La città
Un anno fa ci lasciava Manrico Gammarota, tenace e tormentato
Il ricordo del sindaco Cascella di un uomo che volle intraprendere un "cammino virtuoso"
Barletta - mercoledì 10 febbraio 2016
10.54
Lo spettacolo deve continuare, si dice nell'ambiente. E l'attività della stagione di prosa è continuata dopo il commosso applauso che una anno fa rendemmo a Manrico Gammarota, proprio dinanzi al teatro "Curci" di cui aveva cercato la direzione artistica, e l'aveva ottenuta, con tenacia e passione. Lo spettacolo continua sotto lo sguardo dolce e malinconico di Manrico, così come Paolo Vitali lo aveva colto e ritratto in un momento del suo impegno artistico.
Il quadro è là, davanti ai camerini che ospitano le donne e gli uomini che calcano le scene del teatro dove Manrico aveva voluto intraprendere "un cammino virtuoso". Così lo aveva definito quando, leggendo alcune cronache sul rischio che i ritardi e le incertezze del bilancio potessero pregiudicare la stagione teatrale 2013-2014, si era detto pronto a mettersi in gioco, senza percepire alcun compenso come direttore artistico, puntando a ridurre le spese del cartellone della stagione con "spettacoli a più basso costo ma di accertata qualità", soprattutto lavorando "con i giovani e per i giovani in attività formative e culturali", senza "far perdere al teatro prestigio e qualità". Il "Curci" ne ha, anzi, guadagnato, se la stagione di prosa è diventata tra le più attrattive del Mezzogiorno. Segno che Manrico aveva visto giusto e aveva seminato bene. Purtroppo la volontà non gli è bastata a cambiare la trama di una vita tormentata.
Ma il cammino immaginato quel giorno da Manrico come "virtuoso" continua. Come lo spettacolo al suo "Curci".
Il quadro è là, davanti ai camerini che ospitano le donne e gli uomini che calcano le scene del teatro dove Manrico aveva voluto intraprendere "un cammino virtuoso". Così lo aveva definito quando, leggendo alcune cronache sul rischio che i ritardi e le incertezze del bilancio potessero pregiudicare la stagione teatrale 2013-2014, si era detto pronto a mettersi in gioco, senza percepire alcun compenso come direttore artistico, puntando a ridurre le spese del cartellone della stagione con "spettacoli a più basso costo ma di accertata qualità", soprattutto lavorando "con i giovani e per i giovani in attività formative e culturali", senza "far perdere al teatro prestigio e qualità". Il "Curci" ne ha, anzi, guadagnato, se la stagione di prosa è diventata tra le più attrattive del Mezzogiorno. Segno che Manrico aveva visto giusto e aveva seminato bene. Purtroppo la volontà non gli è bastata a cambiare la trama di una vita tormentata.
Ma il cammino immaginato quel giorno da Manrico come "virtuoso" continua. Come lo spettacolo al suo "Curci".