Scuola e Lavoro
«Molti muratori si improvvisano pizzaioli a Barletta»
Luca Dicuonzo, pizzaiolo barlettano, conquista la "Pizza European Cup". Intervista su vita, ambizioni, lavoro
Barletta - martedì 6 agosto 2013
10.19
Luca Ivan Dicuonzo, barlettano, 34 anni e una nuova vita da pizzaiolo. Dopo alcune esperienze lavorative, sceglie la carriera di pizzaiolo e trova la sua strada.Nel 2010 partecipa al "Pizza World Cup" a Nettuno (Roma), nel 2011 si qualifica al quinto posto nell'ambito della "European Cup". Nel maggio 2013, si qualifica al terzo posto nella gara "Pizza European Cup" presso una nota pizzeria e masseria di Andria. Lo intervisto e parliamo di come si possa cambiare vita, creando con le proprie mani.
Com'è stata la competizione durante il Pizza European Cup?
«E' stata dura, c'erano tanti campioni. Basti pensare che il vincitore era un pizzaiolo trentino e un pizzaiolo di S. Severo, vincitore della "Pizza World Cup"».
Con quale pizza ti sei qualificato al terzo posto?
«Con la mia pizza Peter Pan (pesto - grana padano - salsiccia di Norcia - scamorza affumicata - pistacchio)».
Perché sei diventato pizzaiolo?
«Per caso e per passione. Nel gennaio 2010, notai in una pizzeria il manifesto del UEPTER (Unione Europea Pizzaioli Tradizionali e Ristoratori), che organizzava corsi da pizzaiolo, e mi sono iscritto. In seguito, avevo intenzione di aprire una mia attività a Barletta, ma sono stato sfortunato. Nel giugno del 2011, il titolare della pizzeria di Andria, dove si svolgevano i corsi, mi offre di lavorare come piazzaiolo».
Cosa facevi, prima di diventare piazzaiolo?
«Ho fatto l'elettricista, in seguito ho lavorato in un supermercato al bancone salumi».
Cosa ti piace del lavoro di pizzaiolo?
«Mi piace ogni aspetto, soprattutto inventare nuove pizze. C'è chi pensa che il pizzaiolo sia un mestiere "schematico": fare le solite pizze con l'uso dello stendi pizza. A me piace inventare pizze nuove, stendere l'impasto a mano. Inoltre, mi piace lavorare di notte».
Cosa non ti piace di questo mestiere?
«La mancanza di opportunità che questa città offre. Alcuni gestori di pizzerie preferiscono utilizzare pizzaioli non professionisti, in altri casi gli stessi gestori si improvvisano pizzaioli. A Barletta, molti muratori hanno aperto pizzerie, improvvisando. Pochi seguono corsi qualificati».
Qual è la tua specializzazione?
«La pizza italiana: il punto di incontro tra la pizza napoletana e la pizza classica».
La tua vita è cambiata?
«La mia vita è cambiata in meglio, nel giro di due anni. Quando lavoravo nel supermercato, mi sentivo uno schiavo, non riuscivo ad esprimermi. Spero di andare all'estero, magari negli Stati Uniti».
Perché proprio gli Stati Uniti?
«Alcuni conoscenti, che vivono laggiù, me ne hanno parlato bene. Inoltre, la figura del pizzaiolo italiano è molto valorizzata. Ho inviato i curriculum, sarebbe una svolta nella mia vita».
Consiglieresti il tuo lavoro?
«Si, ma bisogna avere passione e pazienza. Non è facile fare il pizzaiolo professionista».
Come trascorrerai l'estate?
«Lavorando e forse, facendo un piccolo viaggio».
Com'è stata la competizione durante il Pizza European Cup?
«E' stata dura, c'erano tanti campioni. Basti pensare che il vincitore era un pizzaiolo trentino e un pizzaiolo di S. Severo, vincitore della "Pizza World Cup"».
Con quale pizza ti sei qualificato al terzo posto?
«Con la mia pizza Peter Pan (pesto - grana padano - salsiccia di Norcia - scamorza affumicata - pistacchio)».
Perché sei diventato pizzaiolo?
«Per caso e per passione. Nel gennaio 2010, notai in una pizzeria il manifesto del UEPTER (Unione Europea Pizzaioli Tradizionali e Ristoratori), che organizzava corsi da pizzaiolo, e mi sono iscritto. In seguito, avevo intenzione di aprire una mia attività a Barletta, ma sono stato sfortunato. Nel giugno del 2011, il titolare della pizzeria di Andria, dove si svolgevano i corsi, mi offre di lavorare come piazzaiolo».
Cosa facevi, prima di diventare piazzaiolo?
«Ho fatto l'elettricista, in seguito ho lavorato in un supermercato al bancone salumi».
Cosa ti piace del lavoro di pizzaiolo?
«Mi piace ogni aspetto, soprattutto inventare nuove pizze. C'è chi pensa che il pizzaiolo sia un mestiere "schematico": fare le solite pizze con l'uso dello stendi pizza. A me piace inventare pizze nuove, stendere l'impasto a mano. Inoltre, mi piace lavorare di notte».
Cosa non ti piace di questo mestiere?
«La mancanza di opportunità che questa città offre. Alcuni gestori di pizzerie preferiscono utilizzare pizzaioli non professionisti, in altri casi gli stessi gestori si improvvisano pizzaioli. A Barletta, molti muratori hanno aperto pizzerie, improvvisando. Pochi seguono corsi qualificati».
Qual è la tua specializzazione?
«La pizza italiana: il punto di incontro tra la pizza napoletana e la pizza classica».
La tua vita è cambiata?
«La mia vita è cambiata in meglio, nel giro di due anni. Quando lavoravo nel supermercato, mi sentivo uno schiavo, non riuscivo ad esprimermi. Spero di andare all'estero, magari negli Stati Uniti».
Perché proprio gli Stati Uniti?
«Alcuni conoscenti, che vivono laggiù, me ne hanno parlato bene. Inoltre, la figura del pizzaiolo italiano è molto valorizzata. Ho inviato i curriculum, sarebbe una svolta nella mia vita».
Consiglieresti il tuo lavoro?
«Si, ma bisogna avere passione e pazienza. Non è facile fare il pizzaiolo professionista».
Come trascorrerai l'estate?
«Lavorando e forse, facendo un piccolo viaggio».