La città
Piazza Conteduca: la povertà è sotto gli occhi di tutti
Il malcostume di “razziare” i cassoni degli indumenti usati
Barletta - lunedì 23 giugno 2014
Il limite evidente che si deve tracciare è tra povertà e degrado. In quale misura è la miseria a motivare azioni di questo genere, che osserviamo troppo spesso nei pressi dei cassoni per gli indumenti usati, e in quale misura la matrice invece è il deterioramento del senso civico, alla base di una qualsiasi collettività di cittadini? È troppo facile far finta di non vedere quella che a Barletta è diventata ormai un'abitudine sotto gli occhi di tutti: infilarsi nei contenitori per la raccolta di indumenti usati per rovistarne il contenuto e portar via qualcosa. Quanto visibile in questa foto è stato documentato in Piazza Conteduca da un nostro lettore, residente da decenni in zona. Quasi sempre, oltre alle motivazioni di reale miseria, che spinge questa gente a gesti di estremo bisogno – anche trascurando la propria incolumità – si nascondono ragioni altre dietro azioni che potremmo definire di vandalismo urbano. Di certo questo tipo di "razzia" non coincide con lo scopo umanitario per il quale i cassoni sono stati pensati.
Un malcostume diffuso in città, e in particolare nella zona di Piazza Conteduca, «unitamente ai bivacchi in villa e in stazione» come racconta il nostro lettore. Pratiche di accattonaggio e bivacco sono all'ordine del giorno nei dintorni della stazione e dei giardini De Nittis, come abbiamo già avuto modo di raccontare. Altro luogo in cui è frequente poter osservare scene di questo genere è al termine di via Leonardo da Vinci, proprio all'imbocco del sottovia di via Alvisi. Così infatti ci ha scritto un lettore: «Personalmente mi trovo a passare ogni giorno dal sottovia per andare al lavoro e osservo molte volte gruppetti di rom che prendono di mira i cassonetti gialli degli indumenti; uno di loro si cala all'interno per vedere e scegliere il contenuto, qualcun altro aspetta fuori, tenendolo per le scarpe o sulle spalle per sollevarlo. Portano con loro qualche volta dei trolley o dei carrelli in cui sversano ciò che prendono e se ne vanno indisturbati».
Oltre a via Alvisi e Piazza Conteduca, sono numerosi i luoghi sparsi per Barletta in cui non è raro osservare a questo tipo di emergenza, che è sociale ancor prima che economica. Permettere questo tipo di degrado davanti agli occhi di tutti non è certo sintomo di vivibilità per nessuno, né per chi compie questi gesti, né per chi li osserva senza poter porre subito una soluzione, né per chi vorrebbe vivere la città con maggior dignità. Spesso intorno ai cassonetti, dopo queste "visite", vengono abbandonati vestiti stracciati e rovinati e buste aperte di vario genere, a poca distanza dai bidoni della comune spazzatura, che già non sono il miglior simbolo della nostra buona cittadinanza. Una maggiore sorveglianza innanzitutto dovrebbe andare di pari passo con un crescente senso di rispetto collettivo per la città, bene comune di tutti, senza alcuna eccezione.
Un malcostume diffuso in città, e in particolare nella zona di Piazza Conteduca, «unitamente ai bivacchi in villa e in stazione» come racconta il nostro lettore. Pratiche di accattonaggio e bivacco sono all'ordine del giorno nei dintorni della stazione e dei giardini De Nittis, come abbiamo già avuto modo di raccontare. Altro luogo in cui è frequente poter osservare scene di questo genere è al termine di via Leonardo da Vinci, proprio all'imbocco del sottovia di via Alvisi. Così infatti ci ha scritto un lettore: «Personalmente mi trovo a passare ogni giorno dal sottovia per andare al lavoro e osservo molte volte gruppetti di rom che prendono di mira i cassonetti gialli degli indumenti; uno di loro si cala all'interno per vedere e scegliere il contenuto, qualcun altro aspetta fuori, tenendolo per le scarpe o sulle spalle per sollevarlo. Portano con loro qualche volta dei trolley o dei carrelli in cui sversano ciò che prendono e se ne vanno indisturbati».
Oltre a via Alvisi e Piazza Conteduca, sono numerosi i luoghi sparsi per Barletta in cui non è raro osservare a questo tipo di emergenza, che è sociale ancor prima che economica. Permettere questo tipo di degrado davanti agli occhi di tutti non è certo sintomo di vivibilità per nessuno, né per chi compie questi gesti, né per chi li osserva senza poter porre subito una soluzione, né per chi vorrebbe vivere la città con maggior dignità. Spesso intorno ai cassonetti, dopo queste "visite", vengono abbandonati vestiti stracciati e rovinati e buste aperte di vario genere, a poca distanza dai bidoni della comune spazzatura, che già non sono il miglior simbolo della nostra buona cittadinanza. Una maggiore sorveglianza innanzitutto dovrebbe andare di pari passo con un crescente senso di rispetto collettivo per la città, bene comune di tutti, senza alcuna eccezione.