Pompeo Camero
Pompeo Camero
Politica

La vendetta trasversale di Ventola e del PdL

Interviene l'ex Assessore Pompeo Camero. «Prevale una politica pregna di giochi di potere, di vendette trasversali»

Interviene l'ex Assessore provinciale al Lavoro, Pubblica Istruzione, Pompeo Camero, "silurato" qualche giorno fa dal Presidente Francesco Ventola, per motivazioni, a suo dire, politiche. Infatti, l'ormai ex Assessore aveva appoggiato il sindaco di Bisceglie, Spina, nel passaggio al Centro di Monti. Dunque un basso regolamento di conti nel centrodestra emerge da questo scritto.

«L'incarico di Assessore Provinciale alle Politiche attive del lavoro, alle politiche scolastiche e della pubblica istruzione, alla formazione professionale, ai rapporti con le Associazioni provinciali, revocatomi dal Presidente Ventola con decreto del 1° marzo scorso, merita sicuramente qualche commento, non certo per interferire in prerogative ed attribuzioni di esclusiva competenza del Presidente, né per sollevare dubbi di legittimità o prospettare ricorsi dinanzi al Giudice Amministrativo – nonostante il provvedimento "ictu oculi" appaia palesemente inficiato da vizi – ma per rispetto verso i cittadini della BAT che, sin dai prossimi giorni, potrebbero veder affievolirsi le proprie aspettative, soprattutto in materia di occupazione e formazione, finora garantite da un impegno assessorile pronto a cogliere ogni opportunità per dare ai giovani disoccupati ed inoccupati, ai lavoratori in cassa integrazione ed in mobilità, alle donne vessate nel placement, alle aziende in difficoltà, gli strumenti, le possibili soluzioni, le direttive, il sostegno, la disponibilità all'ascolto che, in più occasioni, si sono rivelati di una utilità finora sconosciuta all'universo locale che interagisce con le politiche del lavoro, prova ne siano i dati dell'Osservatorio Regionale del Lavoro.

Spero che la mia affermazione non appaia pretenziosa anche perché parlano per me i fatti: il riordino dei Centri per l'Impiego, i fondi europei statali e regionali interamente utilizzati, le migliaia di ore di corsi di formazione erogate, che hanno consentito a lavoratori finiti ai margini del processo produttivo il reinserimento nel mondo del lavoro, l'attenzione dedicata alla rete scolastica oggi più ampia e meglio articolata, agli studenti ed al corpo docente delle scuole superiori, i risultati raggiunti per ridurre il pendolarismo che rappresenta aggravio di costi per le famiglie, per garantire funzionalità alle strutture scolastiche provinciali.

Ha prevalso, invece, la logica – incomprensibile ed insopportabile per gli elettori – di una politica pregna di giochi di potere, di vendette trasversali, una politica che, ancora una volta, alla meritocrazia antepone calcoli elettoralistici di convenienza, che appartengono ad un modo di concepire il "servizio" verso la collettività contraddittorio perché egoista, ormai smascherato e rifiutato dalla gente alla quale, con questi comportamenti, si offrono ulteriori ragioni per gridare "dovete andare a casa!"

E' bene che i lettori vengano a conoscenza del "politichese" utilizzato dal Presidente Ventola per silurarmi, riportato testualmente nel riferito decreto: "Preso atto del venir meno del rapporto di fiducia per non aver riscontrato, nel Settore ad egli delegato, un coerente impulso nell'impartire direttive politiche; (preso atto) della necessità di dare maggiore vigore all'attuazione del programma politico amministrativo ai fini del raggiungimento degli obiettivi prefissati".

Queste le "motivazioni" addotte all'urgente provvedimento presidenziale "per evitare il protrarsi nel tempo di tale situazione". Sarebbe stato molto più semplice scrivere: colpevole di essere vicino alla posizione politica assunta a Bisceglie, a livello "comunale!" dal sindaco Spina. Ma si sa, la schiettezza non appartiene al linguaggio burocratico ne tantomeno a quello della politica, né per mantenere una carica, assolta con impegno e competenza riconosciuti pubblicamente ed a più riprese anche dallo stesso Ventola, ha valore la profonda esperienza personale professionale trasfusa a piene mani nel mandato assessorile.

Rimane, questa si!, l'amarezza per il modo con cui si è interrotto il rapporto di fiducia, per la scorrettezza verso la mia persona (basti pensare che gli Organi di stampa ne sono stati informati quattro giorni prima dell'interessato), per l'irrilevanza della costante lealtà personale verso la coalizione e verso il programma, per la sottile denigrazione degli Uffici, sempre considerati punta di diamante di una provincia che per molti aspetti si appalesava sofferente ed asfittica.

Infine, grottesca – conclude Camero - è la constatazione di essere stato indicato, a suo tempo, al ruolo di Assessore col sostegno di quattro componenti della maggioranza e di esserne stato esonerato nonostante ci siano tuttora quattro componenti in Consiglio Provinciale, espressione della medesima maggioranza. Esco di scena a testa alta, consapevole di aver dato molto alla collettività del territorio provinciale, curioso anche di conoscere, da spettatore esterno, con quali modalità la Provincia darà "maggiore vigore all'attuazione del programma" e di verificare quali e quanti migliori obiettivi saranno raggiunti nel Settore. Sinora ho constatato che anziché sconfessare la mia ultima iniziativa consistente nella messa a punto con Italia Lavoro, di un piano finalizzato alla lotta al lavoro sommerso ed all'inserimento lavorativo di immigrati, denominato RE.LA.R., ho notato che in conferenza stampa se ne sono attribuiti i meriti».
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