Scuola e Lavoro

Imprese in calo in Puglia, ma aumenta il giro d’affari dichiarato

Business da quasi 80 miliardi di euro nel 2012. I dati del Centro Studi Confartigianato Imprese

Nonostante una diminuzione del numero di attività, aumenta il giro d'affari dichiarato dalle imprese pugliesi nel 2012. Il dato arriva dalla prima indagine sulle dichiarazioni Iva, condotta dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia. Il volume d'affari mosso dalle aziende nella nostra regione è stato di 79.9 miliardi, ben 3.5 miliardi in più rispetto all'annata precedente, nonostante siano state presentate 2.494 dichiarazioni in meno. In particolare, l'anno scorso in Puglia, sono state presentante, per via telematica, ben 315.428 dichiarazioni Iva da parte di lavoratori autonomi, ditte individuali e società pugliesi.

Dal confronto con l'anno precedente si evince che sia il volume d'affari che gli acquisti (e le importazioni) hanno registrato un incremento, rispettivamente del 4,6 per cento e del 5 per cento, determinando una stagnazione del valore aggiunto fiscale in Puglia (14,9 miliardi). La somma dei versamenti periodici, degli acconti e del saldo, risultante da circa 188mila dichiarazioni, fornisce l'ammontare dei versamenti totali che hanno superato i 2,2 miliardi, in aumento di 61,6 milioni, pari al 2,9 per cento rispetto all'anno precedente (2,1 miliardi), con una media di 11mila euro.

Senza un intervento del Governo, da martedì primo ottobre l'aliquota ordinaria salirà al 22 per cento. Il rincaro sarebbe dovuto già scattare il primo luglio scorso, ma il Decreto lavoro (dl 76/2013) ha spostato la scadenza in avanti di tre mesi. Ora si tratta di trovare le risorse per un ulteriore rinvio al 31 dicembre, ma lo Stato dovrebbe reperire circa un miliardo di euro. Dopodiché sarà la legge di stabilità per il 2014 a decidere cosa succederà da gennaio in poi. «Questi dati, elaborati dal nostro Centro studi - spiega il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza - dimostrano come sia indispensabile una riduzione della pressione fiscale a carico di famiglie e imprese. Con l'attuale recessione - aggiunge - sarebbe un colpo mortale per la nostra economia incrementare, per l'ennesima volta, l'aliquota ordinaria Iva, portandola al 22 per cento. Il Governo - conclude il presidente - non può chiedere ancora sacrifici ai contribuenti, ma deve individuare, negli sprechi di denaro pubblico, le risorse necessarie per la stabilità dei conti nazionali».
(Twitter: @GuerraLuca88)
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