Gesù al tempio
Gesù al tempio
Religioni

Scoprire la bellezza nella fragilità

Il Tempio di Dio è in tutti noi, scrive don Vito Carpentiere

Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

In questa domenica la liturgia ci fa interrompere il cammino con l'evangelista Matteo per farci celebrare la Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, ovvero la Chiesa Cattedrale di Roma e del Mondo. Molti pensano che sia San Pietro in Vaticano la Chiesa più importante, la Chiesa Madre di Roma e del Mondo. Invece no! È San Giovanni in Laterano, lì dove i successori dell'apostolo Pietro, i papi, hanno celebrato e abitato per molti secoli. È, questa, una festa che ci richiama anzitutto la Chiesa come mistero di comunione e di missione. Le chiese visibili sono chiamate a raccogliere in unità il Popolo di Dio nel vincolo della comunione fra noi e con il Signore, e ad inviare per l'annuncio missionario del Vangelo, annuncio che mai si deve ritenere compiuto perché c'è ancora tanto bisogno sia di Evangelizzazione sia di nuova Evangelizzazione.

Il brano del Vangelo proposto oggi mi suggerisce alcuni passaggi avvenuti nella comprensione del tempio nella storia della salvezza. Nell'Antico Testamento il tempio era luogo dell'incontro degli uomini con Dio, ma col culto dei sacrifici il tempio di Gerusalemme era diventato, ai tempi di Gesù, un "mercato del sacro"! Già molti profeti si erano schierati contro gli olocausti, perché "Dio non vuole olocausti di montoni e di tori" ma gradisce "il sacrificio della nostra lode", un cuore che sa accogliere Dio, lasciarsi amare, amare e donarsi. Perciò Gesù opera la "rivoluzione": parla del suo corpo come del nuovo tempio di Dio, in cui abita la pienezza della divinità. E poiché noi siamo stati da Lui redenti e salvati, anche il nostro corpo è diventato tempio santo di Dio, dimora consacrata a Lui nel Battesimo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio.

Le nostre chiesa, alcune nel loro splendore, altre nella loro semplicità, alcune antiche, altre moderne, alcune ricchissime di opere d'arte, altre ricche dell'opera migliore che Dio abbia mai potuto fare, ossia l'uomo, sono una realtà "di passaggio", mentre il tempio che è ciascuno di noi è una alta che appartiene a Dio, dunque all'eternità.

L'augurio per questa domenica è che ciascuno di noi riscopra la bellezza, nonostante fragilità, debolezze e peccati, del proprio essere Tempio di Dio, luogo che Dio ha scelto per prendere dimora non più "in mezzo a noi" ma "in noi"!

Buona domenica a tutti.

[don Vito]
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