Ragazza che attraversa la strada
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Cronaca

Paura tra le auto al parcheggio della Lega Navale: il racconto delle ragazze

“Ha provato ad entrare in macchina, eravamo da sole”: dopo la denuncia via social, le protagoniste della vicenda spiegano il recente episodio

Giunge rabbiosa e feroce la denuncia da parte di alcune ragazze barlettane, in merito ad alcuni episodi che le hanno viste vittime di una tentata aggressione. Abbiamo raccolto le testimonianze di alcune ragazze che hanno vissuto direttamente questo fatto, per sapere meglio cosa è successo.

Anna ci dice che "Io e il mio gruppo siamo uscite più o meno vero le 23:00 e, non trovando parcheggio in centro città, siamo andate alla Lega Navale. Quando stavamo per scendere dalla macchina, pochi secondi prima che noi aprissimo lo sportello, abbiamo visto quest'uomo di media statura. L'unico dettaglio che abbiamo notato è che aveva un cappello bianco di lana. Si è subito avventato contro la nostra macchina e fortunatamente, avevamo già messo la chiusura automatica, perché ha provato ad aprire lo sportello. Noi prese dall'ansia abbiamo parcheggiato la macchina in un altro posto, sempre alla Lega. Ma il problema più grande è stato al ritorno: tornavamo ed eravamo da sole in tarda serata, più o meno 2.30. Lui ci vede e inizia a seguirci, noi alziamo il passo nonostante avessimo i tacchi e facciamo finta di andare verso una macchina che non era la nostra, pensando che se ne andasse. Ma, invece, continuava ad avvicinarsi sempre di più e ci parlava: "Andiamoci a fare un giro giù al mare", "Come siete carine stasera", "Venite con me". Abbiamo corso, nonostante i tacchi, e ci siamo spaventate molto. Ci siamo chiuse in macchina e per fortuna siamo riuscite ad andar via".


Un'altra ragazza, anche lei di nome Anna, ci racconta che "Eravamo alla Lega, eravamo io e due mie amiche, Rosaria e Miriam. Avevamo ordinato al Mc e stavamo finendo di mangiare, scherzando e ridendo con un po' di musica. Ad un certo punto, mi accorgo di una presenza con la coda dell'occhio, ma non ci faccio molto caso perché credevo fosse qualcuno che stava andando a prendere la sua auto. Lui si avvicina con la torcia e inizia a girare attorno alla macchina, come a voler aprire la macchina. Io dico subito "Miriam parti, Miriam parti", e Miriam mi risponde che non riesce a partire perché le tremano le gambe dalla paura. Mettiamo la chiusura di sicurezza, poi Miriam riesce ad accendere la macchina e a scappare, ma lui inizia a seguirci in bici. Per fortuna ci allontaniamo abbastanza, ma dopo un po' di strada siamo costrette a fermarci perché ci sentivamo male. A me mancava l'aria e stavo avendo un attacco di panico, non mi sarei mai immaginata una situazione del genere".

Invece, Valeria ci fornisce il racconto più ampio e specifico della vicenda: "Io ero uscita con le mie amiche, eravamo cinque e, dato che non troviamo parcheggio nel centro storico, andiamo alla Lega, anche se a me non piace parcheggiare alla Lega. Arriviamo e c'erano comunque tante macchine, quindi entro nel parcheggio che sta sulla terra, non sull'asfalto, e parcheggio. Appena mi fermo, viene fuori questo tizio e quindi decido di proseguire e non parcheggiare più lì, perché c'erano anche altri posti. Parcheggio nella zona che sta vicino al "braccetto", accanto ai muretti che danno sul mare e sugli alberi. Io parcheggio accanto alla fila degli alberi, dove inizia la strada più larga, e avevo dietro di me la strada tutta libera, mentre accanto a me altre macchine, e di fronte il muro. Io ero verso la strada chiusa, non verso quella ampia. Ad un certo punto mi rendo conto che questo si stava avvicinando, quindi chiudiamo subito la macchina, lui passa dietro la nostra macchina e noi, pensando che lui ci volesse chiedere solo dei soldi, scendiamo e usciamo dalla Lega. Invece lui ci vede e inizia a seguirci e ci dice "Perché correte? Dove andate? Divertiamoci dai" e noi alziamo subito il passo. Per fortuna, c'era una coppia più avanti, noi cerchiamo di avvicinarci a loro perché c'era un ragazzo e ci sentivamo più sicure. L'uomo inizialmente ci segue, ma arrivate al semaforo, tutto finisce. Quindi noi ci tranquillizziamo un po', ma ci diciamo che al ritorno non sarebbe tornate da sole, ci saremmo fatte accompagnare. Naturalmente in quel momento non è successo niente, ma anche solo quei commenti a noi ha dato fastidio e tornare coi ragazzi poteva far sì che questa roba non succedesse. Quindi, al ritorno un ragazzo ci accompagna in macchina esattamente accanto alla mia: io scendo dalla macchina di questo ragazzo ed entro nella mia. Eravamo in tre e io avevo i tacchi, quindi ho dovuto cambiare i tacchi per guidare comodamente. Il tempo di cambiare le scarpe, vediamo questo in lontananza che corre verso di noi. Io lo vedo. Il ragazzo in macchina lo vede. Ma nel momento in cui entriamo subito in macchina, la ragazza che doveva sedersi dietro non si era accorta di niente. Non appena tutti gli sportelli sono chiusi, io sono rapida a chiudere subito con la chiusura di sicurezza. È stata davvero questioni di secondi. In tutto questo tempo in cui lui è arrivato, è sceso dalla bici e ha provato ad aprire la macchina, ero occupata ad accendere la macchina e fare quello che dovevo fare. Non mi ero accorto che lui aveva messo la bici dietro la mia. Il ragazzo con la macchina, nel frattempo, era lì ad aspettarci. Il tizio fa il giro attorno alla macchina provando ad aprire gli sportelli, fortunatamente non ci riesce. Inizia a sbattere sul vetro, poi per fortuna io riesco ad uscire, nonostante la bicicletta dietro. Per fortuna il ragazzo con la macchina è riuscito a farlo spaventare abbastanza affinché io riuscissi a fare la manovra e quindi sono uscita e sono andata via".

Infine, abbiamo raccolto le dichiarazioni proprio del ragazzo che ha soccorso Valeria con l'auto: "Il tutto si è svolto principalmente in due fasi: prima quando sono arrivate per parcheggiate, e la fase per andare via. Quando loro sono arrivate alla Lega, mi hanno detto che l'uomo si è avvicinato e ha iniziato a molestarle verbalmente. Avendo già parcheggiato la macchina, però, sono riuscite a scappare da questo tipo, unendosi ad un gruppo di ragazzi più avanti. Quando, invece, sono tornate alla Lega avevano chiesto a me di darmi una mano, sia perché avevano paura della Lega Navale buia, sia perché avevano paura che quel tipo fosse ancora lì. In totale eravamo, quindi quattro ragazze, più me che avevo la macchina: Valeria e altre due in una macchina, e la mia fidanzata che era in macchina con me. Avendo visto il tizio avvicinarsi alla macchina, le ragazze hanno fatto in fretta per mettersi in macchina e appena hanno chiuso ci siamo accorti che era arrivato questo tipo in bicicletta. Valeria ha avuto la prontezza di chiudere subito la macchina e alzare tutti i finestrini. L'uomo cerca con forza di aprire lo sportello e già questo, per fortuna, non è successo. Inoltre, l'uomo appena arrivato in bicicletta, la mette dietro la macchina di Valeria, impedendole di fare manovra. Nel momento in cui lui sta continuando a cercare di aprire gli sportelli e dare pugni ai vetri, dalla mia macchina io intimorisco l'uomo e cerco di allontanarlo: questa cosa è fondamentale perché, mentre lo faccio, Valeria riesce a trovare lo spazio per uscire visto che l'uomo si allontana dalla macchina e la bicicletta cade, dando a Valeria la possibilità di uscire. Valeria fa retromarcia, io con la macchina gli faccio da scudo per fare manovra e riusciamo ad andare via. Però la cosa che mi fa arrabbiare è che non è la prima volta che succede lì, perché anche altri ragazzi e ragazze sono state molestate da quelle zone. In passato è capitato anche a me e quando si è da soli, è più pericoloso".

Secondo l'identikit fatto dalle ragazze testimoni: "Aveva circa 40 anni, non era molto lucido e aveva con sé una bicicletta e una busta. Quando si è avvicinato ha sorriso".
  • Situazione di pericolo
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