Margherita Mastromauro
Margherita Mastromauro
Politica

Mastromauro, intervento alla festa del PD a Barletta

«Da almeno un ventennio, niente sviluppo, niente politica industriale». «Serve una crescita vera»

Riceviamo e volentieri pubblichiamo in forma integrale, una nota dell'onorevole Margherita Mastromauro.

«Ho apprezzato molto che il titolo di questo incontro si concluda con 'cosa e come fare'. Che non ci sia sviluppo da almeno un ventennio a questa parte è sotto gli occhi di tutti. Soffermarsi sulla totale disattenzione allo sviluppo di questo governo è altrettanto facile. Potrei snocciolare numeri e dati che confermano una cosa netta e chiara: il Presidente del Consiglio Imprenditore si è occupato sino ad oggi solo dello sviluppo dei suoi affari e non certo delle imprese italiane. Che manchi una politica industriale nel nostro paese lo dice la Marcegaglia che certo non è di sinistra. Che anziché puntare alla crescita si siano fatti solo tagli e di conseguenza anziché diminuire è aumentata la spesa pubblica è anche questo un dato di fatto e attesta il fallimento assoluto della politica economica di Tremonti».

«Ma la riflessione vera che vorrei porre oggi è se esista o no nel Paese, nella regione, nei nostri territori, una idea di sviluppo e di crescita vera cioè che miri a creare davvero nuove opportunità per il futuro dei nostri giovani e dei nostri territori. Mi spiego. Quando si parla di crescita e di sviluppo lo si fa proprio con riferimento ad una politica che aiuti la crescita del sistema delle imprese con tutto ciò che ne consegue, in particolare con gli effetti su ciò che porta in termini di occupazione. E io stessa infatti sto predisponendo un pacchetto di proposte di legge che vadano in quella direzione e che spero altri colleghi vorranno sostenere.
Però vi devo dire che ciò non mi soddisfa a pieno. Comincio a domandarmi se chi è classe dirigente di questo paese possa limitarsi davvero a fare proposte pur valide ma non particolarmente originali, oppure dare una visione, una prospettiva ambiziosa e lungimirante alle giovani generazioni e ai nostri territori».

«Comincio a chiedermi perché per esempio le classi dirigenti di questo territorio , di destra di centro e di sinistra, non possano confrontarsi su una concreta idea di sviluppo attraverso dei forum, dei dibattiti pubblici come questo, a cui invitare a dire la loro anche a semplici cittadini come ai professionisti di eccellenza che pure ci sono . E poi al termine di questi forum ognuno si impegni a fare la sua parte. Chi fa parte della maggioranza deve farsi carico di portare i soldi in questi territori, perché non prendiamoci in giro , senza soldi non si fa sviluppo. Molfetta è cresciuta tanto perché un certo sindaco Azzollini parlamentare di centro destra ha fatto arrivare tanti soldi alla città da Roma».

«Essere classe dirigente in questo paese non puo' significare sempre saper raccontare chiacchiere alla gente e difendere il proprio orticello di consensi. Occorre fare sistema. Lo si dice sempre agli imprenditori, ma in realtà questo è tanto piu' necessario alla politica . Occorre che ciascun di noi pensi di più alla collettività piuttosto che a far emergere se stesso. Ma torno al tema».

«La mia idea di sviluppo per la nostra regione, per la nostra provincia si ispira a quello che di recente ho visto in Spagna, un paese che pur avendo un debito pubblico come se non superiore al nostro, però ha investito tanto sul futuro delle sue città. Mi piacerebbe che per esempio si realizzasse qui qualcosa di simile a quello che è stato fatto a Valencia nel giro di meno di 10 anni. Una grandissima opera architettonica che è la città dell'arte della cultura e della scienza ideata e realizzata dal grande architetto Calatrava. Ci sono al suo interno, musei, opere d'arte, un museo oceanografico, una grande sala proiezioni per film in 3d, vicino un parco della musica, e intorno parchi per passeggiare o andare in bici, piscine, tanta natura pur tra grattacieli. Una opera grandiosa che attira milioni di turisti, non quelli mordi e fuggi del concerto di Elton jhon che non portano soldi ai nostri alberghi e ristoranti o ai nostri commercianti, ma un turismo qualificato e di permanenza. E poi un grande parco della musica, E poi un immenso bioparco. Tutto questo costruito nell'arco di 10 anni dal nulla e spostando persino il corso di un fiume che attraversava la città».

«Non possiamo vivere solo di tradizioni pur preziosissime e di monumenti storici o di chiese ma bisogna dare un segnale forte di innovazione ai giovani, dargli una visione del futuro e prospettive nuove di occupazione. E poi occorre puntare di piu' sulle scuole e sulle università. Valorizzare la professione degli insegnanti, ma anche i luoghi in cui si insegna. Entrare in una scuola o università deve essere un piacere , i luoghi devono incutere rispetto. Non si puo' accettare che i giovani studino in aule fatiscenti sporche e decadenti. Se le istituzioni non rispettano i luoghi del sapere come possiamo pretendere che lo facciano i nostri giovani».

«E allora concludo lanciando una sfida a cominciare da questa provincia a cui io non ho mai creduto ma in nome di coloro che per essa hanno lottato come Francesco Salerno che ricordo con dolore e affetto. A Tutti i rappresentanti istituzionali di questa provincia dico incontriamoci insieme per progettare il futuro delle nostre città. Chi fa parte della maggioranza di governo vada a battere i pugni sulla scrivania di Tremonti e se occorre facciano le barricate pur di far arrivare i soldi qui, come fanno al Nord. E se non ci riescono che facciano con noi le barricate, o che denuncino le ingiustizie di una politica economica assurda .E chiedano scusa ai cittadini per le loro incapacità. Se non andremo in questa direzione io penso che le cifre dell' astensionismo cresceranno sempre di piu' e noi vivremo sulla nostra pelle tutti il fallimento del ruolo importante che ci è stato affidato».
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