Cronaca
Rapine ai tir anche a Barletta, scattano le manette
Arrestato anche un bracciante andriese e altri 13
Puglia - giovedì 23 ottobre 2014
10.09
Un'unica operazione che questa mattina ha visto coinvolti Carabinieri e Polizia. I militari, in particolare, si sono occupati dell'aspetto patrimoniale di una banda dedita alle rapine ai tir ed operante nel territorio di Andria e del Nord Barese, tra Barletta, Andria e San Ferdinando, in qualche caso con il sequestro dell'autista dei mezzi. Risultava esser ufficialmente un bracciante agricolo ma ad un pluripregiudicato 43enne andriese sono stati sequestrati stamane beni pari ad un milione e mezzo di euro. L'uomo, Antonio Agresti già detenuto nel carcere di Trani, dovrebbe appartenere ad una banda dedita a gravi rapine con sequestro di persona ai danni di autotrasportatori. La banda che ha terrorizzato gli autotrasportatori, è stata disarticolata da un'attività svolta da Polizia e Carabinieri con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che ha richiesto ed ottenuto la misura patrimoniale dal GIP di Bari.
Il provvedimento di sequestro beni eseguito dai militari ha riguardato una villa di lusso su due piani in via Lagnone Santa Croce ad Andria, comprensiva di un ascensore, una vasca idromassaggio, arredi, apparati tecnologici e tutti i beni di valore contenuti nello stesso immobile, un appartamento in via Forlanini sempre nella Città di Andria, tre appezzamenti di terreno in località Lama di Corvo e Sperlongano, due autovetture, due motocicli, una impresa agricola individuale ed otto conti correnti bancari intestati all'uomo ed ai propri familiari.
Gli accertamenti patrimoniali sono stati eseguiti utilizzando la normativa antimafia, oggi applicabile a tutta una serie di gravi reati, che consente il sequestro dei beni a coloro che, accusati di gravi reati, abbiano un tenore di vita e un patrimonio assolutamente sproporzionati rispetto al reddito dichiarato. Il 43enne, infatti, dichiarava un reddito di 1.380 euro al mese, comprensivi di contributo di disoccupazione dell'INPS ed assegni familiari del comune di Andria. Pochi per gli inquirenti per giustificare un patrimonio da un milione e mezzo di euro, ragione per cui il GIP ha ritenuto di accogliere pienamente le richieste della D.D.A. del capoluogo Barese.
Il provvedimento di sequestro beni eseguito dai militari ha riguardato una villa di lusso su due piani in via Lagnone Santa Croce ad Andria, comprensiva di un ascensore, una vasca idromassaggio, arredi, apparati tecnologici e tutti i beni di valore contenuti nello stesso immobile, un appartamento in via Forlanini sempre nella Città di Andria, tre appezzamenti di terreno in località Lama di Corvo e Sperlongano, due autovetture, due motocicli, una impresa agricola individuale ed otto conti correnti bancari intestati all'uomo ed ai propri familiari.
Gli accertamenti patrimoniali sono stati eseguiti utilizzando la normativa antimafia, oggi applicabile a tutta una serie di gravi reati, che consente il sequestro dei beni a coloro che, accusati di gravi reati, abbiano un tenore di vita e un patrimonio assolutamente sproporzionati rispetto al reddito dichiarato. Il 43enne, infatti, dichiarava un reddito di 1.380 euro al mese, comprensivi di contributo di disoccupazione dell'INPS ed assegni familiari del comune di Andria. Pochi per gli inquirenti per giustificare un patrimonio da un milione e mezzo di euro, ragione per cui il GIP ha ritenuto di accogliere pienamente le richieste della D.D.A. del capoluogo Barese.