Cronaca
Relazione semestrale Dia: «Nella Bat una criminalità frammentata con tanti clan operativi»
Organizzazioni in evoluzione, capaci di coniugare i metodi criminali "classici" con le infiltrazioni nell'economia legale
Barletta - venerdì 14 aprile 2023
8.24
Una criminalità in continua evoluzione, da tempo non più esclusivamente "vecchio stampo", che agisce sulla falsariga di quanto già accade nelle altre province pugliesi. La relazione della Direzione investigativa antimafia al parlamento relativa al primo semestre del 2022, prendendo spunto dalle parole del Procuratore generale della Corte di Appello di Bari Annamaria Tosto, definisce la Bat come una territorio caratterizzato «da una mafia autoctona, frammentata, costituita da tanti clan». Le evidenze investigative consentono di osservare come alcune frange sembrerebbero orientate verso modelli delinquenziali più evoluti, finalizzati all'infiltrazione nell'economia legale, pur senza rinunciare a forme di intimidazione violenta contro rappresentanti della pubblica amministrazione. Non è un caso che in tutta la provincia siano stati registrati danneggiamenti di autovetture ai danni di funzionari pubblici e incaricati di pubblico servizio.
Terra di mezzo delle consorterie ma non solo. La Bat, saldamente al comando della spiacevole graduatoria dei furti d'auto in rapporto alla popolazione, è contrassegnata da fenomeni criminosi di ogni tipo, con ripercussioni pesanti sullo sviluppo del tessuto socio-economico delle singole città. La mappa dettagliata che traccia la presenza dei clan lascia al momento i due comuni più piccoli, Minervino Murge e Spinazzola, oltre a Canosa di Puglia, privi di un cartello prevalente ma ciò non impedisce ai singoli gruppi di agire in quelle zone. Un nervo scoperto restano le attività economiche del turismo e della ristorazione, prevalenti lungo la litoranea tra Margherita di Savoia, Barletta, Trani e Bisceglie, come anche le aziende del comparto agricolo, specie nell'entroterra, tutte segnate da una forte incidenza dei reati predatori e dei danneggiamenti, che peraltro costituiscono un'opportunità di contatto fra delinquenza comune e criminalità organizzata.
Proprio al fine di assicurare il preminente interesse pubblico connesso con la legalità e con la trasparenza nell'economia, Prefettura e Provincia hanno sottoscritto il 22 febbraio 2022 il "Protocollo di legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli affidamenti di lavori servizi e forniture" con il quale le parti, nell'ambito delle rispettive competenze, si impegnano ad assumere ogni utile iniziativa al fine di promuovere il pieno rispetto delle discipline antimafia anche mediante «l'interscambio informativo tra le Pubbliche Amministrazioni interessate e l'interconnessione di banche dati per assicurare la più efficace azione di vigilanza, controllo e monitoraggio».
In tale ambito le interdittive emesse dal Prefetto della sesta provincia pugliese e lo scioglimento del consiglio comunale di Trinitapoli, disposto con decreto del presidente della Repubblica del 5 aprile 2022, rappresentano «la risposta più efficace delle Istituzioni contro ogni tentativo di commistione tra business criminali e deviati interessi politico-amministrativi che favoriscono la vocazione affaristico-imprenditoriale dei locali sodalizi mafiosi. Per quanto riguarda, in particolare, lo scioglimento del Comune di Trinitapoli è emerso come la pressione intimidatoria esercitata dalla criminalità organizzata abbia inibito la regolare attività amministrativa e investito anche la tecnostruttura dell'ente che sarebbe talvolta risultata disponibile a comportamenti omissivi o contra legem».
Sempre a Trinitapoli si è anche sviluppata la sanguinosa faida tra i sodalizi De Rosa-Miccoli-Buonarota e Carbone-Gallone, quest'ultimi ritenuti contigui alla batteria foggiana dei Moretti-Pellegrino, Lanza. L'1 e il 3 febbraio 2022, a Trinitapoli, i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti 2 pregiudicati inclusi nel sodalizio criminale De Rosa-Miccoli-Buonarota mentre il 5 gennaio un incendio ha interessato due auto di proprietà di un pregiudicato legato, per vincoli familiari, al clan Carbone-Gallo: un episodio che potrebbe essere collegato alle dinamiche delinquenziali di quel territorio. La Dia, il 25 marzo 2022, ha eseguito un sequestro a carico di un esponente del cartello De Rosa-Miccoli-Buonarota, definito un elemento di spicco «connotato da pericolosità sociale in relazione al suo coinvolgimento in articolate indagini che avrebbero disvelato l'esistenza di un sodalizio criminale dedito al traffico ed alla commercializzazione di droga sulle piazze di Trinitapoli»: beni per ub milione di euro costituiti da 23 unità immobiliari, in prevalenza appezzamenti di terreno seminativi e frutteti, un'azienda agricola, nonché diverse disponibilità finanziarie rinvenute su conti correnti e depositi a risparmio.
A Barletta, l'efficacia dell'azione repressiva sviluppata negli anni dalle Forze di Polizia e dalla Magistratura avrebbe ridimensionato il clan Cannito-Lattanzio mentre a Canosa di Puglia l'operazione "Dolus" (2021) ha delineato l'esistenza di consessi malavitosi organizzati che hanno visto emergere, e progressivamente affermarsi, la figura di un soggetto legato al clan Cannito di Barletta e alla malavita cerignolana. Non emergerebbero, allo stato, segnali di ripresa riferibili alle rilevanti attività criminali sebbene, come evidenziato nella sentenza del processo "Nabucodonosor" (emessa il 2 novembre 2021), a Canosa sembrerebbero operare 4 gruppi, alcuni elementi dei quali già sottoposti a detenzione domiciliare.
Il 18 febbraio 2022, a Barletta, i Carabinieri hanno arrestato un pregiudicato in flagranza di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, trovato in possesso di quasi 100 dosi di cocaina e con numerose frequentazioni con appartenenti al gruppo criminale degli Straniero-Sarcina. Ul 22 marzo 2022, a Barletta, la Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emssa dal Tribunale di Trani nei confronti di due persone ritenute responsabili, a vario titolo, dell'omicidio e della soppressione del cadavere di un pregiudicato (Michele Cilli). Uno degli indagati, Dario Sarcina, appartenente al gruppo Straniero-Sarcina, figura nell'operazione "Nabucodonosor" (2019). Il 30 marzo 2023 Sarcina è stato condannato in primo grado a 18 anni e otto mesi di reclusione.
Significativa nel semestre in questione risulta anche la sentenza definitiva di condanna, connessa con il procedimento "Red Eagle" (2016) che il 15 febbraio 2022 ha portato all'esecuzione di 11 ordini di carcerazione emessi nei confronti di altrettanti responsabili di associazione per delinquere armata finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
L'indagine ha accertato l'esistenza di due distinti sodalizi tra loro collegati per l'attività di produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti e la trasversalità di taluni elementi legati alla criminalità organizzata cerignolana, nord-barese ed albanese. In particolare, l'impianto accusatorio ha delineato l'operatività di un primo sodalizio, stanziato nelle città di Barletta, Andria e Trani ed attivo anche nelle province di Bari e Foggia, nonché di un secondo avente anche la disponibilità di armi stanziato a Cerignola.
Iniziative di prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione nell'economia da parte della criminalità organizzata sono state adottate anche a Barletta. È del 9 marzo 2022 la sottoscrizione del protocollo di legalità tra l'allora Prefetto della Bat Maurizio Valiante, e il Commissario straordinario per la gestione del Comune di Barletta, Francesco Alecci. L'intesa prevede il rafforzamento delle misure di prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli affidamenti pubblici, nelle concessioni e nelle procedure concorsuali, con particolare riguardo alle risorse che saranno trasferite agli enti locali nell'ambito del noto Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Nello scenario criminale di Andria continuerebbe a registrarsi la presenza di elementi di spicco dell'ex clan Pastore-Campanale e l'attività del sodalizio Pistillo-Pesce, contiguo agli Striscigulio di Bari. La criminalità locale sembrerebbe in rapporti anche con la malavita cerignolana, per quanto concerne la commissione di reati predatori, nonché con quella garganica relativamente agli stupefacenti.
Il 16 marzo 2022, ad Andria, i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato un pregiudicato trovato in possesso di 177 kg di hashish suddivisa in panetti da 1 kg, tutti occultati nel garage della sua abitazione. L'individuo è risultato "vicino" a soggetti di spicco dell'ex clan Pastore-Campanale. Il 17 giugno 2022 è stato eseguito il provvedimento definitivo di confisca di beni per un valore di circa 460 mila euro nei confronti di un elemento del clan.
Il clan Capogna di Andria ha attenuato le sue mire espansionistiche su Corato dove appare prevalente l'influenza del clan Capriati. Il gruppo Griner-Capogna e il clan Lapenna non sembrano particolarmente operativi. Nel mese di febbraio 2022 sono state eseguite due misure di prevenzione patrimoniale a carico di due pregiudicati andriesi coinvolti in importanti operazioni di polizia giudiziaria tra cui l'indagine "Via Trani" del 2015 che aveva consentito di disarticolare un sodalizio dedito ad una ramificata e consolidata attività di spaccio di sostanze stupefacenti.
Sempre con riferimento al contesto territoriale di Andria e Minervino Murge rileva la confisca, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, eseguita dalla Dia nei confronti di un pluripregiudicato andriese il quale, attinto da Ordinanza di custodia cautelare in carcere nel giugno del 2017 nell'ambito dell'operazione "Odissea Bancomat", era dedito principalmente a furti e rapine di ingentissimo valore consumate anche in nord Italia. Il provvedimento ha consolidato in forma pressoché speculare il sequestro operato nei confronti dello stesso individuo nell'ottobre del 2019, scaturito dalla proposta di applicazione della misura di prevenzione formulata dalla Dia il 2 aprile 2019.
A Trani, le numerose operazioni di polizia degli ultimi anni hanno inferto duri colpi alla locale criminalità organizzata colpendo soprattutto i sodalizi Corda-Lomolino e Colangelo che sembrerebbero ormai disarticolati. Nel semestre di riferimento la strategia di contrasto ai fenomeni criminali associativi nella città tranese ha portato l'11 maggio 2022 all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 13 indagati, ritenuti responsabili di estorsione, continuata e aggravata dall'uso di armi, nonché di trasferimento fraudolento di beni e valori. L'indagine condotta dai Carabinieri ha evidenziato l'operatività latente dello storico clan Annacondia e l'ormai conclamata presenza nel territorio del gruppo Fiore-RIsoli, compagine satellite del clan Parisi di Bari. Nell'ambito delle investigazioni, inoltre, sono stati raccolti elementi anche in ordine all'intestazione fittizia di alcune attività commerciali ed imprenditoriali riconducibili agli indagati ma formalmente intestate a prestanome e/o loro familiari, colpiti da un provvedimento di sequestro preventivo eseguito a carico di tre pregiudicati. Rimane alta l'attenzione degli investigatori verso gli interessi criminali, anche di tipo imprenditoriale, evidenziati da taluni esponenti della criminalità andriese e, in particolare, del clan ex Pastore-Campanale.
A San Ferdinando di Puglia, l'8 giugno 2022, la Guardia di finanza ha concluso un'operazione nei confronti del clan Visaggio che ha messo in luce numerose manovre di riorganizzazione societaria finalizzate a ripartire asset immobiliari di alcune imprese. Gli esiti delle investigazioni, basandosi sull'analisi della documentazione finanziario-contabile di alcune società, hanno documentato come molti conferimenti di rami d'azienda sarebbero stati adottati al solo scopo di dissimulare la vendita di beni aziendali e sottrarre illecitamente all'erario Iva e imposte dirette. Gli amministratori delle società avrebbero, poi, esposto consapevolmente nei bilanci, nelle relazioni e nelle comunicazioni periodiche sociali, fatti non rispondenti al vero in relazione alla situazione economica e patrimoniale. I proventi illeciti sarebbero stati successivamente dirottati sui conti correnti personali dell'esponente di vertice del citato clan e di alcuni suoi familiari; nel senso è stato disposto anche il sequestro preventivo diretto e/o per equivalente e il sequestro preventivo per sproporzione per un totale di circa 2 milioni e mezzo di euro.
Al pari della delinquenza foggiana e barese, quella della Bat è connotata da una spiccata professionalità nella pianificazione delle azioni criminali e nella gestione delle proprie risorse illecite, nonché da un'apprezzabile propensione alla mobilità nel territorio regionale e nazionale. Anche nel semestre in esame, si registrano reati predatori tra cui spiccano le rapine ai furgoni portavalori ed ai Tir, oggetto di particolare attenzione investigativa da parte delle Forze di polizia anche per le violente modalità operative spesso adottate con l'uso di armi lunghe da guerra ed esplosivi ad alto potenziale.
Per quanto concerne, invece, il traffico internazionale di stupefacenti, si segnalano gli esiti investigativi dell'indagine "Zemra" conclusa dalla DIA l'8 giugno 2022. Le indagini, che evidenziano ancora una volta la sinergia tra la criminalità della Bat e quelle delle province limitrofe cerignolana e barese, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di diversi soggetti, sia di nazionalità italiana capaci di trasferire ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti sull'asse Cerignola-Bisceglie-Bari-Oria sia di nazionalità albanese i quali, a seguito dell'attività repressiva a mare effettuata nell'ambito delle operazioni Shefi e Kulmi, avevano trasferito la produzione della droga dall'Albania a Modugno dove realizzarono una piantagione coltivata in serre, composta da oltre 10.000 piante di marijuana per un peso di circa una tonnellata sottoposta a sequestro dalla polizia giudiziaria.
Terra di mezzo delle consorterie ma non solo. La Bat, saldamente al comando della spiacevole graduatoria dei furti d'auto in rapporto alla popolazione, è contrassegnata da fenomeni criminosi di ogni tipo, con ripercussioni pesanti sullo sviluppo del tessuto socio-economico delle singole città. La mappa dettagliata che traccia la presenza dei clan lascia al momento i due comuni più piccoli, Minervino Murge e Spinazzola, oltre a Canosa di Puglia, privi di un cartello prevalente ma ciò non impedisce ai singoli gruppi di agire in quelle zone. Un nervo scoperto restano le attività economiche del turismo e della ristorazione, prevalenti lungo la litoranea tra Margherita di Savoia, Barletta, Trani e Bisceglie, come anche le aziende del comparto agricolo, specie nell'entroterra, tutte segnate da una forte incidenza dei reati predatori e dei danneggiamenti, che peraltro costituiscono un'opportunità di contatto fra delinquenza comune e criminalità organizzata.
Proprio al fine di assicurare il preminente interesse pubblico connesso con la legalità e con la trasparenza nell'economia, Prefettura e Provincia hanno sottoscritto il 22 febbraio 2022 il "Protocollo di legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli affidamenti di lavori servizi e forniture" con il quale le parti, nell'ambito delle rispettive competenze, si impegnano ad assumere ogni utile iniziativa al fine di promuovere il pieno rispetto delle discipline antimafia anche mediante «l'interscambio informativo tra le Pubbliche Amministrazioni interessate e l'interconnessione di banche dati per assicurare la più efficace azione di vigilanza, controllo e monitoraggio».
In tale ambito le interdittive emesse dal Prefetto della sesta provincia pugliese e lo scioglimento del consiglio comunale di Trinitapoli, disposto con decreto del presidente della Repubblica del 5 aprile 2022, rappresentano «la risposta più efficace delle Istituzioni contro ogni tentativo di commistione tra business criminali e deviati interessi politico-amministrativi che favoriscono la vocazione affaristico-imprenditoriale dei locali sodalizi mafiosi. Per quanto riguarda, in particolare, lo scioglimento del Comune di Trinitapoli è emerso come la pressione intimidatoria esercitata dalla criminalità organizzata abbia inibito la regolare attività amministrativa e investito anche la tecnostruttura dell'ente che sarebbe talvolta risultata disponibile a comportamenti omissivi o contra legem».
Sempre a Trinitapoli si è anche sviluppata la sanguinosa faida tra i sodalizi De Rosa-Miccoli-Buonarota e Carbone-Gallone, quest'ultimi ritenuti contigui alla batteria foggiana dei Moretti-Pellegrino, Lanza. L'1 e il 3 febbraio 2022, a Trinitapoli, i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti 2 pregiudicati inclusi nel sodalizio criminale De Rosa-Miccoli-Buonarota mentre il 5 gennaio un incendio ha interessato due auto di proprietà di un pregiudicato legato, per vincoli familiari, al clan Carbone-Gallo: un episodio che potrebbe essere collegato alle dinamiche delinquenziali di quel territorio. La Dia, il 25 marzo 2022, ha eseguito un sequestro a carico di un esponente del cartello De Rosa-Miccoli-Buonarota, definito un elemento di spicco «connotato da pericolosità sociale in relazione al suo coinvolgimento in articolate indagini che avrebbero disvelato l'esistenza di un sodalizio criminale dedito al traffico ed alla commercializzazione di droga sulle piazze di Trinitapoli»: beni per ub milione di euro costituiti da 23 unità immobiliari, in prevalenza appezzamenti di terreno seminativi e frutteti, un'azienda agricola, nonché diverse disponibilità finanziarie rinvenute su conti correnti e depositi a risparmio.
A Barletta, l'efficacia dell'azione repressiva sviluppata negli anni dalle Forze di Polizia e dalla Magistratura avrebbe ridimensionato il clan Cannito-Lattanzio mentre a Canosa di Puglia l'operazione "Dolus" (2021) ha delineato l'esistenza di consessi malavitosi organizzati che hanno visto emergere, e progressivamente affermarsi, la figura di un soggetto legato al clan Cannito di Barletta e alla malavita cerignolana. Non emergerebbero, allo stato, segnali di ripresa riferibili alle rilevanti attività criminali sebbene, come evidenziato nella sentenza del processo "Nabucodonosor" (emessa il 2 novembre 2021), a Canosa sembrerebbero operare 4 gruppi, alcuni elementi dei quali già sottoposti a detenzione domiciliare.
Il 18 febbraio 2022, a Barletta, i Carabinieri hanno arrestato un pregiudicato in flagranza di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, trovato in possesso di quasi 100 dosi di cocaina e con numerose frequentazioni con appartenenti al gruppo criminale degli Straniero-Sarcina. Ul 22 marzo 2022, a Barletta, la Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emssa dal Tribunale di Trani nei confronti di due persone ritenute responsabili, a vario titolo, dell'omicidio e della soppressione del cadavere di un pregiudicato (Michele Cilli). Uno degli indagati, Dario Sarcina, appartenente al gruppo Straniero-Sarcina, figura nell'operazione "Nabucodonosor" (2019). Il 30 marzo 2023 Sarcina è stato condannato in primo grado a 18 anni e otto mesi di reclusione.
Significativa nel semestre in questione risulta anche la sentenza definitiva di condanna, connessa con il procedimento "Red Eagle" (2016) che il 15 febbraio 2022 ha portato all'esecuzione di 11 ordini di carcerazione emessi nei confronti di altrettanti responsabili di associazione per delinquere armata finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
L'indagine ha accertato l'esistenza di due distinti sodalizi tra loro collegati per l'attività di produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti e la trasversalità di taluni elementi legati alla criminalità organizzata cerignolana, nord-barese ed albanese. In particolare, l'impianto accusatorio ha delineato l'operatività di un primo sodalizio, stanziato nelle città di Barletta, Andria e Trani ed attivo anche nelle province di Bari e Foggia, nonché di un secondo avente anche la disponibilità di armi stanziato a Cerignola.
Iniziative di prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione nell'economia da parte della criminalità organizzata sono state adottate anche a Barletta. È del 9 marzo 2022 la sottoscrizione del protocollo di legalità tra l'allora Prefetto della Bat Maurizio Valiante, e il Commissario straordinario per la gestione del Comune di Barletta, Francesco Alecci. L'intesa prevede il rafforzamento delle misure di prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli affidamenti pubblici, nelle concessioni e nelle procedure concorsuali, con particolare riguardo alle risorse che saranno trasferite agli enti locali nell'ambito del noto Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Nello scenario criminale di Andria continuerebbe a registrarsi la presenza di elementi di spicco dell'ex clan Pastore-Campanale e l'attività del sodalizio Pistillo-Pesce, contiguo agli Striscigulio di Bari. La criminalità locale sembrerebbe in rapporti anche con la malavita cerignolana, per quanto concerne la commissione di reati predatori, nonché con quella garganica relativamente agli stupefacenti.
Il 16 marzo 2022, ad Andria, i Carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato un pregiudicato trovato in possesso di 177 kg di hashish suddivisa in panetti da 1 kg, tutti occultati nel garage della sua abitazione. L'individuo è risultato "vicino" a soggetti di spicco dell'ex clan Pastore-Campanale. Il 17 giugno 2022 è stato eseguito il provvedimento definitivo di confisca di beni per un valore di circa 460 mila euro nei confronti di un elemento del clan.
Il clan Capogna di Andria ha attenuato le sue mire espansionistiche su Corato dove appare prevalente l'influenza del clan Capriati. Il gruppo Griner-Capogna e il clan Lapenna non sembrano particolarmente operativi. Nel mese di febbraio 2022 sono state eseguite due misure di prevenzione patrimoniale a carico di due pregiudicati andriesi coinvolti in importanti operazioni di polizia giudiziaria tra cui l'indagine "Via Trani" del 2015 che aveva consentito di disarticolare un sodalizio dedito ad una ramificata e consolidata attività di spaccio di sostanze stupefacenti.
Sempre con riferimento al contesto territoriale di Andria e Minervino Murge rileva la confisca, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, eseguita dalla Dia nei confronti di un pluripregiudicato andriese il quale, attinto da Ordinanza di custodia cautelare in carcere nel giugno del 2017 nell'ambito dell'operazione "Odissea Bancomat", era dedito principalmente a furti e rapine di ingentissimo valore consumate anche in nord Italia. Il provvedimento ha consolidato in forma pressoché speculare il sequestro operato nei confronti dello stesso individuo nell'ottobre del 2019, scaturito dalla proposta di applicazione della misura di prevenzione formulata dalla Dia il 2 aprile 2019.
A Trani, le numerose operazioni di polizia degli ultimi anni hanno inferto duri colpi alla locale criminalità organizzata colpendo soprattutto i sodalizi Corda-Lomolino e Colangelo che sembrerebbero ormai disarticolati. Nel semestre di riferimento la strategia di contrasto ai fenomeni criminali associativi nella città tranese ha portato l'11 maggio 2022 all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 13 indagati, ritenuti responsabili di estorsione, continuata e aggravata dall'uso di armi, nonché di trasferimento fraudolento di beni e valori. L'indagine condotta dai Carabinieri ha evidenziato l'operatività latente dello storico clan Annacondia e l'ormai conclamata presenza nel territorio del gruppo Fiore-RIsoli, compagine satellite del clan Parisi di Bari. Nell'ambito delle investigazioni, inoltre, sono stati raccolti elementi anche in ordine all'intestazione fittizia di alcune attività commerciali ed imprenditoriali riconducibili agli indagati ma formalmente intestate a prestanome e/o loro familiari, colpiti da un provvedimento di sequestro preventivo eseguito a carico di tre pregiudicati. Rimane alta l'attenzione degli investigatori verso gli interessi criminali, anche di tipo imprenditoriale, evidenziati da taluni esponenti della criminalità andriese e, in particolare, del clan ex Pastore-Campanale.
A San Ferdinando di Puglia, l'8 giugno 2022, la Guardia di finanza ha concluso un'operazione nei confronti del clan Visaggio che ha messo in luce numerose manovre di riorganizzazione societaria finalizzate a ripartire asset immobiliari di alcune imprese. Gli esiti delle investigazioni, basandosi sull'analisi della documentazione finanziario-contabile di alcune società, hanno documentato come molti conferimenti di rami d'azienda sarebbero stati adottati al solo scopo di dissimulare la vendita di beni aziendali e sottrarre illecitamente all'erario Iva e imposte dirette. Gli amministratori delle società avrebbero, poi, esposto consapevolmente nei bilanci, nelle relazioni e nelle comunicazioni periodiche sociali, fatti non rispondenti al vero in relazione alla situazione economica e patrimoniale. I proventi illeciti sarebbero stati successivamente dirottati sui conti correnti personali dell'esponente di vertice del citato clan e di alcuni suoi familiari; nel senso è stato disposto anche il sequestro preventivo diretto e/o per equivalente e il sequestro preventivo per sproporzione per un totale di circa 2 milioni e mezzo di euro.
Al pari della delinquenza foggiana e barese, quella della Bat è connotata da una spiccata professionalità nella pianificazione delle azioni criminali e nella gestione delle proprie risorse illecite, nonché da un'apprezzabile propensione alla mobilità nel territorio regionale e nazionale. Anche nel semestre in esame, si registrano reati predatori tra cui spiccano le rapine ai furgoni portavalori ed ai Tir, oggetto di particolare attenzione investigativa da parte delle Forze di polizia anche per le violente modalità operative spesso adottate con l'uso di armi lunghe da guerra ed esplosivi ad alto potenziale.
Per quanto concerne, invece, il traffico internazionale di stupefacenti, si segnalano gli esiti investigativi dell'indagine "Zemra" conclusa dalla DIA l'8 giugno 2022. Le indagini, che evidenziano ancora una volta la sinergia tra la criminalità della Bat e quelle delle province limitrofe cerignolana e barese, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di diversi soggetti, sia di nazionalità italiana capaci di trasferire ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti sull'asse Cerignola-Bisceglie-Bari-Oria sia di nazionalità albanese i quali, a seguito dell'attività repressiva a mare effettuata nell'ambito delle operazioni Shefi e Kulmi, avevano trasferito la produzione della droga dall'Albania a Modugno dove realizzarono una piantagione coltivata in serre, composta da oltre 10.000 piante di marijuana per un peso di circa una tonnellata sottoposta a sequestro dalla polizia giudiziaria.