La città
Nel film "Io sono un po' matto e tu?" c'è anche il barlettano Papaceccio
Il documentario segue un gruppo di giovani con disabilità mentali chea si integrano nella società attraverso la teatro- terapia
Barletta - mercoledì 30 ottobre 2024
Comunicato Stampa
Francesco Maria Crudele, noto a Barletta come Papaceccio, continua a far parlare di sé a livello nazionale, prendendo parte al film-documentario "Io sono un po' matto e tu?" diretto dal regista Dario D'Ambrosi. In quest'opera, passata di recente nei cinema italiani, Papaceccio è presente con la Compagnia del Teatro Patologico di Roma, di cui fa parte da diversi anni.
Il documentario segue un gruppo di giovani con disabilità mentali che, attraverso il metodo della teatro-terapia, trovano un nuovo modo di esprimersi e integrarsi nella società. Ne descrive la poetica e lo raffronta con alcune patologie psichiatriche, interpretate creativamente da importanti attori della scena italiana.
Il film, infatti, vanta personaggi celebri del cinema come Claudio Santamaria, Raoul Bova, Stefano Fresi, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci e Stefania Rocca, i quali hanno partecipato a questo progetto, condividendo con ironia e sincerità le loro ansie e paure. I noti attori recitano fianco a fianco con gli attori della compagnia del Teatro Patologico e, in un cameo rap nel finale del film, Papaceccio racconta con giochi di rime la poetica e il metodo del Teatro Patologico, celebrando il lavoro di tutto il team. Una performance questa che si inserisce ed unisce al bellissimo lavoro delle musiche composte dal pianista Francesco Santalucia, anch'egli barlettano, e grande amico di Papaceccio.
Di fatto i due musicisti pugliesi hanno stretto da anni un sodalizio artistico per la realizzazione delle musiche di scena che li ha portati su prestigiosi palcoscenici in tutto il mondo. Il Film verrà proiettato presso l'ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite, il 3 e 4 dicembre in occasione delle Giornate della Disabilità Mentale. Il viaggio di Papaceccio non si ferma qui. È pronto a fare il suo debutto nella prima collaborazione tra il Teatro Nazionale dell'Opera di Roma e il Teatro Patologico. È una partnership senza precedenti. Il Teatro Nazionale dell'Opera porterà in scena il Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi e, il 22 novembre sarà presentata in anteprima nazionale una rivisitazione dell'opera, reinterpretata secondo il metodo del Teatro Patologico. Questa innovativa produzione, intitolata Il sogno di Simon Boccanegra, vedrà la partecipazione degli attori con disabilità mentali, dando vita a una vera e propria rivoluzione teatrale. In questo spettacolo, diretto e guidato dal regista Dario D'Ambrosi, Papaceccio curerà il progetto musicale, introducendo elementi ritmici e ampliando l'opera con nuovi arrangiamenti vocali, in condivisione con Santalucia e, al suo fianco, una speciale menzione va a Ilaria Serrato, assistente alla regia che collaborerà anche al lavoro musicale e a Raffaella Toni, costume designer ufficiale del film. L'anteprima del 22 novembre sarà riservata alle più alte cariche dello Stato e alla stampa. Il debutto ufficiale avverrà il 23 novembre, seguito da numerose repliche. Il Teatro Nazionale dell'Opera di Roma è uno degli enti lirici più prestigiosi d'Europa e accoglie per la prima volta un progetto di questo tipo, dimostrando che l'inclusione attraverso l'arte è possibile.
Il documentario segue un gruppo di giovani con disabilità mentali che, attraverso il metodo della teatro-terapia, trovano un nuovo modo di esprimersi e integrarsi nella società. Ne descrive la poetica e lo raffronta con alcune patologie psichiatriche, interpretate creativamente da importanti attori della scena italiana.
Il film, infatti, vanta personaggi celebri del cinema come Claudio Santamaria, Raoul Bova, Stefano Fresi, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci e Stefania Rocca, i quali hanno partecipato a questo progetto, condividendo con ironia e sincerità le loro ansie e paure. I noti attori recitano fianco a fianco con gli attori della compagnia del Teatro Patologico e, in un cameo rap nel finale del film, Papaceccio racconta con giochi di rime la poetica e il metodo del Teatro Patologico, celebrando il lavoro di tutto il team. Una performance questa che si inserisce ed unisce al bellissimo lavoro delle musiche composte dal pianista Francesco Santalucia, anch'egli barlettano, e grande amico di Papaceccio.
Di fatto i due musicisti pugliesi hanno stretto da anni un sodalizio artistico per la realizzazione delle musiche di scena che li ha portati su prestigiosi palcoscenici in tutto il mondo. Il Film verrà proiettato presso l'ONU, Organizzazione delle Nazioni Unite, il 3 e 4 dicembre in occasione delle Giornate della Disabilità Mentale. Il viaggio di Papaceccio non si ferma qui. È pronto a fare il suo debutto nella prima collaborazione tra il Teatro Nazionale dell'Opera di Roma e il Teatro Patologico. È una partnership senza precedenti. Il Teatro Nazionale dell'Opera porterà in scena il Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi e, il 22 novembre sarà presentata in anteprima nazionale una rivisitazione dell'opera, reinterpretata secondo il metodo del Teatro Patologico. Questa innovativa produzione, intitolata Il sogno di Simon Boccanegra, vedrà la partecipazione degli attori con disabilità mentali, dando vita a una vera e propria rivoluzione teatrale. In questo spettacolo, diretto e guidato dal regista Dario D'Ambrosi, Papaceccio curerà il progetto musicale, introducendo elementi ritmici e ampliando l'opera con nuovi arrangiamenti vocali, in condivisione con Santalucia e, al suo fianco, una speciale menzione va a Ilaria Serrato, assistente alla regia che collaborerà anche al lavoro musicale e a Raffaella Toni, costume designer ufficiale del film. L'anteprima del 22 novembre sarà riservata alle più alte cariche dello Stato e alla stampa. Il debutto ufficiale avverrà il 23 novembre, seguito da numerose repliche. Il Teatro Nazionale dell'Opera di Roma è uno degli enti lirici più prestigiosi d'Europa e accoglie per la prima volta un progetto di questo tipo, dimostrando che l'inclusione attraverso l'arte è possibile.