Territorio
Nella geografia economica territoriale, qual è il ruolo della Bat?
L'analisi del Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles, Emmanuele Daluiso
Barletta - venerdì 13 novembre 2015
Comunicato Stampa
«Nei giorni scorsi l'ISTAT ha pubblicato due volumi dedicati a una lettura territoriale dei dati dell'ultimo censimento del 2011 e di ulteriori dati aggiornati sino al 2014: il primo riguarda "La nuova geografia dei sistemi locali", il secondo "I distretti industriali 2011". Si tratta di uno sforzo in linea con gli impegni del Sistema Statistico Nazionale su scala internazionale, in particolare con l'Unione Europea per venire incontro alle necessità di conoscenza connesse alle politiche di sviluppo da questa promosse, fra cui la politica per la coesione economica, sociale e territoriale che assorbe un terzo del bilancio europeo per il periodo 2014-2020». A scrivere questa riflessione è Emmanuele Daluiso, Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles, che propone questa corposa disamina relativa all'inquadramento della provincia Bat nella geografia economica territoriale attraverso un documento, che è possibile scaricare come allegato in formato integrale in fondo all'articolo.
Il territorio oltre i confini amministrativi - «La politica di coesione dell'Unione Europea per il periodo 2014-2020 è, più che in passato, diretta ad affrontare le specificità di sviluppo dei luoghi, a dare risposta alle peculiarità dei territori, a partire dalle relazioni sociali ed economiche che in essi si formano, dai flussi materiali e immateriali che si sviluppano fra i vari territori. Emerge dunque una nuova domanda di conoscenza dei fenomeni territoriali che vanno al di là della tradizionale suddivisione dello stesso in termini amministrativi (Regione, Provincia, Comune). D'altra parte l'ISTAT è impegnata sin dal 1981 a studiare i flussi degli spostamenti quotidiani casa-lavoro per dar conto di una geografia economica e sociale oltre i confini amministrativi. La geografia dei sistemi locali, generata dagli spostamenti quotidiani per raggiungere la sede di lavoro, descrive con un buon grado di approssimazione i sistemi urbani giornalieri, cioè quei luoghi dove si concentra la maggior parte delle attività e degli spostamenti quotidiani delle persone e dei soggetti economici. Tale geografia consente di individuare meglio i luoghi dove effettuare gli investimenti e al tempo stesso di massimizzarne gli effetti, dando quindi effettiva applicazione a politiche di intervento di tipo place-based. Quali indicazioni possiamo trarre dalla lettura aggiornata del territorio italiano proposta dall'ISTAT, con particolare riferimento alla provincia Barletta-Andria-Trani?».
I sistemi locali - «Innovando la metodologia già utilizzata sin dal 1981 e rispondendo alle nuove domande di dati statistici provenienti dalle politiche europee e nazionali, l'ISTAT ha prodotto una nuova mappa dei sistemi locali, fondata sul principio di "auto-contenimento", per cui la maggior parte della popolazione residente in un'area lavori ed eserciti la maggior parte delle proprie relazioni sociali ed economiche all'interno della stessa area. I sistemi locali, secondo l'ISTAT, sono "regioni funzionali" costruite tramite aggregazione di due o più comuni, massimizzando la loro interazione. L'auto-contenimento di una regione è la misura del grado per cui occupati residenti nella regione lavorano nella regione stessa. Sulla base dei dati sul pendolarismo rilevati in occasione del censimento 2011, l'Italia risulta articolata in 611 sistemi locali, in riduzione rispetto ai 955 individuati nel 1981, un trend molto chiaro che pone in secondo rilievo le questioni connesse alla diversa metodologia di analisi. La contrazione è evidente anche rispetto ai 784 individuati nel 1991 e ai 686 individuati nel 2001. Tende ad aumentare dunque la dimensione media dei sistemi locali in termini di numero di comuni, di popolazione e di occupazione. Nel contempo il fenomeno del pendolarismo è diventato più intenso in termini quantitativi e più complesso in termini qualitativi. Ben 56 sistemi locali del 2001 sono interregionali e in due casi interessano tre regioni, come quello di Melfi che interessa Basilicata, Campania e Puglia. Più numerosa è la casistica dei sistemi che interessano due o più province: si tratta di 185 casi, di cui 163 coinvolgono due province e 22 coinvolgono più di due province, come nel caso di Milano che coinvolge ben sette province lombarde».
I sistemi locali della BAT - «La Puglia si articola in 44 sistemi locali e quattro di questi interessano la BAT. Il sistema di Barletta, che comprende i comuni di Andria, Barletta, Canosa, Margherita di Savoia e Trani, rappresenta il quinto sistema pugliese per numero di posti di lavoro con un coefficiente di auto-contenimento sia dal lato della domanda che dell'offerta superiore a 0,80. In altri termini, più di 80 persone su 100 risiedono e lavorano all'interno del sistema locale. Inoltre l'indice di intensità relazionale, che misura l'intensità dei flussi tra i comuni, è pari a 10, un valore relativamente basso che evidenzia come 90 flussi su 100 sono interni allo stesso comune. Rispetto al 2001 il sistema locale di Barletta perde quattro comuni, che costituiscono due nuovi sistemi locali: Minervino Murge e Spinazzola, che costituiscono il sistema locale di Minervino Murge; San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli che costituiscono il sistema locale di San Ferdinando di Puglia. Le dinamiche economiche e sociali fra il 2001 e il 2011 hanno dunque determinato una nuova geografia economica della BAT, la ri-articolazione territoriale del precedente sistema di Barletta in tre sistemi locali. Si tratta di due nuovi sistemi locali relativamente più deboli, come attestano i più bassi coefficienti di auto-contenimento minimi, così come più bassi indici di intensità relazionale intercomunale. Un quarto sistema locale interessa Bisceglie ed è quello di Molfetta che comprende anche Giovinazzo e Terlizzi. Si tratta di un sistema con un coefficiente di auto-contenimento minimo inferiore a 0,70 e un indice di intensità relazionale intercomunale pari a 15».
La nuova geografia economica della BAT: tra disagio e speranza - «Nel complesso la nuova geografia economica della BAT fa emergere sistemi locali indeboliti rispetto al passato, fortemente colpiti dal processo di deindustrializzazione degli anni 2000, non adeguatamente controbilanciato dal processo di terziarizzazione, con la conseguente crescita del tasso di disoccupazione. In termini di caratterizzazione socio-demografica i sistemi locali di Barletta e di Molfetta sono definiti dall'ISTAT come "territori del disagio", contraddistinti da una connotazione fortemente critica da un punto di vista socio-economico, soprattutto per ciò che concerne gli indicatori relativi all'istruzione e al mercato del lavoro. Il sistema locale di Minervino Murge rientra invece nella casistica dei territori del "Mezzogiorno interno", territori scarsamente popolati, anche a seguito di processi di spopolamento avvenuti nel recente passato, presumibilmente legati a fenomeni migratori interni del tipo rurale- urbano. Il sistema di San Ferdinando di Puglia rientra, infine, nella casistica dell' "altro Sud", il raggruppamento del Mezzogiorno che presenta le maggiori potenzialità e si differenzia dal Mezzogiorno interno per segnali di maggiore vitalità».
Specializzazioni produttive e performance delle imprese - «Accanto alla lettura delle caratteristiche socio-demografiche l'ISTAT ha prodotto una lettura delle caratteristiche dei sistemi produttivi in termini di specializzazione produttiva, articolata in quattro macro settori: sistemi locali del made in Italy, sistemi locali della manifattura pesante, sistemi locali non manifatturieri, sistemi locali non specializzati. I sistemi locali della BAT si caratterizzano prevalentemente per la presenza delle produzioni del made in Italy. Molto importante per la dinamica dei sistemi locali è stata la capacità di reazione alla crisi mondiale scoppiata nel 2008. A seguito del crollo della domanda interna molte imprese si sono orientate sui mercati internazionali. Su 611 sistemi locali ben 319, cioè più della metà ha mostrato segnali positivi delle esportazioni. Tra questi sistemi rientrano anche quelli del nord barese. Determinante nelle performance dei sistemi locali sui mercati esteri è la produttività del lavoro, così come le dimensioni medie in termini di addetti».
Il mercato del lavoro - «Le dinamiche della crisi hanno ovviamente inciso sul mercato del lavoro. Considerando le diverse combinazioni di tasso di occupazione e tasso di disoccupazione emerge una mappa dei sistemi locali molto diversificata. Nel complesso del periodo 2008-2014 i sistemi sono divisi fra "vincenti", "vincenti ma in calo", "perdenti", "perdenti ma in ripresa". I sistemi locali del nord barese rientrano tutti in quest'ultima categoria, grazie alla capacità di ripresa manifestata nel 2014».
Il valore culturale del territorio - «Molto interessante è la lettura fatta dall'ISTAT del territorio italiano per vocazione culturale, cercando di andare oltre gli stereotipi dell'Italia "museo a cielo aperto", del "Bel Paese", secondo cui il vero patrimonio nazionale è rappresentato dalla creatività, dal turismo e dalla cultura. Adottando un approccio estensivo di "vocazione culturale e attrattiva", comprendendo non solo il patrimonio storico e monumentale e quello paesaggistico, ma anche i prodotti agro-alimentari tipici e l'artigianato artistico, nonché l'industria culturale e quella creativa, cioè quell'insieme di fattori materiali e immateriali che possono concorrere a costruire l'immagine e il prestigio di un paese e la sua autorevolezza e influenza a livello nazionale e internazionale, emerge una mappa che individua cinque tipologie di sistemi locali: "la grande bellezza", "la potenzialità del territorio", "l'imprenditorialità del territorio", "il volano del turismo", "la perifericità culturale". Il sistema di Barletta viene classificato fra i sistemi della grande bellezza, quei sistemi che riescono a coniugare in modo ottimale le differenti espressioni dell'arte, della cultura, delle tradizioni artigianali e imprenditoriali. La vocazione culturale dei sistemi locali non sempre però si riflette in un'attrattività turistica altrettanto pronunciata, proprio come nel caso del sistema di Barletta. I sistemi di Minervino Murge e San Ferdinando di Puglia sono invece classificati fra i sistemi con potenzialità del patrimonio, sistemi locali che sono caratterizzati da valori elevati per la consistenza del patrimonio culturale e paesaggistico, ma in cui è carente la componente formativa e produttiva e che potrebbero compiere un "salto di qualità" se riuscissero a promuovere una crescita anche nella dimensione imprenditoriale. Il sistema di Molfetta, che comprende Bisceglie, è classificato come il gruppo dell'imprenditorialità culturale, in cui - all'opposto del precedente- i sistemi locali presentano valori alti con riferimento alle caratteristiche del tessuto produttivo/culturale, ma non risultano corredati da un valore equivalente nella dotazione di patrimonio culturale e paesaggistico (valore medio/basso). Nell'insieme dei sistemi del nord barese le condizioni di base di competitività in termini di vocazione culturale del territorio fanno emergere potenzialità che non riescono ancora ad esprimere adeguati flussi turistici».
Distretti industriali - «I distretti industriali sono una particolare categoria di sistemi locali, caratterizzati dalla presenza di piccola o media impresa, con una elevata concentrazione territoriale di occupazione manifatturiera focalizzata in una industria principale, essendo le altre industrie presenti nel sistema locale: secondarie, complementari (dal lato dell'occupazione) o ausiliarie (dal lato della produzione). I distretti industriali sono, più in generale, sistemi locali con le caratteristiche economiche, sociali e istituzionali definite a livello teorico già alla fine dell'Ottocento da Alfred Marshall, in Inghilterra, riprese e sviluppate in Italia da Giacomo Becattini alla fine degli anni '70. Nel 2011 su 611 sistemi locali 141 hanno presentato le caratteristiche di distretti industriali, in diminuzione rispetto al 2001 quando erano risultati in numero di 181, segno evidente di processi di riorganizzazione indotti dalla globalizzazione degli anni 2000. Due di questi sistemi interessano la BAT e sono quelli di Barletta e di Minervino Murge. Barletta è il distretto industriale storico, già così individuato dall'ISTAT nel 1991. Quello di Minervino Murge nasce come gemmazione di quello di Barletta, ma si tratta di uno dei più piccoli sistemi a livello nazionale e i dati sulla sua capacità di auto-contenimento di residenti e di occupazione fanno registrare valori relativamente bassi. Inoltre, il distretto di Minervino Murge si caratterizza per la sua mono-specializzazione nel settore tessile-abbigliamento, il distretto di Barletta si presenta come un distretto multi-specializzato, con il tessile-abbigliamento come industria principale, seguito dal settore delle pelli, cuoio e calzature e dal settore delle industrie alimentari».
Nuove politiche place-based - «La nuova mappa dei sistemi locali e dei distretti industriali fa emergere con maggior forza, anche rispetto agli obiettivi delle politiche europee, in particolare quella della coesione, la necessità di politiche di sviluppo in grado di tener conto delle specificità dei luoghi. Tuttavia sia le politiche definite a livello nazionale che quelle regionali non mostrano di tener conto adeguatamente di questo aspetto, ma in tal modo finiscono per perdere efficacia. D'altra parte anche i territori non sempre, messi alla prova, hanno dimostrato di essere consapevoli sino in fondo della forza di politiche territoriali ben calibrate e con una capacità di visione di lungo periodo. Le nuove conoscenze prodotte dall'ISTAT restituiscono un livello accresciuto di consapevolezza sulla necessità e l'importanza di politiche attente alle specificità dei luoghi e il territorio della BAT, da poco dotato di un piano territoriale di coordinamento, potrebbe essere in prima fila nel cogliere le sfide derivanti da tale consapevolezza, nell'implementare politiche di sviluppo in grado di dare risposte alle problematiche dei quattro sistemi locali in esso presenti, in un'ottica di qualificazione degli stessi, ma anche di una loro integrazione».
Il territorio oltre i confini amministrativi - «La politica di coesione dell'Unione Europea per il periodo 2014-2020 è, più che in passato, diretta ad affrontare le specificità di sviluppo dei luoghi, a dare risposta alle peculiarità dei territori, a partire dalle relazioni sociali ed economiche che in essi si formano, dai flussi materiali e immateriali che si sviluppano fra i vari territori. Emerge dunque una nuova domanda di conoscenza dei fenomeni territoriali che vanno al di là della tradizionale suddivisione dello stesso in termini amministrativi (Regione, Provincia, Comune). D'altra parte l'ISTAT è impegnata sin dal 1981 a studiare i flussi degli spostamenti quotidiani casa-lavoro per dar conto di una geografia economica e sociale oltre i confini amministrativi. La geografia dei sistemi locali, generata dagli spostamenti quotidiani per raggiungere la sede di lavoro, descrive con un buon grado di approssimazione i sistemi urbani giornalieri, cioè quei luoghi dove si concentra la maggior parte delle attività e degli spostamenti quotidiani delle persone e dei soggetti economici. Tale geografia consente di individuare meglio i luoghi dove effettuare gli investimenti e al tempo stesso di massimizzarne gli effetti, dando quindi effettiva applicazione a politiche di intervento di tipo place-based. Quali indicazioni possiamo trarre dalla lettura aggiornata del territorio italiano proposta dall'ISTAT, con particolare riferimento alla provincia Barletta-Andria-Trani?».
I sistemi locali - «Innovando la metodologia già utilizzata sin dal 1981 e rispondendo alle nuove domande di dati statistici provenienti dalle politiche europee e nazionali, l'ISTAT ha prodotto una nuova mappa dei sistemi locali, fondata sul principio di "auto-contenimento", per cui la maggior parte della popolazione residente in un'area lavori ed eserciti la maggior parte delle proprie relazioni sociali ed economiche all'interno della stessa area. I sistemi locali, secondo l'ISTAT, sono "regioni funzionali" costruite tramite aggregazione di due o più comuni, massimizzando la loro interazione. L'auto-contenimento di una regione è la misura del grado per cui occupati residenti nella regione lavorano nella regione stessa. Sulla base dei dati sul pendolarismo rilevati in occasione del censimento 2011, l'Italia risulta articolata in 611 sistemi locali, in riduzione rispetto ai 955 individuati nel 1981, un trend molto chiaro che pone in secondo rilievo le questioni connesse alla diversa metodologia di analisi. La contrazione è evidente anche rispetto ai 784 individuati nel 1991 e ai 686 individuati nel 2001. Tende ad aumentare dunque la dimensione media dei sistemi locali in termini di numero di comuni, di popolazione e di occupazione. Nel contempo il fenomeno del pendolarismo è diventato più intenso in termini quantitativi e più complesso in termini qualitativi. Ben 56 sistemi locali del 2001 sono interregionali e in due casi interessano tre regioni, come quello di Melfi che interessa Basilicata, Campania e Puglia. Più numerosa è la casistica dei sistemi che interessano due o più province: si tratta di 185 casi, di cui 163 coinvolgono due province e 22 coinvolgono più di due province, come nel caso di Milano che coinvolge ben sette province lombarde».
I sistemi locali della BAT - «La Puglia si articola in 44 sistemi locali e quattro di questi interessano la BAT. Il sistema di Barletta, che comprende i comuni di Andria, Barletta, Canosa, Margherita di Savoia e Trani, rappresenta il quinto sistema pugliese per numero di posti di lavoro con un coefficiente di auto-contenimento sia dal lato della domanda che dell'offerta superiore a 0,80. In altri termini, più di 80 persone su 100 risiedono e lavorano all'interno del sistema locale. Inoltre l'indice di intensità relazionale, che misura l'intensità dei flussi tra i comuni, è pari a 10, un valore relativamente basso che evidenzia come 90 flussi su 100 sono interni allo stesso comune. Rispetto al 2001 il sistema locale di Barletta perde quattro comuni, che costituiscono due nuovi sistemi locali: Minervino Murge e Spinazzola, che costituiscono il sistema locale di Minervino Murge; San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli che costituiscono il sistema locale di San Ferdinando di Puglia. Le dinamiche economiche e sociali fra il 2001 e il 2011 hanno dunque determinato una nuova geografia economica della BAT, la ri-articolazione territoriale del precedente sistema di Barletta in tre sistemi locali. Si tratta di due nuovi sistemi locali relativamente più deboli, come attestano i più bassi coefficienti di auto-contenimento minimi, così come più bassi indici di intensità relazionale intercomunale. Un quarto sistema locale interessa Bisceglie ed è quello di Molfetta che comprende anche Giovinazzo e Terlizzi. Si tratta di un sistema con un coefficiente di auto-contenimento minimo inferiore a 0,70 e un indice di intensità relazionale intercomunale pari a 15».
La nuova geografia economica della BAT: tra disagio e speranza - «Nel complesso la nuova geografia economica della BAT fa emergere sistemi locali indeboliti rispetto al passato, fortemente colpiti dal processo di deindustrializzazione degli anni 2000, non adeguatamente controbilanciato dal processo di terziarizzazione, con la conseguente crescita del tasso di disoccupazione. In termini di caratterizzazione socio-demografica i sistemi locali di Barletta e di Molfetta sono definiti dall'ISTAT come "territori del disagio", contraddistinti da una connotazione fortemente critica da un punto di vista socio-economico, soprattutto per ciò che concerne gli indicatori relativi all'istruzione e al mercato del lavoro. Il sistema locale di Minervino Murge rientra invece nella casistica dei territori del "Mezzogiorno interno", territori scarsamente popolati, anche a seguito di processi di spopolamento avvenuti nel recente passato, presumibilmente legati a fenomeni migratori interni del tipo rurale- urbano. Il sistema di San Ferdinando di Puglia rientra, infine, nella casistica dell' "altro Sud", il raggruppamento del Mezzogiorno che presenta le maggiori potenzialità e si differenzia dal Mezzogiorno interno per segnali di maggiore vitalità».
Specializzazioni produttive e performance delle imprese - «Accanto alla lettura delle caratteristiche socio-demografiche l'ISTAT ha prodotto una lettura delle caratteristiche dei sistemi produttivi in termini di specializzazione produttiva, articolata in quattro macro settori: sistemi locali del made in Italy, sistemi locali della manifattura pesante, sistemi locali non manifatturieri, sistemi locali non specializzati. I sistemi locali della BAT si caratterizzano prevalentemente per la presenza delle produzioni del made in Italy. Molto importante per la dinamica dei sistemi locali è stata la capacità di reazione alla crisi mondiale scoppiata nel 2008. A seguito del crollo della domanda interna molte imprese si sono orientate sui mercati internazionali. Su 611 sistemi locali ben 319, cioè più della metà ha mostrato segnali positivi delle esportazioni. Tra questi sistemi rientrano anche quelli del nord barese. Determinante nelle performance dei sistemi locali sui mercati esteri è la produttività del lavoro, così come le dimensioni medie in termini di addetti».
Il mercato del lavoro - «Le dinamiche della crisi hanno ovviamente inciso sul mercato del lavoro. Considerando le diverse combinazioni di tasso di occupazione e tasso di disoccupazione emerge una mappa dei sistemi locali molto diversificata. Nel complesso del periodo 2008-2014 i sistemi sono divisi fra "vincenti", "vincenti ma in calo", "perdenti", "perdenti ma in ripresa". I sistemi locali del nord barese rientrano tutti in quest'ultima categoria, grazie alla capacità di ripresa manifestata nel 2014».
Il valore culturale del territorio - «Molto interessante è la lettura fatta dall'ISTAT del territorio italiano per vocazione culturale, cercando di andare oltre gli stereotipi dell'Italia "museo a cielo aperto", del "Bel Paese", secondo cui il vero patrimonio nazionale è rappresentato dalla creatività, dal turismo e dalla cultura. Adottando un approccio estensivo di "vocazione culturale e attrattiva", comprendendo non solo il patrimonio storico e monumentale e quello paesaggistico, ma anche i prodotti agro-alimentari tipici e l'artigianato artistico, nonché l'industria culturale e quella creativa, cioè quell'insieme di fattori materiali e immateriali che possono concorrere a costruire l'immagine e il prestigio di un paese e la sua autorevolezza e influenza a livello nazionale e internazionale, emerge una mappa che individua cinque tipologie di sistemi locali: "la grande bellezza", "la potenzialità del territorio", "l'imprenditorialità del territorio", "il volano del turismo", "la perifericità culturale". Il sistema di Barletta viene classificato fra i sistemi della grande bellezza, quei sistemi che riescono a coniugare in modo ottimale le differenti espressioni dell'arte, della cultura, delle tradizioni artigianali e imprenditoriali. La vocazione culturale dei sistemi locali non sempre però si riflette in un'attrattività turistica altrettanto pronunciata, proprio come nel caso del sistema di Barletta. I sistemi di Minervino Murge e San Ferdinando di Puglia sono invece classificati fra i sistemi con potenzialità del patrimonio, sistemi locali che sono caratterizzati da valori elevati per la consistenza del patrimonio culturale e paesaggistico, ma in cui è carente la componente formativa e produttiva e che potrebbero compiere un "salto di qualità" se riuscissero a promuovere una crescita anche nella dimensione imprenditoriale. Il sistema di Molfetta, che comprende Bisceglie, è classificato come il gruppo dell'imprenditorialità culturale, in cui - all'opposto del precedente- i sistemi locali presentano valori alti con riferimento alle caratteristiche del tessuto produttivo/culturale, ma non risultano corredati da un valore equivalente nella dotazione di patrimonio culturale e paesaggistico (valore medio/basso). Nell'insieme dei sistemi del nord barese le condizioni di base di competitività in termini di vocazione culturale del territorio fanno emergere potenzialità che non riescono ancora ad esprimere adeguati flussi turistici».
Distretti industriali - «I distretti industriali sono una particolare categoria di sistemi locali, caratterizzati dalla presenza di piccola o media impresa, con una elevata concentrazione territoriale di occupazione manifatturiera focalizzata in una industria principale, essendo le altre industrie presenti nel sistema locale: secondarie, complementari (dal lato dell'occupazione) o ausiliarie (dal lato della produzione). I distretti industriali sono, più in generale, sistemi locali con le caratteristiche economiche, sociali e istituzionali definite a livello teorico già alla fine dell'Ottocento da Alfred Marshall, in Inghilterra, riprese e sviluppate in Italia da Giacomo Becattini alla fine degli anni '70. Nel 2011 su 611 sistemi locali 141 hanno presentato le caratteristiche di distretti industriali, in diminuzione rispetto al 2001 quando erano risultati in numero di 181, segno evidente di processi di riorganizzazione indotti dalla globalizzazione degli anni 2000. Due di questi sistemi interessano la BAT e sono quelli di Barletta e di Minervino Murge. Barletta è il distretto industriale storico, già così individuato dall'ISTAT nel 1991. Quello di Minervino Murge nasce come gemmazione di quello di Barletta, ma si tratta di uno dei più piccoli sistemi a livello nazionale e i dati sulla sua capacità di auto-contenimento di residenti e di occupazione fanno registrare valori relativamente bassi. Inoltre, il distretto di Minervino Murge si caratterizza per la sua mono-specializzazione nel settore tessile-abbigliamento, il distretto di Barletta si presenta come un distretto multi-specializzato, con il tessile-abbigliamento come industria principale, seguito dal settore delle pelli, cuoio e calzature e dal settore delle industrie alimentari».
Nuove politiche place-based - «La nuova mappa dei sistemi locali e dei distretti industriali fa emergere con maggior forza, anche rispetto agli obiettivi delle politiche europee, in particolare quella della coesione, la necessità di politiche di sviluppo in grado di tener conto delle specificità dei luoghi. Tuttavia sia le politiche definite a livello nazionale che quelle regionali non mostrano di tener conto adeguatamente di questo aspetto, ma in tal modo finiscono per perdere efficacia. D'altra parte anche i territori non sempre, messi alla prova, hanno dimostrato di essere consapevoli sino in fondo della forza di politiche territoriali ben calibrate e con una capacità di visione di lungo periodo. Le nuove conoscenze prodotte dall'ISTAT restituiscono un livello accresciuto di consapevolezza sulla necessità e l'importanza di politiche attente alle specificità dei luoghi e il territorio della BAT, da poco dotato di un piano territoriale di coordinamento, potrebbe essere in prima fila nel cogliere le sfide derivanti da tale consapevolezza, nell'implementare politiche di sviluppo in grado di dare risposte alle problematiche dei quattro sistemi locali in esso presenti, in un'ottica di qualificazione degli stessi, ma anche di una loro integrazione».