Scuola e Lavoro
Materia grigia del Sud nel cranio del Nord
«Non lasciate indietro la nostra terra e tutti coloro che vi rimangono»
Barletta - lunedì 4 novembre 2013
I numeri sono allarmanti, i campioni preferiti delle ultime statistiche sono gli studenti universitari del ricco Mezzogiorno. Tanto ricco da dar pane ai denti settentrionali, sempre più bianchi, più affilati e con meno carie. Il pane è di ottima qualità, dopotutto la terra è fertile ma sembra che molti ragazzi, al momento della scelta universitaria, preferiscano un terreno più roccioso e che gode di una fama più allettante. A dire la sua è Fabiana Lancellotti,19enne diplomata a Barletta ed emigrata nel capoluogo del Trentino da un paio di mesi. Da lei abbiamo voluto raccogliere l'esperienza settentrionale, lei una delle spighe di quel raccolto da esportazione della nostra terra.
Diplomata al liceo scientifico di Barletta a luglio e studentessa dell'Università di Bolzano a settembre: cosa ti ha spinto a distanziarti 700 km da casa?
«Studio Economia e Management alla Libera Università di Bolzano e ciò che mi ha spinto a venire qui è il trilinguismo. Siamo gli unici universitari italiani a studiare in tre lingue , tedesco, inglese ed italiano. Per me è una sfida, il percorso è molto duro, il tedesco è una lingua bellissima ma sicuramente non facile da praticare e applicare poi all'ambito economico ma sono sicura che questo grande sforzo mi verrà ripagato in futuro. L'atmosfera in università e in città è internazionale: abbiamo professori da tutto il mondo, ad esempio la preside della mia facoltà, che è anche mia insegnante, è canadese .La selezione però non è stata facile: è richiesto un livello minimo B2 in due lingue su tre oltre che un curriculum scolastico abbastanza alto. Colgo l'occasione per ringraziare il Liceo scientifico Cafiero che mi ha dato l'opportunità di poter affrontare esami di certificazione della lingua inglese, senza i quali forse ora non sarei qui».
Le università del Sud hanno perso il 19,6 % delle matricole e tu fai parte di questa percentuale. Qualche pentimento? Qualche colpa da dare a questa falla?
«Spesso sento malumori e critiche da parte dei nostri conterranei che ci definiscono vigliacchi perché studiamo in università del Nord Italia. Per quale motivo? Io credo invece che sia il coraggio a muoverci, abbiamo voglia di riscattarci e di migliorare la nostra condizione. Se abbiamo la possibilità, e mi riferisco alle nostre famiglie che fanno dei sacrifici per farci studiare fuori, perché non sfruttarla? Perché dovrei restare a studiare in una terra, bella sì, ma che non riesce ad offrirmi servizi e offerte formative pari a quelle di altre università? Perché dobbiamo rimanere indietro se possiamo confrontarci con realtà diverse e più aperte al mondo? Sarebbe bello portare al Sud quello che abbiamo imparato lontano dalla nostra terra, per migliorarla, ma non sempre è possibile»
Raccontaci la tua esperienza a Bolzano sul piano della logistica, della serietà formativa e delle opportunità, se esistono i contatti preventivi tra Università e aziende.
«Bolzano è un po' più grande di Barletta ed è perfettamente vivibile, a misura d'uomo e di studente. Essendo una provincia autonoma e molto ricca offre tantissimi servizi al cittadino così come agli studenti. Abbiamo degli sconti eccezionali sui trasporti ferroviari regionali e sulle linee urbane, questo sottolinea come sono molto attenti sul tema trasporti pubblici Noi studenti poi abbiamo diritto anche ad avere una stanza in uno dei 6 studentati della città, tutti nuovi, accoglienti e con il massimo dei confort. Dal punto di vista delle opportunità e della serietà c'è tanto da dire. Questa università pretende dei risultati soprattutto dal punto di vista linguistico ed è ovvio che un laureato che conosce e parla tre lingue delle quali una è il tedesco è sicuramente più avvantaggiato sul mercato del lavoro rispetto ad un universitario italiano che forse non parla neanche inglese. Questa università inoltre prevede ore di tirocinio obbligatorie presso aziende locali altoatesine o nell'amministrazione pubblica e questo aiuta molto ad applicare realmente quello che studiamo sui libri. Per non parlare poi delle mete del programma Erasmus o degli accordi bilaterali che si possono fare anche in altri continenti come in America»
Diamo un po' i numeri: il costo della vita? La rateizzazione delle tasse? Gli alloggi? La mensa? Quanto peso hanno merito e reddito familiare dichiarato per la concessione delle borse di studio?
«Il costo della vita è altissimo ma la maggior parte degli studenti mangia in mensa e tutti possono usufruire degli stessi servizi perché la quota da versare è fissa. La rata annuale è di 1365 euro, una camera singola in affitto costa 275 euro, mentre la doppia 210. La provincia è la maggiore sostenitrice dell'Università perché da lei vengono erogate le borse di studio e le contribuzioni per la mensa universitaria».
Il 31,6% dei 118.479 laureati meridionali non ha conseguito il titolo di studio nella propria regione, in particolare della nostra provincia Bat il 93% si è laureato fuori sede . Perché secondo te?
«La domanda si ricollega a quello che dicevo prima, siamo costretti ad emigrare perché le facoltà meridionali non sono competitive abbastanza. Non prendiamoci in giro, esistono delle realtà di serie A e di serie B e questo dipende anche da una gestione del denaro che un'università dispone. Le università del Sud non vanno penalizzate con tagli come diceva la Gelmini ma vanno aiutate nel rivedere spese, investimenti e il piano di studi per diventare più competitive. Per quanto riguarda la BAT ci sarebbe tanto da dire, dobbiamo parlare della LUM? Privata finanziata con soldi pubblici.. quali benefici ha portato fino ad ora? Con quel denaro piuttosto avrebbero potuto mettere a disposizione borse di studio e sconti sugli abbonamenti dei trasporti per studenti chi si muovono verso Bari e Foggia».
Ha pecche la tua facoltà? Quali sono? Se le confrontassimo con il nonnismo, la precarietà delle strutture e i disservizi burocratici delle nostre, cosa ne verrebbe fuori sull'intero panorama nazionale?
«Sono qui da agosto e fino ad ora non ho riscontrato alcuna pecca nella mia facoltà così come nelle altre. L'università è nuovissima anche dal punto di vista della struttura, abbiamo a disposizione un'enorme biblioteca per studiare, abbiamo un servizio mensa eccellente, Siamo molto pochi e per questo siamo assistiti e seguiti sia dai professori sia dalle varie segreterie dell'università. Tutto il sistema di organizzazione è telematico perciò non abbiamo problemi burocratici o disservizi, almeno per ora. Sentendo i commenti degli studenti di Bari o Foggia non si potrebbe certo dire lo stesso ma quelle università sul nostro territorio servono e sono vitali per tutti coloro che vogliono continuare gli studi ma non possono farlo fuori. Mi viene rabbia, possiamo avere molto di più e ci meritiamo molto dal punto di vista della formazione universitaria in Puglia come nell'intero Sud. E' difficile ritornare a casa se le cose non cambiano ed è proprio per questo che si crea questa disparità incolmabile tra Nord e Sud . Chi è competente deve intervenire e parlo alla politica e alle istituzioni: non lasciate indietro la nostra terra e tutti coloro che ci rimangono e continuano a studiare!»
Diplomata al liceo scientifico di Barletta a luglio e studentessa dell'Università di Bolzano a settembre: cosa ti ha spinto a distanziarti 700 km da casa?
«Studio Economia e Management alla Libera Università di Bolzano e ciò che mi ha spinto a venire qui è il trilinguismo. Siamo gli unici universitari italiani a studiare in tre lingue , tedesco, inglese ed italiano. Per me è una sfida, il percorso è molto duro, il tedesco è una lingua bellissima ma sicuramente non facile da praticare e applicare poi all'ambito economico ma sono sicura che questo grande sforzo mi verrà ripagato in futuro. L'atmosfera in università e in città è internazionale: abbiamo professori da tutto il mondo, ad esempio la preside della mia facoltà, che è anche mia insegnante, è canadese .La selezione però non è stata facile: è richiesto un livello minimo B2 in due lingue su tre oltre che un curriculum scolastico abbastanza alto. Colgo l'occasione per ringraziare il Liceo scientifico Cafiero che mi ha dato l'opportunità di poter affrontare esami di certificazione della lingua inglese, senza i quali forse ora non sarei qui».
Le università del Sud hanno perso il 19,6 % delle matricole e tu fai parte di questa percentuale. Qualche pentimento? Qualche colpa da dare a questa falla?
«Spesso sento malumori e critiche da parte dei nostri conterranei che ci definiscono vigliacchi perché studiamo in università del Nord Italia. Per quale motivo? Io credo invece che sia il coraggio a muoverci, abbiamo voglia di riscattarci e di migliorare la nostra condizione. Se abbiamo la possibilità, e mi riferisco alle nostre famiglie che fanno dei sacrifici per farci studiare fuori, perché non sfruttarla? Perché dovrei restare a studiare in una terra, bella sì, ma che non riesce ad offrirmi servizi e offerte formative pari a quelle di altre università? Perché dobbiamo rimanere indietro se possiamo confrontarci con realtà diverse e più aperte al mondo? Sarebbe bello portare al Sud quello che abbiamo imparato lontano dalla nostra terra, per migliorarla, ma non sempre è possibile»
Raccontaci la tua esperienza a Bolzano sul piano della logistica, della serietà formativa e delle opportunità, se esistono i contatti preventivi tra Università e aziende.
«Bolzano è un po' più grande di Barletta ed è perfettamente vivibile, a misura d'uomo e di studente. Essendo una provincia autonoma e molto ricca offre tantissimi servizi al cittadino così come agli studenti. Abbiamo degli sconti eccezionali sui trasporti ferroviari regionali e sulle linee urbane, questo sottolinea come sono molto attenti sul tema trasporti pubblici Noi studenti poi abbiamo diritto anche ad avere una stanza in uno dei 6 studentati della città, tutti nuovi, accoglienti e con il massimo dei confort. Dal punto di vista delle opportunità e della serietà c'è tanto da dire. Questa università pretende dei risultati soprattutto dal punto di vista linguistico ed è ovvio che un laureato che conosce e parla tre lingue delle quali una è il tedesco è sicuramente più avvantaggiato sul mercato del lavoro rispetto ad un universitario italiano che forse non parla neanche inglese. Questa università inoltre prevede ore di tirocinio obbligatorie presso aziende locali altoatesine o nell'amministrazione pubblica e questo aiuta molto ad applicare realmente quello che studiamo sui libri. Per non parlare poi delle mete del programma Erasmus o degli accordi bilaterali che si possono fare anche in altri continenti come in America»
Diamo un po' i numeri: il costo della vita? La rateizzazione delle tasse? Gli alloggi? La mensa? Quanto peso hanno merito e reddito familiare dichiarato per la concessione delle borse di studio?
«Il costo della vita è altissimo ma la maggior parte degli studenti mangia in mensa e tutti possono usufruire degli stessi servizi perché la quota da versare è fissa. La rata annuale è di 1365 euro, una camera singola in affitto costa 275 euro, mentre la doppia 210. La provincia è la maggiore sostenitrice dell'Università perché da lei vengono erogate le borse di studio e le contribuzioni per la mensa universitaria».
Il 31,6% dei 118.479 laureati meridionali non ha conseguito il titolo di studio nella propria regione, in particolare della nostra provincia Bat il 93% si è laureato fuori sede . Perché secondo te?
«La domanda si ricollega a quello che dicevo prima, siamo costretti ad emigrare perché le facoltà meridionali non sono competitive abbastanza. Non prendiamoci in giro, esistono delle realtà di serie A e di serie B e questo dipende anche da una gestione del denaro che un'università dispone. Le università del Sud non vanno penalizzate con tagli come diceva la Gelmini ma vanno aiutate nel rivedere spese, investimenti e il piano di studi per diventare più competitive. Per quanto riguarda la BAT ci sarebbe tanto da dire, dobbiamo parlare della LUM? Privata finanziata con soldi pubblici.. quali benefici ha portato fino ad ora? Con quel denaro piuttosto avrebbero potuto mettere a disposizione borse di studio e sconti sugli abbonamenti dei trasporti per studenti chi si muovono verso Bari e Foggia».
Ha pecche la tua facoltà? Quali sono? Se le confrontassimo con il nonnismo, la precarietà delle strutture e i disservizi burocratici delle nostre, cosa ne verrebbe fuori sull'intero panorama nazionale?
«Sono qui da agosto e fino ad ora non ho riscontrato alcuna pecca nella mia facoltà così come nelle altre. L'università è nuovissima anche dal punto di vista della struttura, abbiamo a disposizione un'enorme biblioteca per studiare, abbiamo un servizio mensa eccellente, Siamo molto pochi e per questo siamo assistiti e seguiti sia dai professori sia dalle varie segreterie dell'università. Tutto il sistema di organizzazione è telematico perciò non abbiamo problemi burocratici o disservizi, almeno per ora. Sentendo i commenti degli studenti di Bari o Foggia non si potrebbe certo dire lo stesso ma quelle università sul nostro territorio servono e sono vitali per tutti coloro che vogliono continuare gli studi ma non possono farlo fuori. Mi viene rabbia, possiamo avere molto di più e ci meritiamo molto dal punto di vista della formazione universitaria in Puglia come nell'intero Sud. E' difficile ritornare a casa se le cose non cambiano ed è proprio per questo che si crea questa disparità incolmabile tra Nord e Sud . Chi è competente deve intervenire e parlo alla politica e alle istituzioni: non lasciate indietro la nostra terra e tutti coloro che ci rimangono e continuano a studiare!»