La città
«Non mirate al viso, mirate al petto!»
Il barlettano Francesco Paolo Battaglia, fucilato all’alba dai partigiani
Barletta - lunedì 1 dicembre 2014
9.46
Francesco Paolo Battaglia, nasce a Barletta nel 1891. A 24 anni, nel 1915, col grado tenente colonnello, partecipa alla prima guerra mondiale, dove, dopo essersi distinto in azioni di guerra, viene decorato con una medaglia d'argento e una medaglia di bronzo. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Francesco Battaglia è comandate del 74 reggimento Fanteria a Massa Carrara.
Dopo l'armistizio dell' 8 settembre 1943, con l'avvento della Repubblica Sociale Italiana, Francesco assume il comando del distretto militare di Reggio Emilia. La sera del 13 dicembre 1944, mentre torna a casa, in una villetta a 20km da Reggio Emilia, viene rapito da un gruppo di partigiani della Divisione Comunista "Garibaldi" e tenuto in ostaggio per 35 giorni. All'alba del 17 febbraio 1945, un tribunale del popolo, composto da partigiani, lo accusa di alto tradimento, al termine di un processo sommario, condannandolo a morte per fucilazione immediata.
Francesco Battaglia fu condotto a ridosso del cimitero di Ligonchio, un comune in provincia di Reggio Emilia. Sul luogo dell'esecuzione, erano presenti due testimoni, il parroco del posto e un medico, i quali raccontarono che, davanti al plotone di esecuzione, Francesco, con freddezza d'animo, esclamò: «Non mirate al viso, mirate al petto, affinchè i miei mi possano riconoscere. Viva l'Italia!».
Fu lo stesso parroco, che lo aveva assistito prima della fucilazione, a provvedere alla sepoltura di Francesco Battaglia, comunicando la notizia alla vedova, Maria Teresa Violi, e a consegnarle l'orologio e il portafogli del marito. Nel 1946, al ritorno dalla prigionia in Kenya, suo fratello, Arturo Battaglia, apprese la notizia della fucilazione di Francesco.
In un rapporto inviato dai partigiani al Comitato di Liberazione Nazionale, si accenna alla serenità e freddezza d'animo di Francesco Battaglia davanti al plotone d'esecuzione, con la seguente nota a margine:«Siano dolenti che Francesco Battaglia non sia stato uno dei nostri».
Francesco Paolo Battaglia aveva 54 anni e riposa nel cimitero di Bologna, nella cappella della famiglia Violi.
A seguire, pubblichiamo l'elenco dei militari barlettani caduti durante la prima guerra mondiale
Dopo l'armistizio dell' 8 settembre 1943, con l'avvento della Repubblica Sociale Italiana, Francesco assume il comando del distretto militare di Reggio Emilia. La sera del 13 dicembre 1944, mentre torna a casa, in una villetta a 20km da Reggio Emilia, viene rapito da un gruppo di partigiani della Divisione Comunista "Garibaldi" e tenuto in ostaggio per 35 giorni. All'alba del 17 febbraio 1945, un tribunale del popolo, composto da partigiani, lo accusa di alto tradimento, al termine di un processo sommario, condannandolo a morte per fucilazione immediata.
Francesco Battaglia fu condotto a ridosso del cimitero di Ligonchio, un comune in provincia di Reggio Emilia. Sul luogo dell'esecuzione, erano presenti due testimoni, il parroco del posto e un medico, i quali raccontarono che, davanti al plotone di esecuzione, Francesco, con freddezza d'animo, esclamò: «Non mirate al viso, mirate al petto, affinchè i miei mi possano riconoscere. Viva l'Italia!».
Fu lo stesso parroco, che lo aveva assistito prima della fucilazione, a provvedere alla sepoltura di Francesco Battaglia, comunicando la notizia alla vedova, Maria Teresa Violi, e a consegnarle l'orologio e il portafogli del marito. Nel 1946, al ritorno dalla prigionia in Kenya, suo fratello, Arturo Battaglia, apprese la notizia della fucilazione di Francesco.
In un rapporto inviato dai partigiani al Comitato di Liberazione Nazionale, si accenna alla serenità e freddezza d'animo di Francesco Battaglia davanti al plotone d'esecuzione, con la seguente nota a margine:«Siano dolenti che Francesco Battaglia non sia stato uno dei nostri».
Francesco Paolo Battaglia aveva 54 anni e riposa nel cimitero di Bologna, nella cappella della famiglia Violi.
A seguire, pubblichiamo l'elenco dei militari barlettani caduti durante la prima guerra mondiale