Politica
Sì al referendum per i tribunali minori, nuova speranza per Barletta
«Scongiurare definitivamente il rischio chiusura» commenta il consigliere Mennea
Barletta - sabato 13 dicembre 2014
10.05
La Cassazione ha dichiarato ammissibili i tre referendum abrogativi delle disposizioni contenute nel decreto legislativo del 2012 sulla riorganizzazione degli Uffici giudiziari, depositati lo scorso 11 settembre dalle Regioni Basilicata, Puglia, Sicilia, Campania e Abruzzo. Buone notizie quindi per le sedi distaccate del tribunale di Barletta e di Andria e per tutti gli altri presidi territoriali minacciati dalla riorganizzazione.Resta ancora speranza per i tribunali minori: infatti la Cassazione ha ritenuto ammissibili i referendum che potrebbero salvare una volta per tutte anche le sedi di Barletta e di Andria. «E' una battaglia in cui ho sempre creduto – ha dichiarato il consigliere regionale Ruggiero Mennea – e oggi registriamo un ottimo risultato positivo per la difesa di importanti presidi di giustizia e legalità nel territorio pugliese, e in particolare nella Bat, dove rischiavano di scomparire per sempre le sedi di Barletta e di Andria».
La riorganizzazione degli uffici giudiziari, nell'ottica della spending review, aveva decretato il rischio di chiusura per alcuni presidi di giustizia attivi ed efficienti nel territorio: «Ecco perché ho combattuto perché queste sedi non scomparissero nell'ottica di un cieco efficientamento delle risorse – continua Mennea – la chiusura della sede di un tribunale porta con sé conseguenze negative non solo per i numerosi lavoratori, ma anche per i cittadini del territorio, che perdono così un punto di riferimento, simbolo di correttezza e legalità. Occorre ribadire che il taglio indiscriminato dei tribunali e l'accorpamento delle sedi ha causato una spesa pari a cinque volte quella risparmiata, a cui si sono aggiunti i disagi per i cittadini, ma soprattutto per i dipendenti dei tribunali e per gli avvocati stessi. Continuo fortemente a sostenere l'insensatezza di questa riorganizzazione: è stato mio impegno sollecitare l'interessamento dell'allora ministro Cancellieri, del presidente del Consiglio regionale e ora ritengo soddisfacente questo sì da parte della Cassazione».
«Oggi l'ammissibilità dei referendum rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la salvaguardia di questi storici presidi di giustizia nel nostro territorio – ribadisce il consigliere regionale – e rinnova l'importanza di continuare a testa alta questa battaglia per la difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, con l'auspicio che il referendum possa portare al ripristino di queste sedi e scongiurare definitivamente il rischio chiusura».
La riorganizzazione degli uffici giudiziari, nell'ottica della spending review, aveva decretato il rischio di chiusura per alcuni presidi di giustizia attivi ed efficienti nel territorio: «Ecco perché ho combattuto perché queste sedi non scomparissero nell'ottica di un cieco efficientamento delle risorse – continua Mennea – la chiusura della sede di un tribunale porta con sé conseguenze negative non solo per i numerosi lavoratori, ma anche per i cittadini del territorio, che perdono così un punto di riferimento, simbolo di correttezza e legalità. Occorre ribadire che il taglio indiscriminato dei tribunali e l'accorpamento delle sedi ha causato una spesa pari a cinque volte quella risparmiata, a cui si sono aggiunti i disagi per i cittadini, ma soprattutto per i dipendenti dei tribunali e per gli avvocati stessi. Continuo fortemente a sostenere l'insensatezza di questa riorganizzazione: è stato mio impegno sollecitare l'interessamento dell'allora ministro Cancellieri, del presidente del Consiglio regionale e ora ritengo soddisfacente questo sì da parte della Cassazione».
«Oggi l'ammissibilità dei referendum rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la salvaguardia di questi storici presidi di giustizia nel nostro territorio – ribadisce il consigliere regionale – e rinnova l'importanza di continuare a testa alta questa battaglia per la difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, con l'auspicio che il referendum possa portare al ripristino di queste sedi e scongiurare definitivamente il rischio chiusura».