La città
Ospedale di Barletta, riordino posti letto. Rinviate le decisioni
UTIC ad Andria, ma posti insufficienti. «Sospensione per completamento ricoveri»
Barletta - sabato 23 febbraio 2013
La direzione generale della Asl Bat ha deliberato la sospensione dell'esecutività delle delibere 160 del 14 febbraio 2013 e 130 del 28 gennaio 2013 di presa d'atto del piano regionale di riorganizzazione ospedaliera e di attivazione delle procedure amministrative per riorganizzare i servizi nella Asl Bat. «La sospensione – si legge in una nota della Asl - si è resa necessaria per consentire il completamento dei ricoveri in corso e l'attivazione di interventi organizzativi propedeutici risultati più articolati di quanto previsto». Tuttavia regnando confusione diamo notizia di quelli che fino a poche ore fa, risultavano le decisioni assunte dalla Asl/BT, attraverso il suo direttore generale dott. Giovanni Gorgoni, in materia di riordino ospedaliero, seguendo le disposizioni della Regione Puglia. Certamente Barlettalife non tralascerà i nuovi aggiornamenti sul caso.
Si tratta della revisione del RR n. 18 del 16/12/2010, e successive modifiche, perseguendo il miglioramento dell'offerta sanitaria pubblica nel territorio, creando centri ospedalieri grandi e meglio attrezzati. In teoria. Perché ciò si realizzi devono essere sacrificati centri meno importanti qualitativamente. Strutture magari storicamente importanti, ma che, anche economicamente, non rispondono a quella ottimizzazione del servizio che appare necessaria. Come abbiamo avuto modo di riferire in passato, la BAT ha conosciuto riduzioni più drastiche rispetto ad altre province. Ma forse il discorso è un po' più complesso di quello che ne fa la sterile polemica politica-campanilista. Si persegue una strada volta al miglioramento della qualità tecnico-scientifica.
Le decisioni che in particolare riguarderebbero l'ospedale di Barletta, preoccupano solo per un punto, tuttavia molto importante: dal 1° marzo verrà disattivata l'Unità di terapia intensiva coronarica. D'ora in poi le emergenze della provincia, come curare infarti ma non solo, saranno di competenza del nosocomio di Andria, con soli 6 posti letto. Pochi per una provincia di circa 400mila abitanti. La legge prevede un posto letto ogni 20 mila abitanti; invece così è uno ogni 65mila. Solo quattro dei 16 posti letto previsti restano, convertendosi in una, non molto chiara, "Area critica". Tuttavia ci sono anche conferme. L'Unità Ospedaliera di Oculistica sarebbe confermata, prevedendo l'allocazione dei posti letto negli spazi lasciati liberi da Chirurgia Generale passati da 32 del 2010 a 24; conferma per Neurologia, con annessa "Stroke unit". In seguito ad interventi di rifunzionalizzazione, che fanno sapere già in corso, verrà attivata a Barletta la U.O. di Ematologia, finora facente riferimento alla struttura di Trani; verrà attivata anche l'U.O. di Pneumatologia, considerandola come articolazione interna di Medicina Generale, con 8 posti letto. Dopo un miglioramento necessario degli spazi, si attiveranno ulteriori 7 posti letto, rendendo Pneumatologia un'Unità autonoma.
Intanto registriamo diversi malumori nelle città della Provincia per reparti completamente dismessi e intere città private di presidio, generando proteste, più o meno cavalcate dai politici di turno per motivi elettoralistici.
Si tratta della revisione del RR n. 18 del 16/12/2010, e successive modifiche, perseguendo il miglioramento dell'offerta sanitaria pubblica nel territorio, creando centri ospedalieri grandi e meglio attrezzati. In teoria. Perché ciò si realizzi devono essere sacrificati centri meno importanti qualitativamente. Strutture magari storicamente importanti, ma che, anche economicamente, non rispondono a quella ottimizzazione del servizio che appare necessaria. Come abbiamo avuto modo di riferire in passato, la BAT ha conosciuto riduzioni più drastiche rispetto ad altre province. Ma forse il discorso è un po' più complesso di quello che ne fa la sterile polemica politica-campanilista. Si persegue una strada volta al miglioramento della qualità tecnico-scientifica.
Le decisioni che in particolare riguarderebbero l'ospedale di Barletta, preoccupano solo per un punto, tuttavia molto importante: dal 1° marzo verrà disattivata l'Unità di terapia intensiva coronarica. D'ora in poi le emergenze della provincia, come curare infarti ma non solo, saranno di competenza del nosocomio di Andria, con soli 6 posti letto. Pochi per una provincia di circa 400mila abitanti. La legge prevede un posto letto ogni 20 mila abitanti; invece così è uno ogni 65mila. Solo quattro dei 16 posti letto previsti restano, convertendosi in una, non molto chiara, "Area critica". Tuttavia ci sono anche conferme. L'Unità Ospedaliera di Oculistica sarebbe confermata, prevedendo l'allocazione dei posti letto negli spazi lasciati liberi da Chirurgia Generale passati da 32 del 2010 a 24; conferma per Neurologia, con annessa "Stroke unit". In seguito ad interventi di rifunzionalizzazione, che fanno sapere già in corso, verrà attivata a Barletta la U.O. di Ematologia, finora facente riferimento alla struttura di Trani; verrà attivata anche l'U.O. di Pneumatologia, considerandola come articolazione interna di Medicina Generale, con 8 posti letto. Dopo un miglioramento necessario degli spazi, si attiveranno ulteriori 7 posti letto, rendendo Pneumatologia un'Unità autonoma.
Intanto registriamo diversi malumori nelle città della Provincia per reparti completamente dismessi e intere città private di presidio, generando proteste, più o meno cavalcate dai politici di turno per motivi elettoralistici.