Politica
Tagli alle province: il governo dà il via all’iter, ora la parola alle autonomie locali
I requisiti minimi: 350.000 abitanti e 2.500 km² di superficie. Ventola amareggiato, convocata con urgenza la conferenza dei capigruppo consiliari della Bat
Barletta - venerdì 20 luglio 2012
18.24
«La delibera del consiglio dei ministri assunta oggi in materia di riordino delle province costituisce il secondo passaggio di quel percorso già delineato nel decreto legge sulla "Spending Review" in questa materia - così il ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi ha illustrato, nella conferenza stampa di questa mattina, le decisioni del governo sulle province, dando il via ad un complesso iter decisionale che dovrà coinvolgere gli enti locali - Si tratta dell'individuazione dei criteri dimensionali minimi, sulla base dei quali tutte le province dovranno essere riordinate. Questi requisiti sono stati individuato in: almeno 350.000 abitanti e almeno 2.500 km². Questo significa che le nuove aggregazioni che sorgeranno dal riordino complessivo di tutte le province, non potranno andare al di sotto di questi requisiti - ha sottolineato il ministro - L'esito generale di questa riorganizzazione potrà portare ad un numero (con qualche linea di approssimazione, perché saranno le autonomie a fare le proposte) intorno alle 40 province e alle 10 città metropolitane, qualcosa in meno, una o due in più. Ora si apre il confronto con i consigli delle autonomie locali e soprattutto con le regioni. Il passaggio finale di questo percorso sarà individuato in un nuovo atto legislativo che metterà a regime il complesso del sistema di riordino di governo sul territorio. Vorrei ricordare che, accanto al riordino complessivo delle province, avremo anche l'istituzione delle città metropolitane, le forme di gestione associata di servizi comunali, e soprattutto la riorganizzazione complessiva dell'amministrazione periferica dello Stato, quindi le prefetture ma anche tutti gli altri uffici periferici dello Stato, organizzati su base provinciale. E' un occasione rilevante per riorganizzare enti di area vasta che siano in gradi di costituire la dimensione ottimale e moderna per dare servizi migliori ai cittadini sul territorio».
«Il riordino delle province, all'esito di questo procedimento, deve avvenire con legge dello Stato. Conteremmo di concludere il processo normativo entro il 2012 - ha aggiunto Patroni Griffi - Questo significa poter avere maggiore elasticità sui termini intermedi, e consentire un'adeguata riflessione al livello del sistema delle autonomie. Questa è una riforma che incide considerevolmente sul territorio. Quindi termine massimo entro l'anno, ma è presumibile che si possa fare prima, perché abbiamo dei termini intermedi molto larghi». Infatti, nel comunicato stampa diramato dalla Presidenza del consiglio dei ministri, al termine del consiglio dei ministri di questa mattina, si legge che: "nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (CAL), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all'organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali). La proposta finale sarà trasmessa da CAL e Regioni interessate al governo, il quale provvederà all'effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura".
Subito non si sono fatte attendere le voci dalla Bat. Così il presidente Francesco Ventola: «Valutare quanto riportato da un semplice comunicato stampa del Consiglio dei Ministri potrebbe essere abbastanza superficiale. (..) Pertanto, prima di recitare il "De Profundis" delle Province credo sia necessario leggere attentamente le carte. (..) sono altresì curioso di conoscere quali siano le competenze dei Consigli delle autonomie locali, in considerazione del fatto che in Puglia il Cal è formalmente istituito pur non essendosi mai insediato. Nel caso specifico della Provincia di Barletta-Andria-Trani, ad esempio, parliamo di un territorio che confina direttamente con l'istituenda Area Metropolitana di Bari, aspetto questo decisamente inedito e che ritengo debba essere approfondito dal Cal pugliese. Sempre sulla base del comunicato stampa diramato dal Consiglio dei Ministri, credo che quanto stabilito quest'oggi dal Governo sia totalmente anticostituzionale, violando del tutto l'articolo 133 della Costituzione togliendo autonomia ai comuni sulla determinazione dei territori - e poi sui costi - è assolutamente impossibile quantificarli, come lo stesso decreto legge n. 95 del 6 luglio scorso, in materia di revisione della spesa pubblica, afferma chiaramente. Se dunque è impossibile quantificare i costi della chiusura delle Province, che sono al diretto servizio dei cittadini cui erogano quotidianamente servizi, perché non si è proceduto con la chiusura di tutti quegli enti inutili, di diramazione regionale, che ci costano milioni e milioni di euro? Sarebbero bastate poche righe per eliminarli tutti, risparmiando così tanti soldi pubblici senza violare la Costituzione. E' alquanto paradossale che un Governo definito tecnico prenda una topica così colossale proprio su un argomento squisitamente tecnico. Auspico dunque che tale provvedimento, se trovassero conferma queste prime indiscrezioni, non trovi alcun supporto dalla politica. I veri costi, infatti, sono altrove, ma evidentemente non vi è alcun interesse a far decadere i Consigli di Amministrazione di questi enti intermedi, i cui rappresentanti, diversamente da chi governa le Province, sono nominati e non eletti democraticamente dal popolo. La mia non vuole essere una strenua difesa delle Province o, in particolare, di quella che mi onoro di rappresentare, ma una difesa dei servizi che le Province erogano ai cittadini e che probabilmente qualcuno non vuole più che siano resi».
Intanto per oggi, alle 17, è stata convocata una conferenza dei capigruppo del consiglio provinciale della Bat, proprio per discutere di questa informativa di Ventola. La Bat comincia a sentir mancare la terra sotto i suoi piedi? Vedremo cosa succederà. Le prossime settimane, i prossimi mesi, saranno decisivi.
«Il riordino delle province, all'esito di questo procedimento, deve avvenire con legge dello Stato. Conteremmo di concludere il processo normativo entro il 2012 - ha aggiunto Patroni Griffi - Questo significa poter avere maggiore elasticità sui termini intermedi, e consentire un'adeguata riflessione al livello del sistema delle autonomie. Questa è una riforma che incide considerevolmente sul territorio. Quindi termine massimo entro l'anno, ma è presumibile che si possa fare prima, perché abbiamo dei termini intermedi molto larghi». Infatti, nel comunicato stampa diramato dalla Presidenza del consiglio dei ministri, al termine del consiglio dei ministri di questa mattina, si legge che: "nei prossimi giorni il Governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (CAL), istituito in ogni Regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all'organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali). La proposta finale sarà trasmessa da CAL e Regioni interessate al governo, il quale provvederà all'effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura".
Subito non si sono fatte attendere le voci dalla Bat. Così il presidente Francesco Ventola: «Valutare quanto riportato da un semplice comunicato stampa del Consiglio dei Ministri potrebbe essere abbastanza superficiale. (..) Pertanto, prima di recitare il "De Profundis" delle Province credo sia necessario leggere attentamente le carte. (..) sono altresì curioso di conoscere quali siano le competenze dei Consigli delle autonomie locali, in considerazione del fatto che in Puglia il Cal è formalmente istituito pur non essendosi mai insediato. Nel caso specifico della Provincia di Barletta-Andria-Trani, ad esempio, parliamo di un territorio che confina direttamente con l'istituenda Area Metropolitana di Bari, aspetto questo decisamente inedito e che ritengo debba essere approfondito dal Cal pugliese. Sempre sulla base del comunicato stampa diramato dal Consiglio dei Ministri, credo che quanto stabilito quest'oggi dal Governo sia totalmente anticostituzionale, violando del tutto l'articolo 133 della Costituzione togliendo autonomia ai comuni sulla determinazione dei territori - e poi sui costi - è assolutamente impossibile quantificarli, come lo stesso decreto legge n. 95 del 6 luglio scorso, in materia di revisione della spesa pubblica, afferma chiaramente. Se dunque è impossibile quantificare i costi della chiusura delle Province, che sono al diretto servizio dei cittadini cui erogano quotidianamente servizi, perché non si è proceduto con la chiusura di tutti quegli enti inutili, di diramazione regionale, che ci costano milioni e milioni di euro? Sarebbero bastate poche righe per eliminarli tutti, risparmiando così tanti soldi pubblici senza violare la Costituzione. E' alquanto paradossale che un Governo definito tecnico prenda una topica così colossale proprio su un argomento squisitamente tecnico. Auspico dunque che tale provvedimento, se trovassero conferma queste prime indiscrezioni, non trovi alcun supporto dalla politica. I veri costi, infatti, sono altrove, ma evidentemente non vi è alcun interesse a far decadere i Consigli di Amministrazione di questi enti intermedi, i cui rappresentanti, diversamente da chi governa le Province, sono nominati e non eletti democraticamente dal popolo. La mia non vuole essere una strenua difesa delle Province o, in particolare, di quella che mi onoro di rappresentare, ma una difesa dei servizi che le Province erogano ai cittadini e che probabilmente qualcuno non vuole più che siano resi».
Intanto per oggi, alle 17, è stata convocata una conferenza dei capigruppo del consiglio provinciale della Bat, proprio per discutere di questa informativa di Ventola. La Bat comincia a sentir mancare la terra sotto i suoi piedi? Vedremo cosa succederà. Le prossime settimane, i prossimi mesi, saranno decisivi.