Politica
Provincia Bat su Report, figli di un dio minore
L'inchiesta del programma in onda su Rai Tre. Una provincia già divisa alla nascita
BAT - martedì 8 giugno 2010
19.29
Saranno guerre per tutta la vita.
Questa l'amara previsione di un barlettano intervistato dai microfoni di Report, famosa trasmissione di inchiesta in onda su Rai Tre.
Nell'ultima puntata, trasmessa sulle reti nazionali la scorsa domenica, nel mirino della redazione sono finite le province di nuova costituzione, invischiate in problematiche logistiche che sembrano non avere tregua. E la provincia di Barletta-Andria-Trani sembra meritare un posto di particolare riguardo.
Siete pronti a fare battaglia?
Uh, GUERRA.
Nel giorno che precedeva la decisione definitiva in merito alla sede legale (poi stabilita ad Andria), sono stati intervistati passanti fra i negozi della
nostra città, cittadini lungo le strade del centro storico. Tutti invocano Barletta. Ma già dalle parole del presindente della provincia Ventola e del sindaco di Andria Giorgino, la decisione sembrava annunciata. Ma ben altri, e ben più gravi, sono i problemi che hanno coinvolto la Bat. A partire dall'assegnazione della prefettura.
La Prefettura era prevista a Barletta, ma provvisoriamente i comuni si sono accordati affinchè andasse ad Andria. Nel 2007 la troupe di Report ha intervistato il sindaco Maffei, che in merito allora affermava: «Una indicazione provvisoria che sta diventando definitiva, aumentando così lo stato di tensione, quasi di guerriglia tra le varie popolazioni».
Dopo le elezioni del 2009, le province sono nel pieno del loro potere e delle loro guerriglie. Comincia così l'attacco della Gabanelli: Cosa portano di nuovo? Solo costi.
Come sappiamo, nella Bat è dovuto intervenire il governo per decidere dove collocare la prefettura. E fino a pochi giorni fa, i dieci comuni che si sono staccati dalla provincia di Bari sono stati impegnati nella lotta intestina per la conquista della sede legale.
Il ciclone ha coinvolto per prima la provincia di Fermo, a rischio soppressione dopo la scissione dal territorio originario della provincia di Ascoli-Piceno: 233 dipendenti obbligati a trasferirsi da un capoluogo all'altro, settori ancora scopersi. E la situazione per la Bat sicuramente non è dall'orizzonte più roseo.
Un altro capolavoro è nato dalla divisione della provincia di Bari e Foggia, che ha partorito l'unica provincia d'Italia con tre capoluoghi. «La programmazione del distacco dalle province doveva avvenire nel giro di cinque, sei anni, e invece è avvenuto tutto nel giro di pochi mesi» sottolinea il presidente della provincia di Bari Schittulli.
La nuova provincia crea innanzitutto problemi alla vecchia. Nel distacco si calcola la percentuale di territorio e lo spostamento di risorse e dipendenti. Per la provincia di Bari, per esempio, dopo l'istituzione della Bat, le spese sono aumentate, e le risorse diminuite, poichè convogliate verso il nuovo ente.
200 dipendenti, senza incentivi nè indennità, sono passati alla Bat. «E in tutti arriveremo a 400 dipendenti» afferma il presidente Francesco Ventola. Nella sede della Prefettura presso Palazzo della Marra, per ora ci lavorano solo il prefetto e altre quattro persone. E secondo le previsioni del prefetto Sessa, la sede potrà accogliere un massimo di 80 dipendenti.
A questo punto sembra che, in uno scenario alquanto desolato, l'unica a salvarsi sia la città di Corato, che con un referendum ha espresso il suo "no" alla sesta provincia.
Questa l'amara previsione di un barlettano intervistato dai microfoni di Report, famosa trasmissione di inchiesta in onda su Rai Tre.
Nell'ultima puntata, trasmessa sulle reti nazionali la scorsa domenica, nel mirino della redazione sono finite le province di nuova costituzione, invischiate in problematiche logistiche che sembrano non avere tregua. E la provincia di Barletta-Andria-Trani sembra meritare un posto di particolare riguardo.
Siete pronti a fare battaglia?
Uh, GUERRA.
Nel giorno che precedeva la decisione definitiva in merito alla sede legale (poi stabilita ad Andria), sono stati intervistati passanti fra i negozi della
nostra città, cittadini lungo le strade del centro storico. Tutti invocano Barletta. Ma già dalle parole del presindente della provincia Ventola e del sindaco di Andria Giorgino, la decisione sembrava annunciata. Ma ben altri, e ben più gravi, sono i problemi che hanno coinvolto la Bat. A partire dall'assegnazione della prefettura.
La Prefettura era prevista a Barletta, ma provvisoriamente i comuni si sono accordati affinchè andasse ad Andria. Nel 2007 la troupe di Report ha intervistato il sindaco Maffei, che in merito allora affermava: «Una indicazione provvisoria che sta diventando definitiva, aumentando così lo stato di tensione, quasi di guerriglia tra le varie popolazioni».
Dopo le elezioni del 2009, le province sono nel pieno del loro potere e delle loro guerriglie. Comincia così l'attacco della Gabanelli: Cosa portano di nuovo? Solo costi.
Come sappiamo, nella Bat è dovuto intervenire il governo per decidere dove collocare la prefettura. E fino a pochi giorni fa, i dieci comuni che si sono staccati dalla provincia di Bari sono stati impegnati nella lotta intestina per la conquista della sede legale.
Il ciclone ha coinvolto per prima la provincia di Fermo, a rischio soppressione dopo la scissione dal territorio originario della provincia di Ascoli-Piceno: 233 dipendenti obbligati a trasferirsi da un capoluogo all'altro, settori ancora scopersi. E la situazione per la Bat sicuramente non è dall'orizzonte più roseo.
Un altro capolavoro è nato dalla divisione della provincia di Bari e Foggia, che ha partorito l'unica provincia d'Italia con tre capoluoghi. «La programmazione del distacco dalle province doveva avvenire nel giro di cinque, sei anni, e invece è avvenuto tutto nel giro di pochi mesi» sottolinea il presidente della provincia di Bari Schittulli.
La nuova provincia crea innanzitutto problemi alla vecchia. Nel distacco si calcola la percentuale di territorio e lo spostamento di risorse e dipendenti. Per la provincia di Bari, per esempio, dopo l'istituzione della Bat, le spese sono aumentate, e le risorse diminuite, poichè convogliate verso il nuovo ente.
200 dipendenti, senza incentivi nè indennità, sono passati alla Bat. «E in tutti arriveremo a 400 dipendenti» afferma il presidente Francesco Ventola. Nella sede della Prefettura presso Palazzo della Marra, per ora ci lavorano solo il prefetto e altre quattro persone. E secondo le previsioni del prefetto Sessa, la sede potrà accogliere un massimo di 80 dipendenti.
A questo punto sembra che, in uno scenario alquanto desolato, l'unica a salvarsi sia la città di Corato, che con un referendum ha espresso il suo "no" alla sesta provincia.