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Nell’Italia al rovescio le Iene denunciano i voti comprati
La compravendita di voti nel Sud Italia, che sia forse Barletta?
Barletta - sabato 17 aprile 2010
Cognome. Carta di identità. Tessera elettorale.
Ecco tutto ciò che bisognava presentare al candidato interessato per vendere il proprio voto. A quel punto il resto era pura formalità. 30 euro in caso di sconfitta e 50 in caso di vittoria: imponenti investimenti a scatola chiusa che alcuni anonimi candidati non hanno avuto scrupoli ad elargire ad elettori – più o meno consapevoli – che hanno ceduto il proprio voto per le Regionali 2010.
Abbiamo già parlato della compravendita di voti, che mai come quest'anno si è rivelato un fenomeno intrinsecamente legato al nostro territorio. Questa volta a parlarne sono Le Iene, che nella puntata di martedì scorso hanno mostrato un video basato su una loro inchiesta. In seguito alla segnalazione di alcuni elettori, la iena Mauro Casciari si è recata in un anonimo paese del Sud Italia per seguire i loschi traffici di un ancora più anonimo candidato al seggio regionale. Così si vede una piazza gremita e il politicante che, senza troppi problemi, si accorda con i due complici delle Iene per la compravendita del proprio voto. A quel punto ci si scambiava i numeri di cellulare e, una volta recatisi in segreteria, bastava lasciare i propri dati per entrare nel circolo vizioso.
Nel "paese dell'incontrario" che questa Italia sembra rappresentare, non si fanno nomi né cognomi, ma sono ben altri gli indizi che ci inducono a pensare: e se quella cittadina del Sud fosse proprio la nostra Barletta? Gli elementi ci sono tutti, a convincerci forse è proprio la tipica cadenza barlettana ostentata dai protagonisti del video.
Ma perché accettare una miseria (si parla di cifre che non superano mai i 50 euro) per svendere un diritto legittimo e sacrosanto come il voto?
«In questo periodo di crisi lavoro non c'è. Ci appelliamo a qualcosa per guadagnare i soldi», commenta così il non propriamente pentito elettore anonimo che ha segnalato il losco meccanismo alla redazione delle Iene.
E il problema maggiore sorge allorquando il candidato in causa, per accaparrarsi questi voti gratuiti – si parla di circa 10mila voti in totale - cerca nelle tasche di ancora più anonimi finanziatori che, al termine della tornata elettorale, probabilmente pretenderanno anche gli interessi. «Insomma, la politica in Italia è una missione o un affare?».
E vissero tutti felici e contAnti.
Ecco tutto ciò che bisognava presentare al candidato interessato per vendere il proprio voto. A quel punto il resto era pura formalità. 30 euro in caso di sconfitta e 50 in caso di vittoria: imponenti investimenti a scatola chiusa che alcuni anonimi candidati non hanno avuto scrupoli ad elargire ad elettori – più o meno consapevoli – che hanno ceduto il proprio voto per le Regionali 2010.
Abbiamo già parlato della compravendita di voti, che mai come quest'anno si è rivelato un fenomeno intrinsecamente legato al nostro territorio. Questa volta a parlarne sono Le Iene, che nella puntata di martedì scorso hanno mostrato un video basato su una loro inchiesta. In seguito alla segnalazione di alcuni elettori, la iena Mauro Casciari si è recata in un anonimo paese del Sud Italia per seguire i loschi traffici di un ancora più anonimo candidato al seggio regionale. Così si vede una piazza gremita e il politicante che, senza troppi problemi, si accorda con i due complici delle Iene per la compravendita del proprio voto. A quel punto ci si scambiava i numeri di cellulare e, una volta recatisi in segreteria, bastava lasciare i propri dati per entrare nel circolo vizioso.
Nel "paese dell'incontrario" che questa Italia sembra rappresentare, non si fanno nomi né cognomi, ma sono ben altri gli indizi che ci inducono a pensare: e se quella cittadina del Sud fosse proprio la nostra Barletta? Gli elementi ci sono tutti, a convincerci forse è proprio la tipica cadenza barlettana ostentata dai protagonisti del video.
Ma perché accettare una miseria (si parla di cifre che non superano mai i 50 euro) per svendere un diritto legittimo e sacrosanto come il voto?
«In questo periodo di crisi lavoro non c'è. Ci appelliamo a qualcosa per guadagnare i soldi», commenta così il non propriamente pentito elettore anonimo che ha segnalato il losco meccanismo alla redazione delle Iene.
E il problema maggiore sorge allorquando il candidato in causa, per accaparrarsi questi voti gratuiti – si parla di circa 10mila voti in totale - cerca nelle tasche di ancora più anonimi finanziatori che, al termine della tornata elettorale, probabilmente pretenderanno anche gli interessi. «Insomma, la politica in Italia è una missione o un affare?».
E vissero tutti felici e contAnti.