Politica
Parrucchieri e barbieri, «perché mettere in ginocchio tanti professionisti?»
Il vicepresidente del Consiglio regionale pugliese presenterà un mozione
Barletta - mercoledì 7 aprile 2021
9.01 Comunicato Stampa
«In Puglia la situazione dei contagi è critica, più che altrove a livello nazionale, ma il perdurare di determinate restrizioni appare comunque ingiustificato e penalizzante in particolare per determinate categorie, come parrucchieri e barbieri». Inizia così la nota con cui il vicepresidente del Consiglio regionale e consigliere regionale Giannicola De Leonardis anticipa la sua richiesta affinché la Regione si impegni a portare il tema sul tavolo della conferenza Stato-Regioni.
«Si sono adeguati - prosegue - alle direttive imposte per la riapertura conseguente al primo lockdown e hanno svolto per tanti mesi e continuavano a svolgere la propria attività in piena sicurezza, sanificando continuamente l'ambiente di lavoro, garantendo il distanziamento attraverso le prenotazioni e gli appuntamenti, provvedendo al controllo della temperatura all'ingresso. Non risultano, infatti, contagi o focolai in questo ambito: perché allora mettere in ginocchio tanti professionisti che devono provvedere, oltre al mantenimento della propria famiglia, a ingenti spese per l'attività, dal fitto dei locali alle varie tassazioni, al pagamento dei fornitori e delle fatture, e per i quali i ristori – quando verranno erogati – rappresentano e rappresenteranno una quota irrisoria rispetto alle reali necessità ed esigenze?
Tra l'altro, il perdurare della chiusura imposta sta favorendo lo svolgimento dell'attività in nero presso abitazioni private, con la beffa di mancati versamenti per l'erario e dell'aumento del rischio potenziale di contagio. Per questo presenterò una mozione perché la Regione Puglia, in sede di Conferenza Stato-Regioni, impegni il Governo nazionale a rivedere questa decisione che appare difficilmente comprensibile, e che potrebbe ammettere eccezioni come per esempio la riapertura con accesso consentito almeno alla platea dei vaccinati».
«Si sono adeguati - prosegue - alle direttive imposte per la riapertura conseguente al primo lockdown e hanno svolto per tanti mesi e continuavano a svolgere la propria attività in piena sicurezza, sanificando continuamente l'ambiente di lavoro, garantendo il distanziamento attraverso le prenotazioni e gli appuntamenti, provvedendo al controllo della temperatura all'ingresso. Non risultano, infatti, contagi o focolai in questo ambito: perché allora mettere in ginocchio tanti professionisti che devono provvedere, oltre al mantenimento della propria famiglia, a ingenti spese per l'attività, dal fitto dei locali alle varie tassazioni, al pagamento dei fornitori e delle fatture, e per i quali i ristori – quando verranno erogati – rappresentano e rappresenteranno una quota irrisoria rispetto alle reali necessità ed esigenze?
Tra l'altro, il perdurare della chiusura imposta sta favorendo lo svolgimento dell'attività in nero presso abitazioni private, con la beffa di mancati versamenti per l'erario e dell'aumento del rischio potenziale di contagio. Per questo presenterò una mozione perché la Regione Puglia, in sede di Conferenza Stato-Regioni, impegni il Governo nazionale a rivedere questa decisione che appare difficilmente comprensibile, e che potrebbe ammettere eccezioni come per esempio la riapertura con accesso consentito almeno alla platea dei vaccinati».