Eventi
Mare e nostalgia, presentato a Barletta "E la chiamano estate" di Valentino Losito
Una raccolta di racconti che parla di vacanze e giochi da bambini negli anni '60
Barletta - venerdì 27 luglio 2018
13.29
Alle prime luci del tramonto, ieri, 26 luglio 2018, si è svolta la presentazione del libro "E la chiamano estate" di Valentino Losito, pubblicato dalla SECOP edizioni, presso il bar Colibrì. Le sedie destinate al pubblico - poste in maniera circolare - facevano pensare ai giochi che si fanno da bambini, come in parte è il tema di questa raccolta di racconti. Un "librino", come lo stesso autore lo definisce affettuosamente, che parla d'estate, di vacanze, di quando si era bambini e ragazzini negli anni '60.
Abbiamo incontrato l'autore, nativo di Bitonto e giornalista di professione, per la prima volta in una veste diversa.
Il giornalista e il romanziere raccontano storie. Come si fa ad essere giornalista e romanziere insieme e qual è il denominatore comune tra la scrittura di un articolo e quella di un racconto?
«Innanzitutto grazie e intanto mi sento esclusivamente giornalista. Dopo un'attività professionale lunga quasi ventisei anni alla Gazzetta del Mezzogiorno mi sono trovato a vivere quest'esperienza che nasce dal giornale, infatti tredici dei racconti contenuti in questo libro sono già apparsi nell'estate del 2016 sulle pagine culturali della Gazzetta. Anche la brevità dei racconti risente di quest'impostazione professionale. Le parole scrittore e romanziere le sento lontane da me, un tratto comune è sicuramente la parola, noi giornalisti siamo padroni della parola e c'è sempre il rischio di banalizzarla. Da parte di un giornalista, le parole vanno maneggiate con cura poiché attraverso di esse c'è la vita delle persone. Quindi, la parola è il nostro tratto comune, che questa volta ho declinato in maniera diversa, ma sono orgogliosamente un giornalista».
La memoria e la nostalgia sono i motori che l'hanno portata a scrivere questa raccolta. Come educare i giovani all'amore per la propria terra, in un tempo in cui ogni cosa lontana è a portata di click?
«Proprio questa è la piccola grande sfida che sta dietro questo libro, che ho scritto per piacere e per dedicarlo alla memoria di mio padre Lorenzo, voce narrante dei racconti. È la sfida di questo tempo, di questa scuola: di mettere nelle mani di questi nativi digitali il sentore della memoria. Questo "librino" potrebbe star bene nelle biblioteche scolastiche perché racconta come i loro padri e nonni vivevano le loro vacanze, che ai tempi chiamavamo villeggiatura».
Che cosa consiglia a un giovane che vorrebbe intraprendere la sua stessa carriera?
«Ti risponderò come mi rispose un grande opinionista degli anni '70 e '80, Egidio Sterne, quando anch'io ero un ragazzo e volevo fare questo mestiere: tre cose consiglio di fare, bisogna leggere, leggere e leggere. Siccome a me ha portato bene e fortuna… certo, non l'elenco telefonico, ma è necessaria questa sete di conoscenza. Leggendo conosci il mondo e impari a scrivere. Scrivere con lo stile giornalistico e scrivere romanzi richiede un linguaggio diverso da quello parlato, e non si può che impararlo leggendo».
In un'atmosfera suggestiva, con musica d'altri tempi e passi del libro letti da Floriana Tolve, è stato ricordato com'era andare in villeggiatura tanti anni fa. Con un confronto tra ieri e oggi Michele Ciniero, presidente LILT Sezione provinciale di Barletta Andria Trani, e Ruggero Filannino, dermatologo, hanno colto l'occasione per parlare anche di prevenzione di malattie e cura del corpo in una stagione desiderata come l'estate, durante la quale sono sempre necessari degli accorgimenti.
La nostalgia ha portato alla scrittura di questa raccolta di racconti, nati dalla memoria del passato e dal "cuore fanciullo" di Lorenzo, padre di Valentino Losito, ma ai giovani si ricordi che la nostalgia può nascere anche dal futuro. Questa deve essere una spinta a preservare la nostra memoria, a onorare il presente alzando gli occhi da un cellulare per guardare il mare.
Abbiamo incontrato l'autore, nativo di Bitonto e giornalista di professione, per la prima volta in una veste diversa.
Il giornalista e il romanziere raccontano storie. Come si fa ad essere giornalista e romanziere insieme e qual è il denominatore comune tra la scrittura di un articolo e quella di un racconto?
«Innanzitutto grazie e intanto mi sento esclusivamente giornalista. Dopo un'attività professionale lunga quasi ventisei anni alla Gazzetta del Mezzogiorno mi sono trovato a vivere quest'esperienza che nasce dal giornale, infatti tredici dei racconti contenuti in questo libro sono già apparsi nell'estate del 2016 sulle pagine culturali della Gazzetta. Anche la brevità dei racconti risente di quest'impostazione professionale. Le parole scrittore e romanziere le sento lontane da me, un tratto comune è sicuramente la parola, noi giornalisti siamo padroni della parola e c'è sempre il rischio di banalizzarla. Da parte di un giornalista, le parole vanno maneggiate con cura poiché attraverso di esse c'è la vita delle persone. Quindi, la parola è il nostro tratto comune, che questa volta ho declinato in maniera diversa, ma sono orgogliosamente un giornalista».
La memoria e la nostalgia sono i motori che l'hanno portata a scrivere questa raccolta. Come educare i giovani all'amore per la propria terra, in un tempo in cui ogni cosa lontana è a portata di click?
«Proprio questa è la piccola grande sfida che sta dietro questo libro, che ho scritto per piacere e per dedicarlo alla memoria di mio padre Lorenzo, voce narrante dei racconti. È la sfida di questo tempo, di questa scuola: di mettere nelle mani di questi nativi digitali il sentore della memoria. Questo "librino" potrebbe star bene nelle biblioteche scolastiche perché racconta come i loro padri e nonni vivevano le loro vacanze, che ai tempi chiamavamo villeggiatura».
Che cosa consiglia a un giovane che vorrebbe intraprendere la sua stessa carriera?
«Ti risponderò come mi rispose un grande opinionista degli anni '70 e '80, Egidio Sterne, quando anch'io ero un ragazzo e volevo fare questo mestiere: tre cose consiglio di fare, bisogna leggere, leggere e leggere. Siccome a me ha portato bene e fortuna… certo, non l'elenco telefonico, ma è necessaria questa sete di conoscenza. Leggendo conosci il mondo e impari a scrivere. Scrivere con lo stile giornalistico e scrivere romanzi richiede un linguaggio diverso da quello parlato, e non si può che impararlo leggendo».
In un'atmosfera suggestiva, con musica d'altri tempi e passi del libro letti da Floriana Tolve, è stato ricordato com'era andare in villeggiatura tanti anni fa. Con un confronto tra ieri e oggi Michele Ciniero, presidente LILT Sezione provinciale di Barletta Andria Trani, e Ruggero Filannino, dermatologo, hanno colto l'occasione per parlare anche di prevenzione di malattie e cura del corpo in una stagione desiderata come l'estate, durante la quale sono sempre necessari degli accorgimenti.
La nostalgia ha portato alla scrittura di questa raccolta di racconti, nati dalla memoria del passato e dal "cuore fanciullo" di Lorenzo, padre di Valentino Losito, ma ai giovani si ricordi che la nostalgia può nascere anche dal futuro. Questa deve essere una spinta a preservare la nostra memoria, a onorare il presente alzando gli occhi da un cellulare per guardare il mare.