Parla il padre di Melissa: «Per me quella persona non esiste»

Ha ringraziato davvero tutti, Massimo Bassi, il papà di Melissa, la studentessa di 16 anni uccisa nell'attentato all'istituto professionale "Morvillo-Falcone" di Brindisi, il cui assassino, Giovanni Vantaggiato, 68 anni, di Copertino, ha confessato questa notte di essere il responsabile della strage ed è stato così definitivamente arrestato. Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questo pomeriggio nell'aula del consiglio comunale di Mesagne, il padre di Melissa ha ringraziato il suo amico e avvocato difensore Fernando Orsini, che ha ribadito come questa fosse l'unica e ultima occasione nella quale avrebbero parlato con i giornalisti, il sindaco di Mesagne, le forze dell'ordine, la magistratura, l'ospedale di Mesagne, che ha assistito sua moglie, nonché madre di Melissa, dopo lo shock causato dalla morte di sua figlia. E soprattutto ha ringraziato sua moglie, che per tutta la conferenza stampa è rimasta in totale silenzio, impietrita dal dolore. Ha ringraziato anche i giornalisti: «Non ce l'ho con voi, ma non potevo parlare per rispetto di mia figlia».

«Non so nemmeno come chiamare questa persona che ha fatto ciò. Questa persona, se così la possiamo chiamare, non è un padre -ha detto Massimo Bassi, parlando dell'assassino di sua figlia-. Egli ha spezzato la mia famiglia e la sua famiglia, e quella di tutti i ragazzi coinvolti. Non so come abbia fatto in questi giorni a mangiare a casa con la sua famiglia. Se era un padre di famiglia non sarebbe arrivato a fare questo. Tutto potevo pensare tranne che fosse un padre di famiglia, che avesse moglie, figli, e nipoti - ha ripetuto Bassi - Non esiste per me quella persona».

Rispondendo poi alle domande sul movente dell'attentato: «Lo sa solo lui perché ha fatto questo. Non ho mai pensato che ci fosse dietro la criminalità organizzata. Ho avuto fiducia nella magistratura, sono stati abbastanza elastici con me. Comunque, giustizia è stata fatta - e rispondendo a una domanda alquanto fuori luogo su che pena esso si aspetti, e se abbia pensato alla pena di morte ha poi aggiunto - A che serve la pena di morte? Ha 68 anni».

Ha poi concluso rivolgendo il suo pensiero alle altre famiglie coinvolte dal dramma, e ricordando sua figlia: «Andrò senz'altro a trovare le famiglie degli altri ragazzi. Melissa era una ragazza solare e ci faceva sentire felici».