Associazioni
Sesso, intimità, genere ed erotismo non sono sinonimi
La teoria queer frantuma quella della sessualità cristallizzata. La critica del (pre)giudizio
Barletta - sabato 15 giugno 2013
15.28
"Fluisco…pur essendo radicata"; immaginate lo strepitio di chi, immobilizzato dai pregiudizi, fluisce dentro di sé, si scopre e si avverte come un soggetto essente ma assente per la società che misconosce. Non c'è atto più obsoleto della cristallizzazione, e il Barletta Pride ha pensato bene di organizzare un incontro socio-psico-pedagogico sul tema dell'"erotismo di scarto", scartato cioè dalla norma.
Cos'è la teoria queer? E' la teoria dell'indefinitezza e dell' indefinibilità sessuali. La sua ontologia è ancora tutta da formare, magari non avrà mai fondamento ontologico perché la sua esistenza si crogiola nella neutralità. Si vuole neutralizzare gli schemi per imporre una neutralità identitaria e sessuale. I più grandi pensatori dell'ultimo secolo, Michel Foucault e Jacques Derrida, hanno sostenuto l'asessualità di genere: il possesso di genitali definiti non vincola il loro rapporto esterno con l'altro da sé.
Andando oltre l'approccio filosofico e antropologico, i temi toccati sono stati più quotidianamente tangibili: identità "contro" e angosce di cambiamento, omosessualità e ruolo genitoriale, i transgender dal punto di vista medico-chirurgico, il suicidio dei giovani omosessuali, le anomalie della sessualità matta, "the next gay" e la consapevolezza queer. Tutte argomentazioni sostenute da altissime competenze nell'ambito della psichiatria e della psico-patologia, che hanno incontrato accoglienza interessata nella sala Rossa del Castello di Barletta, ieri mattina. Con dati statistici alla mano e studi approfonditi in ospedali e famiglie, le discussioni avevano il comune intento di sviluppare la massima conoscenza degli stimoli pulsionali-sensoriali-mentali che l'individuo ha o può avere; il tutto condotto sulla strada (ancora sdrucciolevole) della liberazione emotiva e psichica.
Non pochi i casi di repressione e di conservatorismo bigotto verso la comunità LGBT. Su questo gli psicologi si assumono le loro responsabilità storiche per l'aver contribuito alla denotazione di un omosessuale o di un "ibrido" come soggetti patologici, ai quali fornire immediata cura (il più delle volte palliativa e repressiva). Tuttavia, non mancano le critiche alla diversità gridata, all'esibizionismo narcisistico e all'ostentazione grottesca di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali.
Una commistione intima di punti di vista diversi, ma uguali nel loro mutuo riconoscimento. Ciò che fa dell'amore la contraddizione più inaudita, ciò che lo rende difficilmente integrabile in qualsiasi sistema- d'altronde- è che si tratta di un legame tra due elementi, il quale non è garantito da un terzo elemento, come avviene prima di esso nel legame naturale, e dopo di esso nello stato.
Cos'è la teoria queer? E' la teoria dell'indefinitezza e dell' indefinibilità sessuali. La sua ontologia è ancora tutta da formare, magari non avrà mai fondamento ontologico perché la sua esistenza si crogiola nella neutralità. Si vuole neutralizzare gli schemi per imporre una neutralità identitaria e sessuale. I più grandi pensatori dell'ultimo secolo, Michel Foucault e Jacques Derrida, hanno sostenuto l'asessualità di genere: il possesso di genitali definiti non vincola il loro rapporto esterno con l'altro da sé.
Andando oltre l'approccio filosofico e antropologico, i temi toccati sono stati più quotidianamente tangibili: identità "contro" e angosce di cambiamento, omosessualità e ruolo genitoriale, i transgender dal punto di vista medico-chirurgico, il suicidio dei giovani omosessuali, le anomalie della sessualità matta, "the next gay" e la consapevolezza queer. Tutte argomentazioni sostenute da altissime competenze nell'ambito della psichiatria e della psico-patologia, che hanno incontrato accoglienza interessata nella sala Rossa del Castello di Barletta, ieri mattina. Con dati statistici alla mano e studi approfonditi in ospedali e famiglie, le discussioni avevano il comune intento di sviluppare la massima conoscenza degli stimoli pulsionali-sensoriali-mentali che l'individuo ha o può avere; il tutto condotto sulla strada (ancora sdrucciolevole) della liberazione emotiva e psichica.
Non pochi i casi di repressione e di conservatorismo bigotto verso la comunità LGBT. Su questo gli psicologi si assumono le loro responsabilità storiche per l'aver contribuito alla denotazione di un omosessuale o di un "ibrido" come soggetti patologici, ai quali fornire immediata cura (il più delle volte palliativa e repressiva). Tuttavia, non mancano le critiche alla diversità gridata, all'esibizionismo narcisistico e all'ostentazione grottesca di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali.
Una commistione intima di punti di vista diversi, ma uguali nel loro mutuo riconoscimento. Ciò che fa dell'amore la contraddizione più inaudita, ciò che lo rende difficilmente integrabile in qualsiasi sistema- d'altronde- è che si tratta di un legame tra due elementi, il quale non è garantito da un terzo elemento, come avviene prima di esso nel legame naturale, e dopo di esso nello stato.