Politica
Lettera aperta di Pasquale Cascella
Il candidato sindaco del centrosinistra chiede unità. «Ricominciamo insieme»
Barletta - venerdì 12 aprile 2013
10.10
Divulghiamo la lettera aperta che il candidato sindaco del centrosinistra, Pasquale Cascella, ha voluto divulgare sostenendo la linea della coesione con le forze che davvero vogliono voltar pagina. Tale lettera pone dunque quell'ufficialità non ancora concretizzatasi.
«Cari amici,
Ho intrapreso con voi una straordinaria esperienza di confronto ed impegno civile.
"Ricominciamo insieme" ci siamo detti. E' una missione con cui incontrare naturalmente chiunque abbia Barletta nel cuore. Personalmente ho sentito il dovere di mettermi al servizio di un progetto di rinnovamento della città delle mie radici. L'ho fatto in passato, nei diversi ruoli e funzioni che ho avuto la ventura di assolvere, nei confronti di chiunque fosse alla guida della città. Mi sono messo a disposizione anche questa volta, consapevole dell'azzardo - come mi è capitato di definirlo- rispetto agli avvenimenti che hanno provocato la fine anticipata di una esperienza amministrativa, ma con piena fiducia nella volontà di ripartire non dai torti individuali ma dalle ragioni che possono unire.
Se davvero questo si vuole, non si può non cercare il confronto tra chi voglia far valere gli interessi della collettività su quelli particolari. A viso aperto, chiedendo agli interlocutori altrettanta lealtà e apertura. Credo che questo metodo sia profondamente democratico, perchè fondato sulla partecipazione, sulla ricerca di soluzioni, sull'assunzione di responsaiblità, sui programmi, sulla converegenza in un'alleanza larga, che sappia mobilitare insieme le forze riformiste e le migliori energie della società civile. Non è qualcosa che possa essere "calato dall'alto", ma un bisogno che muove prepotentemente dal basso. Per questo continuo ad essere convinto che le "primarie delle idee per la città"- di fatto già aperte- possano essere condivise ed affermarsi con forza rispetto a ogni altro strumento, certo democratico, ma inevitabilmente teso a riprodurre lo scontro che, volenti o nolenti, ha mortificato la partecipazione popolare alla vita cittadina.
Non c'è bisogno di un giudice per condannare o assolvere, ma di una garanzia per ricominciare, appunto. Non so se mi sono illuso, non lo credo. Forse non sono riuscito a farmi comprendere, giacchè leggo ricostruzioni in cui stento a riconoscermi. E temo non si riconoscano, quanti di voi nelle poche ma intense occasioni di incontro dei giorni scorsi, avete espresso la ferma volontà di porre un deciso altolà ai personalismi esasperati e agli scontri di fazione, così da contribuire a costruire dal basso e affermare un effettivo progetto di cambiamento, di pulizia morale, di sviluppo della città. per questo ero e resto disponibile: a incontrare altrettante disponibilità, con l'entusiasmo e la passione che chiunque ha visto entrare in campo. Tant'è che si è prontamente delineato un progetto condiviso da tanta parte della città. Dovremmo voler tutti continuare a confrontarci sui contenuti privilegiando l'interesse e l'immagine di una città coesa, orgogliosa del suo patrimonio storico, culturale, ambientale, e produttivo, proiettata verso il futuro. Ripeto, senza pregiudiziali, o peggio, imposizioni che inchioderebbero ciascuno a logiche di scontro logore e perdenti. A me non appartengono. E vorrei dire, con estrema chiarezza, che continueranno ad essermi estranee».
«Cari amici,
Ho intrapreso con voi una straordinaria esperienza di confronto ed impegno civile.
"Ricominciamo insieme" ci siamo detti. E' una missione con cui incontrare naturalmente chiunque abbia Barletta nel cuore. Personalmente ho sentito il dovere di mettermi al servizio di un progetto di rinnovamento della città delle mie radici. L'ho fatto in passato, nei diversi ruoli e funzioni che ho avuto la ventura di assolvere, nei confronti di chiunque fosse alla guida della città. Mi sono messo a disposizione anche questa volta, consapevole dell'azzardo - come mi è capitato di definirlo- rispetto agli avvenimenti che hanno provocato la fine anticipata di una esperienza amministrativa, ma con piena fiducia nella volontà di ripartire non dai torti individuali ma dalle ragioni che possono unire.
Se davvero questo si vuole, non si può non cercare il confronto tra chi voglia far valere gli interessi della collettività su quelli particolari. A viso aperto, chiedendo agli interlocutori altrettanta lealtà e apertura. Credo che questo metodo sia profondamente democratico, perchè fondato sulla partecipazione, sulla ricerca di soluzioni, sull'assunzione di responsaiblità, sui programmi, sulla converegenza in un'alleanza larga, che sappia mobilitare insieme le forze riformiste e le migliori energie della società civile. Non è qualcosa che possa essere "calato dall'alto", ma un bisogno che muove prepotentemente dal basso. Per questo continuo ad essere convinto che le "primarie delle idee per la città"- di fatto già aperte- possano essere condivise ed affermarsi con forza rispetto a ogni altro strumento, certo democratico, ma inevitabilmente teso a riprodurre lo scontro che, volenti o nolenti, ha mortificato la partecipazione popolare alla vita cittadina.
Non c'è bisogno di un giudice per condannare o assolvere, ma di una garanzia per ricominciare, appunto. Non so se mi sono illuso, non lo credo. Forse non sono riuscito a farmi comprendere, giacchè leggo ricostruzioni in cui stento a riconoscermi. E temo non si riconoscano, quanti di voi nelle poche ma intense occasioni di incontro dei giorni scorsi, avete espresso la ferma volontà di porre un deciso altolà ai personalismi esasperati e agli scontri di fazione, così da contribuire a costruire dal basso e affermare un effettivo progetto di cambiamento, di pulizia morale, di sviluppo della città. per questo ero e resto disponibile: a incontrare altrettante disponibilità, con l'entusiasmo e la passione che chiunque ha visto entrare in campo. Tant'è che si è prontamente delineato un progetto condiviso da tanta parte della città. Dovremmo voler tutti continuare a confrontarci sui contenuti privilegiando l'interesse e l'immagine di una città coesa, orgogliosa del suo patrimonio storico, culturale, ambientale, e produttivo, proiettata verso il futuro. Ripeto, senza pregiudiziali, o peggio, imposizioni che inchioderebbero ciascuno a logiche di scontro logore e perdenti. A me non appartengono. E vorrei dire, con estrema chiarezza, che continueranno ad essermi estranee».