Politica
Pastore: «Bene il vescovo Pichierri, necessari interventi pubblici»
Povertà ed emergenze sociali, importante il dibattito. Agire in nome di lavoro, casa e sanità
Barletta - lunedì 13 settembre 2010
Una dichiarazione del consigliere regionale SEL, Francesco Pastore.
"Condivido pienamente e apprezzo l'intervento di monsignor Giovanni Battista Pichierri, vescovo di Barletta – Trani – Bisceglie sulla povertà e sulle emergenze sociali e anche sulla condotta che tutti dovremmo avere, come cittadini semplici e come amministratori e politici.
E' importante che siano soggetti autorevoli a sollecitare attenzione verso i poveri, termine i cui parametri stiamo purtroppo imparando ad aggiornare costantemente. Il vescovo si rivolge a tutti, sollecita e non tralascia alcuno: la Chiesa, che può agire e agisce con le Caritas; i responsabili della cosa pubblica, che devono dare priorità ai problemi importanti, il lavoro, la casa i servizi sanitari e sociali per gli infermi e disabili; i non poveri, anzi i ricchi, visto che il divario si va sempre più allargando dividendo seccamente in due quelle che un tempo erano diverse fasce socio – economiche. Non siano egoisti.
Eppure chi per primo dovrebbe preoccuparsi di questo, il Governo, non lo fa. Ammette solo davanti ad una evidenza accecante l'esistenza della crisi e della delicata congiuntura economica e finanziaria internazionale, rimanda alla Ue la ricerca di soluzioni, per contro invece taglia in malo modo dove e come non dovrebbe e, per il resto, si occupa e preoccupa di affari lontani anni luce dal quotidiano, dalla vita reale delle persone, in Italia e al sud.
Gli amministratori locali hanno le mani legate, ma vero è che si può e deve dare priorità alle cose da fare: lavoro, casa, sanità".
"Condivido pienamente e apprezzo l'intervento di monsignor Giovanni Battista Pichierri, vescovo di Barletta – Trani – Bisceglie sulla povertà e sulle emergenze sociali e anche sulla condotta che tutti dovremmo avere, come cittadini semplici e come amministratori e politici.
E' importante che siano soggetti autorevoli a sollecitare attenzione verso i poveri, termine i cui parametri stiamo purtroppo imparando ad aggiornare costantemente. Il vescovo si rivolge a tutti, sollecita e non tralascia alcuno: la Chiesa, che può agire e agisce con le Caritas; i responsabili della cosa pubblica, che devono dare priorità ai problemi importanti, il lavoro, la casa i servizi sanitari e sociali per gli infermi e disabili; i non poveri, anzi i ricchi, visto che il divario si va sempre più allargando dividendo seccamente in due quelle che un tempo erano diverse fasce socio – economiche. Non siano egoisti.
Eppure chi per primo dovrebbe preoccuparsi di questo, il Governo, non lo fa. Ammette solo davanti ad una evidenza accecante l'esistenza della crisi e della delicata congiuntura economica e finanziaria internazionale, rimanda alla Ue la ricerca di soluzioni, per contro invece taglia in malo modo dove e come non dovrebbe e, per il resto, si occupa e preoccupa di affari lontani anni luce dal quotidiano, dalla vita reale delle persone, in Italia e al sud.
Gli amministratori locali hanno le mani legate, ma vero è che si può e deve dare priorità alle cose da fare: lavoro, casa, sanità".