Politica
Renzi o Vendola? Barlettani "renziani" per cercare di dare una "svolta"
La piazza: «E' la forza vincente, l'innovazione, il futuro, il cambiamento». Per creare identità politiche, servono i volti, ma anche le idee
Barletta - venerdì 24 maggio 2013
02.00
Desiderio di svolta e voglia di futuro. Queste le impressioni giunte da piazza Caduti, mercoledì sera, durante la staffetta elettorale tra Nichi Vendola e Matteo Renzi, a sostegno del candidato sindaco Pasquale Cascella. I due volti del centrosinistra, che non si sono incontrati sul palco, sono stati forse i più distanti avversari politici alle primarie del centrosinistra dello scorso autunno.
Abbiamo quindi posto ai presenti in piazza, una semplice domanda: Vendola o Renzi? E perché? «Credo che Renzi sia la forza vincente, sarebbe stato l'uomo che avrebbe dato la svolta a livello nazionale, e soprattutto nel PD che sta vivendo vicissitudini abbastanza travagliate. Renzi è il futuro di questa nazione». «Ho sempre sostenuto Vendola, ma penso che il futuro sia Renzi». «Renzi è innovativo, è quella svolta che ci vorrebbe. A livello nazionale dico Renzi, a livello locale possiamo anche tenerci Vendola». Altre voci. «Sebbene sono di centrodestra, credo che Renzi avrebbe potuto dare una svolta all'Italia, se non avesse trovato davanti lo scoglio di Bersani». «Né l'uno, né l'altro, perché a livello nazionale hanno fatto il cosiddetto inciucio. Nessuno dei due perché danno sempre la colpa agli altri, senza pensare alle proprie colpe. Renzi è dell'ala di destra del PD, e lo vedo più lui populista rispetto a tutti gli altri. Sarei più per Vendola, ma non mi convince per i vari casi della sanità pugliese, sul caso Tedesco, sull'Ilva».
«Scelgo Renzi per i suoi discorsi molto più vicini alla gente, che lui non chiama gente, ma persone. E' un'idea di politica più giovanile, più vera, più vicina ai problemi delle persone, meno filosofica». «Renzi è di una giovane generazione, parla un linguaggio più semplice. Vendola ha fatto un po' di danni per la Puglia in ambito sanitario». «Adesso è il momento di Renzi. Ha intercettato le esigenze del centrosinistra. Prendere i voti del centrodestra credo sia ormai l'obiettivo più giusto». «Renzi è il cambiamento. Per quanto certi temi toccati da Vendola sono più vicini al sociale rispetto a Renzi, però in renzi c'è una risposta chiara. Un po' forse il nostro Tony Blair, la speranza». «Renzi rappresenta l'innovazione del PD, Vendola rappresenta un po' più la sinistra estrema che, in teoria, dovrebbe andare più incontro all'innovazione. Sono due facce della stessa medaglia».
Tuttavia, la ricerca di rinnovate identità politiche, non potrà certamente avvenire solo attraverso la scelta delle singole persone. Non si possono e non si devono infatti dimenticare le idee e i programmi che i candidati propongono. Le primarie del centrosinistra hanno messo in luce le differenze o le incompatibilità tra Renzi e Vendola: a partire, su tutti, dai temi del lavoro. Le scelte politiche perciò non potranno che partire dai contenuti, altrimenti saranno soltanto illusioni.
Abbiamo quindi posto ai presenti in piazza, una semplice domanda: Vendola o Renzi? E perché? «Credo che Renzi sia la forza vincente, sarebbe stato l'uomo che avrebbe dato la svolta a livello nazionale, e soprattutto nel PD che sta vivendo vicissitudini abbastanza travagliate. Renzi è il futuro di questa nazione». «Ho sempre sostenuto Vendola, ma penso che il futuro sia Renzi». «Renzi è innovativo, è quella svolta che ci vorrebbe. A livello nazionale dico Renzi, a livello locale possiamo anche tenerci Vendola». Altre voci. «Sebbene sono di centrodestra, credo che Renzi avrebbe potuto dare una svolta all'Italia, se non avesse trovato davanti lo scoglio di Bersani». «Né l'uno, né l'altro, perché a livello nazionale hanno fatto il cosiddetto inciucio. Nessuno dei due perché danno sempre la colpa agli altri, senza pensare alle proprie colpe. Renzi è dell'ala di destra del PD, e lo vedo più lui populista rispetto a tutti gli altri. Sarei più per Vendola, ma non mi convince per i vari casi della sanità pugliese, sul caso Tedesco, sull'Ilva».
«Scelgo Renzi per i suoi discorsi molto più vicini alla gente, che lui non chiama gente, ma persone. E' un'idea di politica più giovanile, più vera, più vicina ai problemi delle persone, meno filosofica». «Renzi è di una giovane generazione, parla un linguaggio più semplice. Vendola ha fatto un po' di danni per la Puglia in ambito sanitario». «Adesso è il momento di Renzi. Ha intercettato le esigenze del centrosinistra. Prendere i voti del centrodestra credo sia ormai l'obiettivo più giusto». «Renzi è il cambiamento. Per quanto certi temi toccati da Vendola sono più vicini al sociale rispetto a Renzi, però in renzi c'è una risposta chiara. Un po' forse il nostro Tony Blair, la speranza». «Renzi rappresenta l'innovazione del PD, Vendola rappresenta un po' più la sinistra estrema che, in teoria, dovrebbe andare più incontro all'innovazione. Sono due facce della stessa medaglia».
Tuttavia, la ricerca di rinnovate identità politiche, non potrà certamente avvenire solo attraverso la scelta delle singole persone. Non si possono e non si devono infatti dimenticare le idee e i programmi che i candidati propongono. Le primarie del centrosinistra hanno messo in luce le differenze o le incompatibilità tra Renzi e Vendola: a partire, su tutti, dai temi del lavoro. Le scelte politiche perciò non potranno che partire dai contenuti, altrimenti saranno soltanto illusioni.