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Rapporto Save the Children, in Italia due milioni di bambini poveri

Unico dato confortante, la presenza della sesta provincia tra le città "giovani". Il 15% dei bambini poveri sono al Sud

"Si stava meglio quando si stava peggio", immemore citazione di ogni nonno riguardo il modo di vivere odietro, dedito innanzitutto allo spreco di risorse importanti sottovalutate. Ebbene sì, non si tratta di una convinzione infondata ma avvalorata da una denuncia lanciata lo scorso 17 novembre da Save the Children alla vigilia della Giornata dell'Infanzia, nella seconda edizione de L'Atlante dell'infanzia (a rischio) in Italia, oltre 150 pagine e 80 mappe che svelano moltissime informazioni sulla condizione di bambini e adolescenti del nostro paese.

La situazione odierna non è comparabile a quella di un secolo fa. Da quanto stilato nel rapporto i minori risultano i più colpiti dalla crisi abbattutasi dallo scorso 2008 sull'Italia in particolare per la loro eccessiva sensibilità che andrebbe tutelata ad ogni costo: se non è più la tubercolosi a uccidere, o la guerra, oggi i nostri minori fanno i conti con la povertà, la scarsità di servizi per l'infanzia, le città inquinate, stili di vita insani che conducono all'obesità. Problemi che l'attuale crisi economica rischia di amplificare se non c'è un'inversione di rotta immediata e si pone la tutela dell'infanzia e adolescenza come una priorità delle scelte politiche-economiche di un paese che finora ha sempre investito molto nelle pensioni e molto meno di quanto avviene altrove per aiutare i minori, i giovani e le famiglie con figli- questo quanto sostenuto da Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia. Proprio dal 2008 ad oggi, sono proprio le famiglie con minori ad aver pagato il prezzo più alto della recessione: negli ultimi anni la percentuale delle famiglie a basso reddito con un minore è aumentata dell'1,8%, e tre volte tanto (5,7%) quella di chi ha due o più figli. Attualmente sono 10 milioni 229 mila i minori in Italia: 1.876.000 vivono in povertà.

I minori a rischio povertà sono il 24,4% del totale. 2 minori su 3 in povertà relativa, e più di 1 minore su 2 in povertà assoluta, vivono nel Mezzogiorno: la Campania è seconda solo alla Sicilia (44,2%) con il 31,9% di minori poveri. Per quanto riguarda i bambini in povertà assoluta anch'essi si concentrano nel Sud Italia dove rappresentano il 9,3% di tutta la popolazione minorile. Inoltre il 18,6% di minori italiani versa in condizione di deprivazione materiale: nel Nord Est ben il 7% delle famiglie con minori dichiara di aver difficoltà a fare un pasto adeguato almeno ogni 2 giorni e al Sud il 14,7% di famiglie con minori non ha avuto soldi per cure mediche almeno una volta negli ultimi 12 mesi.

Le Province "giovani"-Nell'analisi dell'Atlante (che spazia dall'analisi dalle città e territori in cui vivono, alla povertà minorile, dagli spazi di verde e di gioco disponibili, all'inquinamento urbano, dalla dispersione scolastica alla spesa sociale e servizi per l'infanzia) emerge che Napoli, Caserta, Barletta-Andria-Trani sono le uniche province "giovani" di un Paese che detiene il primato mondiale per quota di anziani in maggioranza rispetto agli under 18 e città affollate di over 65. Muta anche la distribuzione della popolazione minorile nei capoluoghi di provincia, con un graduale esodo dei minori dai centri storici delle aree metropolitane verso le periferie o i comuni limitrofi, città satellite, hinterland di recente costituzione.

Città non a misura di bambino- Sebbene sia noto che al Sud l'offerta di verde attrezzato per i bambini è sensibilmente ridotta la fruizione dei giardini pubblici scende al 16% e una quota maggiore di bambini gioca sulla strada (il 12,2%), è da segnalare il "caso Campania" dove appena un bambino su 100 gioca nei prati (in Veneto il 20%) e meno di 3 ogni 100 sulle strade. Gli stili di vita si riflettono anche sulle condizioni fisiche e di salute dei minori campani: in base a una ricerca di CCM-Istituto Superiore di Sanità del 2010 è la Campania la regione con la più alta percentuale di bambini obesi (20,6% nella fascia di età della terza elementare), seguita da Calabria (15,4%) e Puglia (13,6%) a fronte del 9,2% della media nazionale. Le città italiane sono sempre meno a misura di bambino. E varia è la disponibilità di luoghi – giardini pubblici, campi, prati, strade - dove i bambini possano giocare: nel Nord e al Centro più di 2 bambini su 3 giocano nei giardini pubblici. Accanto a questi luoghi deputati naturalmente allo svago e al divertimento, aumenta la frequenza da parte dei ragazzi fra gli 11 e i 17 anni dei centri commerciali: 1 ragazzo su 5 dichiara di andarvi almeno una volta a settimana.
Il tasso di motorizzazione è altissimo dappertutto e fa segnare una media di 3/4 macchine ogni minorenne: a Roma si contano circa 450 mila minori e 1 milione 890 mila macchine, per un tasso di 4,2 macchine per bambino. In cima alla classifica delle città con il tasso di motorizzazione più alto, Aosta (13,5), Cagliari (5,4), Ferrara (5,1), l'Aquila (4,8). Procede inoltre senza sosta la cementificazione e impermealizzazione del territorio: si stima che ogni giorno venga cementificata una superficie di circa 130 ettari. In testa alla classifica per cementificazione i comuni di Roma e Venezia, seguite da Napoli e Milano.

E' rilevante in molte città italiane è l'inquinamento dell'aria: Ancona (140 giornate), Torino (131) e Siracusa (116) spiccano per il maggior numero di giorni di superamento del valore limite di particolato (PM10), polveri sospese nell'aria che penetrano nelle vie respiratorie causando problemi cardio-polmonari e asma. Matera e Nuoro invece le più virtuose con 1 solo giorno di sforamento del limite.

Integrazione dei bambini stranieri- L'organizzazione si sofferma sui bambini stranieri: "un gruppo sempre più rilevante - scrive -, ma ancora non adeguatamente tutelato". Sono quasi un milione, di cui 572mila nati in Italia. L'Emilia Romagna registra la percentuale più alta di nati da genitori stranieri (23%). "E' la gestione dell'universo minorile di origine straniera a destare preoccupazione - si legge : basti pensare che un minore su due con il capo famiglia straniero vive in famiglie a basso reddito". Sono di fatto nuovi italiani, ai quali tuttavia una legge molto restrittiva riconosce la cittadinanza e il pieno riconoscimento dei diritti civili solo al compimento del diciottesimo anno. Ma è la gestione dell'universo minorile di origine straniera nel suo complesso a destare preoccupazione: un giacimento prezioso che costituisce, sotto vari aspetti, una delle categorie più esposte e meno tutelate. Basti pensare che 1 minore su 2 con il capo famiglia straniero vive oggi in famiglie a basso reddito e che il tasso di bocciati nella scuola secondaria di secondo grado fra gli alunni con cittadinanza non italiana è circa il doppio di quello registrato fra gli studenti italiani.

Abbandono scolastico - un altro indicatore importante della condizione dell'infanzia nel nostro paese è quello relativo alla frequenza e dispersione scolastica. Colpisce, a riguardo, il dato relativo ai giovani tra i 16 e i 24 anni che hanno conseguito soltanto l'attestato di scuola secondaria di I grado e che non prendono parte ad alcuna attività di formazione: si stima che siano 1 milione. In termini percentuali si va dal 12,1% del Friuli Venezia Giulia alla percentuale più alta della Sicilia (26%), seguita da Sardegna (23,9%), Puglia (23,4%), Campania (23%) e da alcune regioni del Nord come la Provincia di Bolzano (22,5%) e la Valle D'Aosta (21,2%).

I territori in cui il rapporto tra esclusione sociale e fallimento formativo emerge in maniera più drammatica sembrano essere quelli delle aree metropolitane del Sud: le zone di Napoli, Caserta, Palermo, Bari, Taranto, Cagliari, Reggio Calabria, Catania registrano abbandono scolastico in età molto precoce e percentuali di mancata iscrizione e marcata dispersione molto elevate negli istituti professionali e tecnici. Da questo punto di vista, la scuola italiana non appare in grado da sola di promuovere la mobilità sociale e l'emancipazione dei ragazzi appartenenti alle fasce più deboli della popolazione

La condizione dell'Italia, ricca di esperienze di eccellenza per la promozione dei diritti dei minori fa si che oggi queste esperienze vivono una condizione di estrema difficoltà e solitudine, dal momento che la questione infanzia è sostanzialmente scomparsa dall'agenda istituzionale. Il compito di Save the Children, con il suo programma Italia, è dare voce anche a questa Italia, valorizzando e mettendo in rete queste competenze che rappresentano un patrimonio che l'Italia non può lasciare morire.

L'Atlante è l'agenda di lavoro in base al quale rivedere le priorità indicandole alle istituzioni.
Abbiamo cercato di riportare i dati che più da vicino ci riguardano, per una consultazione completa e dettagliata dell'Atlante è possibile
consultare www.atlante.savethechildren.it .
E' possibile scaricare la versione integrale dell'Atlante al seguente link:
http://risorse.savethechildren.it/files/comunicazione/Ufficio%20Stampa/SAVE%20-%20AtlanteInfanziaNov11BDopPag.pdf

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