Scuola e Lavoro
Raffaele Lauro al "Garrone": «Italia è una Las Vegas senza regole»
Sotto accusa l'industria del gioco e la dipendenza compulsiva
Barletta - domenica 20 marzo 2016
Punto nodale affrontato nel corso della conferenza tenutasi nell' Istituto di Istruzione Secondaria Superiore (I.I.S.S) Nicola Garrone, è stato il gioco d'azzardo nelle sue varianti legali e non. A trattare gli argomenti è stato l'ex docente di filosofia, scrittore e Prefetto Raffaele Lauro, già Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket durante il Governo Prodi, nonché Direttore della Commissione antimafia, usura e racket e Capo di Gabinetto per quattordici Governi.
Ha fatto da sfondo all'incontro un video girato dai ragazzi frequentanti il quarto anno dell'istituto professionale, servendo poi da spunto alla questione dibattuta sulla ludopatia in età giovanile. Lauro ha infatti sostenuto che, in Italia, dei 16-18 milioni di giocatori d'azzardo, 2 milioni siano affetti dalla sindrome del gioco compulsivo e 1 un milione siano ragazzi tra i 16 ed i 19 anni. Dati alquanto preoccupanti che hanno consentito al Prefetto di soffermarsi sul concetto di genitorialità ed autorità paterna, definendoli fondamentali per il percorso di formazione alla legalità dei giovanissimi.
A Lauro si devono poi i numerosi sforzi di sensibilizzazione riguardo il gioco d'azzardo legalizzato - ''gratta e vinci", sale slot e sale giochi – presentando non poche relazioni in Parlamento. La sua lotta costante all'illegalità è stata più volte ostacolata dalla classe politica dirigente che non gli ha impedito comunque di riuscire finanche a servire da esempio per un film del regista Fabio Leli "Vivere alla grande" (2011). «'La sola industria del gioco d'azzardo legalizzato ha fruttato al Paese, nel 2015, ben 90 miliardi di euro che hanno prodotto più disagio sociale che ricchezza effettiva […] L'Italia è diventata una Las Vegas senza regole». Forti le parole del Prefetto che non ha tralasciato quanto i mass media svolgano un ruolo di primo piano in questa grande piaga sociale.
Ha fatto da sfondo all'incontro un video girato dai ragazzi frequentanti il quarto anno dell'istituto professionale, servendo poi da spunto alla questione dibattuta sulla ludopatia in età giovanile. Lauro ha infatti sostenuto che, in Italia, dei 16-18 milioni di giocatori d'azzardo, 2 milioni siano affetti dalla sindrome del gioco compulsivo e 1 un milione siano ragazzi tra i 16 ed i 19 anni. Dati alquanto preoccupanti che hanno consentito al Prefetto di soffermarsi sul concetto di genitorialità ed autorità paterna, definendoli fondamentali per il percorso di formazione alla legalità dei giovanissimi.
A Lauro si devono poi i numerosi sforzi di sensibilizzazione riguardo il gioco d'azzardo legalizzato - ''gratta e vinci", sale slot e sale giochi – presentando non poche relazioni in Parlamento. La sua lotta costante all'illegalità è stata più volte ostacolata dalla classe politica dirigente che non gli ha impedito comunque di riuscire finanche a servire da esempio per un film del regista Fabio Leli "Vivere alla grande" (2011). «'La sola industria del gioco d'azzardo legalizzato ha fruttato al Paese, nel 2015, ben 90 miliardi di euro che hanno prodotto più disagio sociale che ricchezza effettiva […] L'Italia è diventata una Las Vegas senza regole». Forti le parole del Prefetto che non ha tralasciato quanto i mass media svolgano un ruolo di primo piano in questa grande piaga sociale.