio studio, ma quello che mi ha spinto a rappresentare questi soggetti è la luce. In questi personaggi o ambienti è ciò che cattura maggiormente il mio interesse. Dunque il luogo in cui le opere sono esposte gioca un ruolo molto importante, nella misura in cui consente che la luce che si respira nei miei quadri sia proprio quella che avevo in mente mentre li dipingevo».
Cos'è per te l'ispirazione?
«L'ispirazione è il punto massimo, l'apice adrenalinico dell'intuizione, della consapevolezza tecnica e dell'istintività di un artista. E' ciò che lo rende unico. L'ispirazione comunque per me è molto legata alla tenacità e all'impegno continuo di un artista nel coltivare le sue opere».
Stai ricevendo numerosi contatti connessi a quest'evento, non appena le tue opere sono state esposte hanno riscosso un grandissimo successo. Possiamo dire che un'opera raggiunga la sua completezza nel momento in cui viene recepita dal "suo" pubblico ovvero da chi saprà amarla?
«Il giudizio del pubblico è sempre importante. Ma tuttavia se l'artista ama la sua opera e mette l'anima in quello che fa, l'opera diventa universale e si completa trasmettendo un sentimento forte al pubblico».