Turismo
Nuova luce sul monumento alla Sfida
Presentato ieri il lavoro al termine del restauro
Barletta - sabato 20 maggio 2017
Comunicato Stampa
"Restituiamo alla città l'originario bozzetto in gesso del monumento a Fieramosca contro La Motte nella sua rinnovata bellezza". Così il sindaco Pasquale Cascella in occasione dello scoprimento nella storica Cantina del restaurato monumento alla Sfida realizzato dallo scultore romano Achille Stocchi. Insieme al prefetto Clara Minerva e ai restauratori Francesca Amendola e Alessandro Zagaria sono state così simbolicamente avviate le iniziative che oggi vedranno anche Barletta protagonista della "Notte europea dei musei".
"E' un simbolo - ha affermato il sindaco - che appartiene alla storia della città e dell'intero paese perché questo monumento fu deciso per dare un seguito al libro di D'Azeglio dedicato a Fieramosca ma soprattutto ai valori risorgimentali. Chi viene a Barletta oggi può vedere la statua all'ingresso della città per poi toccarla e vederla nella storica cantina. Abbiamo voluto che ciò avvenisse proprio oggi affinché la 'Notte europea dei musei' possa rappresentare una ulteriore occasione di riscoperta di questo museo cittadino a servizio della cultura europea. Ecco allora che la storia della contesa a suo tempo avvenuta tra le potenze che ambivano a possedere l'Europa adesso diventa invece la storia di una nuova comunità che si riconosce anche nei valori della cultura e dell'arte rappresentando una prospettiva per le nuove generazioni".
Il manufatto fu donato dal maestro Stocchi alla città nel 1864. L'offerta, tuttavia, fu accolta solo nel 1867 quando lo stesso artista, che ha lavorato per lungo tempo a Roma, portò l'opera a Barletta e ne curò il posizionamento nell'allora Sala Consiliare in via Municipio. Sebbene l'intenzione di Stocchi - come si evince da una lettera inviata dallo scultore allo storico Francesco Saverio Vista - fosse quella di realizzare una scultura in marmo, quest'opera non fu mai portata a termine, anche se la raffigurazione del bozzetto diventò subito il simbolo della Disfida. Solo nel 1980 fu possibile realizzare un bronzo dell'opera che dal 2009 è collocata all'ingresso della città, nella congiunzione tra via Trani e via Andria, nei pressi del Castello. Due le figure rappresentate: Ettore Fieramosca che, con sguardo deciso, intima con l'indice della mano sinistra al suo avversario di arrendersi, e, appunto, Guy La Motte, con il capo chino in atto di resa.
Dopo un primo restauro avvenuto nella prima metà del '900, il calco ha richiesto un nuovo intervento estetico e conservativo. Proprio nel 513° anniversario della celebre contesa, a febbraio 2016, sono stati avviati i lavori di restauro eseguiti dalla Cooperativa Mu.Res di Barletta. Nello specifico, le prime fasi sono consistite in una pulitura preliminare per la rimozione dei depositi presenti sull'intero manufatto. Si è passato, poi, dopo un adeguato consolidamento, al recupero della integrità dell'opera in quanto alcune parti risultavano lese richiedendo operazioni di ancoraggio, di assemblaggio e di riproduzione. In particolare, sono stati ricostruiti la mano destra e l'elmo di La Motte completamente frammentato oltre alla mazza ferrata, realizzata ex novo. Una parte del drappo di Fieramosca, molto compromessa, è stata rialloggiata con inperneazioni e l'ausilio di barrette in vetro resina utilizzate anche per la mano e l'elmo. Su tutta la superficie dell'opera sono state rimosse le vecchie stuccature per realizzarne di nuove. La fase conclusiva ha riguardato il restauro estetico con il ripristino della pellicola pittorica.
"E' un simbolo - ha affermato il sindaco - che appartiene alla storia della città e dell'intero paese perché questo monumento fu deciso per dare un seguito al libro di D'Azeglio dedicato a Fieramosca ma soprattutto ai valori risorgimentali. Chi viene a Barletta oggi può vedere la statua all'ingresso della città per poi toccarla e vederla nella storica cantina. Abbiamo voluto che ciò avvenisse proprio oggi affinché la 'Notte europea dei musei' possa rappresentare una ulteriore occasione di riscoperta di questo museo cittadino a servizio della cultura europea. Ecco allora che la storia della contesa a suo tempo avvenuta tra le potenze che ambivano a possedere l'Europa adesso diventa invece la storia di una nuova comunità che si riconosce anche nei valori della cultura e dell'arte rappresentando una prospettiva per le nuove generazioni".
Il manufatto fu donato dal maestro Stocchi alla città nel 1864. L'offerta, tuttavia, fu accolta solo nel 1867 quando lo stesso artista, che ha lavorato per lungo tempo a Roma, portò l'opera a Barletta e ne curò il posizionamento nell'allora Sala Consiliare in via Municipio. Sebbene l'intenzione di Stocchi - come si evince da una lettera inviata dallo scultore allo storico Francesco Saverio Vista - fosse quella di realizzare una scultura in marmo, quest'opera non fu mai portata a termine, anche se la raffigurazione del bozzetto diventò subito il simbolo della Disfida. Solo nel 1980 fu possibile realizzare un bronzo dell'opera che dal 2009 è collocata all'ingresso della città, nella congiunzione tra via Trani e via Andria, nei pressi del Castello. Due le figure rappresentate: Ettore Fieramosca che, con sguardo deciso, intima con l'indice della mano sinistra al suo avversario di arrendersi, e, appunto, Guy La Motte, con il capo chino in atto di resa.
Dopo un primo restauro avvenuto nella prima metà del '900, il calco ha richiesto un nuovo intervento estetico e conservativo. Proprio nel 513° anniversario della celebre contesa, a febbraio 2016, sono stati avviati i lavori di restauro eseguiti dalla Cooperativa Mu.Res di Barletta. Nello specifico, le prime fasi sono consistite in una pulitura preliminare per la rimozione dei depositi presenti sull'intero manufatto. Si è passato, poi, dopo un adeguato consolidamento, al recupero della integrità dell'opera in quanto alcune parti risultavano lese richiedendo operazioni di ancoraggio, di assemblaggio e di riproduzione. In particolare, sono stati ricostruiti la mano destra e l'elmo di La Motte completamente frammentato oltre alla mazza ferrata, realizzata ex novo. Una parte del drappo di Fieramosca, molto compromessa, è stata rialloggiata con inperneazioni e l'ausilio di barrette in vetro resina utilizzate anche per la mano e l'elmo. Su tutta la superficie dell'opera sono state rimosse le vecchie stuccature per realizzarne di nuove. La fase conclusiva ha riguardato il restauro estetico con il ripristino della pellicola pittorica.