La città
Un intruso nel fossato del castello
Ragazzini troppo spericolati trascurano i pericoli. Dov’è la sicurezza nei giardini?
Barletta - mercoledì 23 marzo 2011
Domenica mattina. I giardini del castello di Barletta sono gremiti di famiglie che passeggiano, anziani che chiacchierano, giovani che si rilassano stesi sul selciato. Eppure un'apparizione inconsueta turba coloro che, affacciati alle ringhiere che circondano il maniero medievale, scorgono una figura che tranquillamente passeggia nel fossato del castello: un ragazzino – avrà avuto massimo 16 anni – si era intrufolato lungo il percorso erboso strettamente vietato al pubblico per motivi di sicurezza, dopo aver 'coraggiosamente' scavalcato il cancello esterno. Pochi metri più avanti, un tombino scoperto e senza protezioni interrompeva il sentiero tracciato nel fossato. Tutti in silenzio, perché in pochi hanno potuto osservare la scena e preoccuparsi per l'incolumità del ragazzino, che invece della propria incolumità evidentemente aveva poca considerazione. Nessuno che lo fermasse, nessuno che lo rimproverasse: una bravata fra amici, del tutto sprezzanti della sicurezza propria e altrui.
Altrettanto 'coraggiosamente' una sua coetanea, dalla parte opposta dei giardini, passeggia come una novella equilibrista sul parapetto del fossato, al di là della ringhiera. Una spinta, una distrazione, un malessere, e nessuno avrebbe potuto impedire una caduta vertiginosa. Invece lei giocava, si divertiva a mostrare alle amiche questa sua disinvoltura da adulta.
Ci sono passati accanto, questi ragazzini, in una domenica mattina come le altre per chi è solito trascorrerle ai giardini del castello. Scene già viste, che ci sfiorano appena e non destano più preoccupazione. Sarà il nostro un ancestrale ed ossessivo timore genitoriale? O che siano gli stessi giardini ad essere divenuti un luogo dell'altrove, dove tutto ormai è consentito e nessuno ha più voglia di denunciare? Forse occorre una riflessione in più.
Altrettanto 'coraggiosamente' una sua coetanea, dalla parte opposta dei giardini, passeggia come una novella equilibrista sul parapetto del fossato, al di là della ringhiera. Una spinta, una distrazione, un malessere, e nessuno avrebbe potuto impedire una caduta vertiginosa. Invece lei giocava, si divertiva a mostrare alle amiche questa sua disinvoltura da adulta.
Ci sono passati accanto, questi ragazzini, in una domenica mattina come le altre per chi è solito trascorrerle ai giardini del castello. Scene già viste, che ci sfiorano appena e non destano più preoccupazione. Sarà il nostro un ancestrale ed ossessivo timore genitoriale? O che siano gli stessi giardini ad essere divenuti un luogo dell'altrove, dove tutto ormai è consentito e nessuno ha più voglia di denunciare? Forse occorre una riflessione in più.