Territorio
Legambiente: «Servono analisi sulla qualità del mare, oltre che sulla balneabilità»
Intervista a Giuseppe Cilli, presidente del circolo Legambiente di Barletta. In questi giorni “Goletta Verde” farà tappa a Barletta
Barletta - martedì 24 luglio 2012
Barlettalife continua a parlare di ambiente. Oggi lo facciamo con un'intervista a Giuseppe Cilli, presidente del circolo Legambiente di Barletta, per fare un punto della situazione ambientale nella nostra città: dal mare, all'aria, al ciclo dei rifiuti.
Alla luce del vostro intervento sulle analisi delle acque marine, che abbiamo riportato anche qui su Barlettalife, nei giorni scorsi, e alla luce delle recenti parole del procuratore Capristo, sulla necessità di rivedere le metodologie delle analisi attuate dall'Arpa, qual è quindi la vostra proposta sulle metodologie da attuare per i prelievi delle acque marine e sull'ampliamento delle tipologie dei parametri da tenere in considerazione?
«Ciò che è da rivedere sono le analisi che, prima di tutto, vanno fatte sulla costa, e non a cinquanta metri dalla costa. Invece, riguardo le metodologie delle analisi, che sono quelle richieste dalla legge, la quale chiede un'analisi mensile con soltanto i due valori dell'Eschierichia coli e degli Enterococchi intestinali, queste si basano soltanto sulla balneabilità, ma non sulla qualità dell'acqua. Noi infatti nel nostro comunicato abbiamo chiesto questo: che venga fatta, almeno ogni tanto, un'analisi per capire la qualità dell'acqua. Dire che non ci sono batteri, non è tanto difficile, perché in 48 ore scompaiono. Quindi, analizzare la qualità, per quanto riguarda sia la questione del depuratore che è stato di recente sequestrato, ma anche per capire i motivi per cui l'acqua cambia colore. Infatti abbiamo analizzato la situazione di Alghero, dove era cambiato il colore del mare, e subito si è imputato questo problema al depuratore cittadino. Inoltre, controllare anche i residui degli idrocarburi, visto che abbiamo un porto dove attraccano grandi navi merci, dove nel loro raffreddamento va sempre a capitare qualcosa, e abbiamo la spiaggia che è accanto al porto, sia a levante che a ponente. Per la balneabilità, è la legge nazionale che chiede le analisi almeno una volta al mese, ma andrebbero fatte almeno una volta ogni 15 giorni, soprattutto nel periodo estivo».
Quali sono per voi attualmente le criticità ambientali di Barletta?
«Possiamo partire subito dall'aria: la centralina del controllo dell'aria, presso la scuola San Domenico Savio, ogni fine settimana supera i limiti, anche se si trova in una posizione non strategica. L'Arpa infatti aveva chiesto di spostare la centralina, perché si trova in un luogo di traffico, invece andrebbe posizionata in un luogo per controllare la qualità dell'aria in generale. Però questo ci fa capire com'è la qualità dell'aria in quella zona. Serve quindi migliorare la mobilità sostenibile, visto che Barletta non è una città molto grande, e ci possiamo permettere di andare in bicicletta o a piedi. C'è poi il problema di due grosse industrie: la Timac e la Cementeria, dove ora c'è una nuova richiesta per bruciare più Cdr. Un altro problema è quello di ampliare gli spazi verdi, che a Barletta sono tanti, ma non utilizzati, come in via Tatò, dove ci sono lamentele da tanto tempo. C'è anche la zona 167, dove c'è un'aiuola di 50-60 m² circa, di fronte alla chiesa di S. Giovanni apostolo, che è stata presa in gestione dall'associazione "Mettiamo su bottega" di Trani. Bisogna ampliare gli spazi verdi, utilizzando la delibera del 1995, che permette ai cittadini, ai condomini, alle associazioni, di prendere in gestione un'aiuola, dedicando il tempo libero al verde, e permettendo al comune una spesa inferiore per la gestione del verde. Un'altra questione sono i rifiuti: il riciclaggio a Barletta si attesta sul 21%, mentre entro il 1° Gennaio scorso dovevamo arrivare al 65%. Rispetto all'anno scorso, fine al mese di Aprile, la percentuale è scesa. Questo è un grosso problema, sia a livello di tasse, perché dal 1° Gennaio pagheremo una Tarsu, che sarà al 100% nelle mani dei cittadini, e l'eco-tassa, messa dalla regione Puglia, perché non arriviamo almeno al 30% di differenziata per avere un piccolo sconto. Pagheremo 25 euro in più di multa a tonnellate di rifiuti che mettiamo nelle discariche. Se invece fossimo arrivati al 65% di differenziata, avremmo pagato 2,65 euro a tonnellata. Secondo noi, la riduzione dei rifiuti è più veloce con la raccolta differenziata remunerata, come si sta facendo con grande successo al quartiere Japigia di Bari. Cioè, i cittadini portano il materiale riciclabile, e il comune o dà in cambio una piccola somma o direttamente una riduzione della Tarsu. Quindi i problemi principali sono questi: il riciclaggio, da aumentare il prima possibile, perché porta sia lavoro e anche meno tasse da pagare; la qualità dell'aria; la mobilità sostenibile, con piste ciclabili che oggi sono come inesistenti».
Nei prossimi giorni intervisteremo il dirigente del settore Ambiente ing. Mastrorillo. Ci sono delle domande che vorreste porgli?
«Il settore Ambiente aveva fatto richiesta, nei mesi scorsi, alla regione Puglia, di € 700.000 per avviare la raccolta porta a porta. Questi soldi ad oggi non si sa se il comune li riceverà o meno. Noi crediamo di no. Ma, prima del 1° Gennaio, c'è un modo più veloce per arrivare al 65% di raccolta differenziata, nel caso la regione non ci dia questi finanziamenti? Un'altra domanda è: perché non vengono fatte le analisi sulla qualità delle acque marine? Perché ad oggi le analisi si basano solo sui valori minimi richiesti per la balneabilità, come prevede la legge nazionale. Allora perché noi non ci spostiamo oltre la legge nazionale, per capire se ci sono dei problemi di medio e lungo termine? Perché le analisi che vengono fatte attualmente guardano al breve termine: i batteri durano soltanto 48 ore nell'acqua. Come mai sono morte quattro tartarughe in un mese, cosa che di solito a Barletta non si è mai vista, tutte e quattro poi lungo la Litoranea di Ponente? Fino ad oggi non si è saputo ancora niente sulla loro morte. Ne sono state ritrovate altre due a Margherita. Si vuole quindi capire se siano morte naturalmente o per altri fattori. Terza domanda: il comune cosa chiederà alla Cementeria, in cambio dell'aumento del Cdr da bruciare? Quarta: l'amministrazione come intende migliorare la qualità dell'aria?»
Riguardo le metodologie di prelievo delle acque marine, possiamo fare un parallelismo con l'azione di "Goletta Verde"?
«A Barletta in questi giorni verrà "Goletta Verde" a fare le analisi delle acque, e noi abbiamo chiesto di farle in corrispondenza della zona dove vi è lo scarico della fogna cittadina. Loro faranno le analisi sulla costa, e ciò farà forse già capire la differenza. "Goletta Verde" poi il 29 e il 30 Luglio sarà a Trani, dove ci sarà un incontro sul tema degli idrocarburi, che era già stato deciso, perché altrimenti si sarebbe parlato del fatto che in tre città confinanti come Margherita, Barletta e Trani, sono stati sequestrati i depuratori. Il lavoro che fa "Goletta Verde" è un lavoro scientifico, quindi si potrà capire se questi dati sono reali o in parte cambiati, come si è visto nel caso di Trani, dove le analisi erano tutte buone, ma le persone hanno avuto problemi dermatologici. Usano gli stessi parametri, perché è la legge che chiede almeno questo, quindi c'è da cambiare la legge nazionale. Poi, è volontà dell'amministrazione, cercare qualcosa in più nelle acque».
Quali sono le iniziative che avete in programma?
«Il 31 Luglio faremo una conferenza, nella sala rossa del Castello, alle 18: parleremo della gestione sostenibile dei rifiuti a Barletta. Qui a Barletta, il rifiuto che un cittadino butta nel cestino, non va a finire nel riciclaggio, ma va all'incenerimento nella Cementeria, per la quale, la quantità nuova di 65.000 tonnellate che brucerà, equivale a 150.000 abitanti, e quindi oltre Barletta ci sarà qualche altra città. Stiamo poi organizzando, per la settimana della mobilità sostenibile, il 22 Settembre, una biciclettata. Il 29 e il 30 Settembre c'è "Puliamo il mondo": stiamo pensando di ripulire la zona dell'Ofanto o di Ariscianne, e di collaborare con le scuole. Siamo nati da due mesi, ma mi sembra che stiamo facendo un bel po' di iniziative».
Alla luce del vostro intervento sulle analisi delle acque marine, che abbiamo riportato anche qui su Barlettalife, nei giorni scorsi, e alla luce delle recenti parole del procuratore Capristo, sulla necessità di rivedere le metodologie delle analisi attuate dall'Arpa, qual è quindi la vostra proposta sulle metodologie da attuare per i prelievi delle acque marine e sull'ampliamento delle tipologie dei parametri da tenere in considerazione?
«Ciò che è da rivedere sono le analisi che, prima di tutto, vanno fatte sulla costa, e non a cinquanta metri dalla costa. Invece, riguardo le metodologie delle analisi, che sono quelle richieste dalla legge, la quale chiede un'analisi mensile con soltanto i due valori dell'Eschierichia coli e degli Enterococchi intestinali, queste si basano soltanto sulla balneabilità, ma non sulla qualità dell'acqua. Noi infatti nel nostro comunicato abbiamo chiesto questo: che venga fatta, almeno ogni tanto, un'analisi per capire la qualità dell'acqua. Dire che non ci sono batteri, non è tanto difficile, perché in 48 ore scompaiono. Quindi, analizzare la qualità, per quanto riguarda sia la questione del depuratore che è stato di recente sequestrato, ma anche per capire i motivi per cui l'acqua cambia colore. Infatti abbiamo analizzato la situazione di Alghero, dove era cambiato il colore del mare, e subito si è imputato questo problema al depuratore cittadino. Inoltre, controllare anche i residui degli idrocarburi, visto che abbiamo un porto dove attraccano grandi navi merci, dove nel loro raffreddamento va sempre a capitare qualcosa, e abbiamo la spiaggia che è accanto al porto, sia a levante che a ponente. Per la balneabilità, è la legge nazionale che chiede le analisi almeno una volta al mese, ma andrebbero fatte almeno una volta ogni 15 giorni, soprattutto nel periodo estivo».
Quali sono per voi attualmente le criticità ambientali di Barletta?
«Possiamo partire subito dall'aria: la centralina del controllo dell'aria, presso la scuola San Domenico Savio, ogni fine settimana supera i limiti, anche se si trova in una posizione non strategica. L'Arpa infatti aveva chiesto di spostare la centralina, perché si trova in un luogo di traffico, invece andrebbe posizionata in un luogo per controllare la qualità dell'aria in generale. Però questo ci fa capire com'è la qualità dell'aria in quella zona. Serve quindi migliorare la mobilità sostenibile, visto che Barletta non è una città molto grande, e ci possiamo permettere di andare in bicicletta o a piedi. C'è poi il problema di due grosse industrie: la Timac e la Cementeria, dove ora c'è una nuova richiesta per bruciare più Cdr. Un altro problema è quello di ampliare gli spazi verdi, che a Barletta sono tanti, ma non utilizzati, come in via Tatò, dove ci sono lamentele da tanto tempo. C'è anche la zona 167, dove c'è un'aiuola di 50-60 m² circa, di fronte alla chiesa di S. Giovanni apostolo, che è stata presa in gestione dall'associazione "Mettiamo su bottega" di Trani. Bisogna ampliare gli spazi verdi, utilizzando la delibera del 1995, che permette ai cittadini, ai condomini, alle associazioni, di prendere in gestione un'aiuola, dedicando il tempo libero al verde, e permettendo al comune una spesa inferiore per la gestione del verde. Un'altra questione sono i rifiuti: il riciclaggio a Barletta si attesta sul 21%, mentre entro il 1° Gennaio scorso dovevamo arrivare al 65%. Rispetto all'anno scorso, fine al mese di Aprile, la percentuale è scesa. Questo è un grosso problema, sia a livello di tasse, perché dal 1° Gennaio pagheremo una Tarsu, che sarà al 100% nelle mani dei cittadini, e l'eco-tassa, messa dalla regione Puglia, perché non arriviamo almeno al 30% di differenziata per avere un piccolo sconto. Pagheremo 25 euro in più di multa a tonnellate di rifiuti che mettiamo nelle discariche. Se invece fossimo arrivati al 65% di differenziata, avremmo pagato 2,65 euro a tonnellata. Secondo noi, la riduzione dei rifiuti è più veloce con la raccolta differenziata remunerata, come si sta facendo con grande successo al quartiere Japigia di Bari. Cioè, i cittadini portano il materiale riciclabile, e il comune o dà in cambio una piccola somma o direttamente una riduzione della Tarsu. Quindi i problemi principali sono questi: il riciclaggio, da aumentare il prima possibile, perché porta sia lavoro e anche meno tasse da pagare; la qualità dell'aria; la mobilità sostenibile, con piste ciclabili che oggi sono come inesistenti».
Nei prossimi giorni intervisteremo il dirigente del settore Ambiente ing. Mastrorillo. Ci sono delle domande che vorreste porgli?
«Il settore Ambiente aveva fatto richiesta, nei mesi scorsi, alla regione Puglia, di € 700.000 per avviare la raccolta porta a porta. Questi soldi ad oggi non si sa se il comune li riceverà o meno. Noi crediamo di no. Ma, prima del 1° Gennaio, c'è un modo più veloce per arrivare al 65% di raccolta differenziata, nel caso la regione non ci dia questi finanziamenti? Un'altra domanda è: perché non vengono fatte le analisi sulla qualità delle acque marine? Perché ad oggi le analisi si basano solo sui valori minimi richiesti per la balneabilità, come prevede la legge nazionale. Allora perché noi non ci spostiamo oltre la legge nazionale, per capire se ci sono dei problemi di medio e lungo termine? Perché le analisi che vengono fatte attualmente guardano al breve termine: i batteri durano soltanto 48 ore nell'acqua. Come mai sono morte quattro tartarughe in un mese, cosa che di solito a Barletta non si è mai vista, tutte e quattro poi lungo la Litoranea di Ponente? Fino ad oggi non si è saputo ancora niente sulla loro morte. Ne sono state ritrovate altre due a Margherita. Si vuole quindi capire se siano morte naturalmente o per altri fattori. Terza domanda: il comune cosa chiederà alla Cementeria, in cambio dell'aumento del Cdr da bruciare? Quarta: l'amministrazione come intende migliorare la qualità dell'aria?»
Riguardo le metodologie di prelievo delle acque marine, possiamo fare un parallelismo con l'azione di "Goletta Verde"?
«A Barletta in questi giorni verrà "Goletta Verde" a fare le analisi delle acque, e noi abbiamo chiesto di farle in corrispondenza della zona dove vi è lo scarico della fogna cittadina. Loro faranno le analisi sulla costa, e ciò farà forse già capire la differenza. "Goletta Verde" poi il 29 e il 30 Luglio sarà a Trani, dove ci sarà un incontro sul tema degli idrocarburi, che era già stato deciso, perché altrimenti si sarebbe parlato del fatto che in tre città confinanti come Margherita, Barletta e Trani, sono stati sequestrati i depuratori. Il lavoro che fa "Goletta Verde" è un lavoro scientifico, quindi si potrà capire se questi dati sono reali o in parte cambiati, come si è visto nel caso di Trani, dove le analisi erano tutte buone, ma le persone hanno avuto problemi dermatologici. Usano gli stessi parametri, perché è la legge che chiede almeno questo, quindi c'è da cambiare la legge nazionale. Poi, è volontà dell'amministrazione, cercare qualcosa in più nelle acque».
Quali sono le iniziative che avete in programma?
«Il 31 Luglio faremo una conferenza, nella sala rossa del Castello, alle 18: parleremo della gestione sostenibile dei rifiuti a Barletta. Qui a Barletta, il rifiuto che un cittadino butta nel cestino, non va a finire nel riciclaggio, ma va all'incenerimento nella Cementeria, per la quale, la quantità nuova di 65.000 tonnellate che brucerà, equivale a 150.000 abitanti, e quindi oltre Barletta ci sarà qualche altra città. Stiamo poi organizzando, per la settimana della mobilità sostenibile, il 22 Settembre, una biciclettata. Il 29 e il 30 Settembre c'è "Puliamo il mondo": stiamo pensando di ripulire la zona dell'Ofanto o di Ariscianne, e di collaborare con le scuole. Siamo nati da due mesi, ma mi sembra che stiamo facendo un bel po' di iniziative».