Perché dico NO a varianti al Piano Regolatore di Barletta, ormai vecchio di quarant'anni
L'intervento dell'Ing. Francesco Carpagnano sul uovo PUG. «Qualificata programmazione dello sviluppo»
La variante urbanistica che l'Amministrazione Comunale di Barletta vuole approvare per trasformare ben 17 ettari di suolo agricolo in metri cubi di cemento armato è inaccettabile e fuori da ogni buona norma, per una lunga serie di motivi.
PRIMO perché abbiamo un'eccedenza di alloggi di edilizia privata, invenduti che non vengono immessi sul mercato immobiliare solo per mantenere alti i prezzi del metroquadrato. Abbiamo anche un'eccedenza di alloggi di edilizia residenziale pubblica (167) che potrebbero essere immessi sul mercato a prezzi ragionevoli ma che l'attuale congiuntura sfavorevole non consente alcun programma costruttivo. A questo proposito l'Amministrazione Comunale potrebbe considerare le nuove opportunità di finanziamento integrale con Fondi di Investimento, studiate appositamente per questo tipo di edilizia e rivolte alle fasce più deboli. Ciò detto, quindi, non si comprende quali siano i numeri sui quali si basa la stima del fabbisogno abitativo, pubblicato dal Comune di Barletta.
SECONDO perché la costruzione di nuovi alloggi produrrebbe un ulteriore consumo di territorio a vantaggio di pochi e a tutto danno del vivere sostenibile dell'intera nostra comunità.
TERZO perché questo sistema di varianti a macchia di leopardo crea un grosso danno economico ed una disparità di trattamento nei confronti dei proprietari di suoli che restano esclusi dalla variante stessa.
QUARTO perché si continuano ad ignorare le esigenze di rigenerazione e riqualificazione di tutte quelle zone della città, costruite negli anni del boom edilizio ma che oggi risultano insostenibili per le loro forti carenze strutturali, infrastrutturali, energetiche ed ambientali.
QUINTO perché Barletta ha un forte bisogno di una programmazione razionale, certa e condivisa del proprio sviluppo urbanistico che, necessariamente, condiziona lo sviluppo economico, turistico, sociale ed ambientale del territorio ed il benessere delle future generazioni. Ed ancora molto altro.
Le norme che regolano la redazione dei Piani Urbanistici Generali impongono serie ed approfondite valutazioni propedeutiche ad una consapevole e qualificata programmazione dello sviluppo e presuppongono la partecipazione e la condivisione di tutte le categorie sociali.
Ecco che, solo con il nuovo PIANO URBANISTICO GENERALE, anche in una visione di area più vasta - la nostra Città potrebbe
• affrancarsi dagli assalti speculativi e dagli interessi economici di pochi;
• restituire alla campagna parte del suolo che il cemento le ha dannosamente sottratto;
• rendere più equa e più giusta la distribuzione dei vantaggi, anche di natura economica, che la trasformazione del territorio può rendere a chi lo possiede;
• trasformare, rinnovare, rigenerare e valorizzare quelle vaste porzioni del nostro territorio urbano e peri-urbano che oggi sono fortemente incompatibili con il vivere sostenibile,
• definitivamente ed in maniera chiara indicare a tutti le direttrici su cui la Città vuole crescere e svilupparsi.
Quindi, non più dannose VARIANTI, estemporanee e prive della benché minima programmazione, ma subito un nuovo PUG per attivare i processi di Rigenerazione Urbana, per applicare i principi della Perequazione Urbanistica e dello Scambio di Volumetrie, per avviare il Riuso e la Riqualificazione del Costruito, nel segno delle Fonti Energetiche Rinnovabili: per ricollocare il CITTADINO con le sue esigenze di Sostenibilità Ambientale al centro dello sviluppo edilizio ed urbanistico del territorio.
Barletta, 16 Ottobre 2012
Ing. Francesco Carpagnano
Libero Professionista – Consigliere dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Barletta Andria Trani