Gesù e il cieco
Gesù e il cieco
Religioni

La storia di salvezza come intreccio tra la rivelazione di Dio e l'esistenza dell'uomo

Le parole di don Vito Carpentiere per il vangelo odierno

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Tra tutte le feste cristiane quella odierna è la più strana perché mentre di solito celebriamo un evento della storia della salvezza, ossia del modo in cui il Signore si manifesta per la salvezza dell'uomo, quest'oggi fissiamo la nostra attenzione su quel che Dio è in sé, Trinità d'amore, anche se lo facciamo seguendo il suo modo di manifestarsi al mondo e soprattutto all'uomo. Dio entra nella storia del mondo, dopo averlo creato, rivelando se stesso nella storia del popolo d'Israele, che è preludio e anticipazione del nuovo Israele, che è la Chiesa. Dio crea, parla, sceglie, ascolta, libera, conduce, per far comprendere il suo amore per l'umanità. Come l'uomo entra nel mistero di Dio? Attraverso la preghiera. Sotto l'azione dello Spirito possiamo chiamare Dio col nome di Padre, attraverso Gesù Cristo, che ha realizzato nel suo mistero pasquale il nostro essere figli di Dio e coeredi con lui.

Il Vangelo di oggi ci presenta il Risorto che invia i discepoli a narrare, a insegnare ciò che Egli stesso ci ha insegnato. Come? Battezzando! Non con la ripetizione del semplice rito, ma letteralmente "immergendo" gli uomini nella relazione col Padre, per mezzo suo, nello Spirito. E qui si rivela il senso è la missione della Chiesa: far conoscere la vita divina e immergere gli uomini in essa. Gli altri compiti e funzioni della Chiesa vengono assolutamente dopo! Quale Chiesa? Non una società perfetta ma una comunità incompleta (undici discepoli), che conosce l'infedeltà, il tradimento, la fuga. Una chiesa che si prostra e allo stesso tempo dubita perché i suoi membri non potranno mai presupporre la fede ma sempre proporla, coltivandola essi stessi per primi. Ma Gesù si affida a questa chiesa! E accompagna i suoi passi, ossia il nostro andare, verso tutti gli uomini, per insegnare tutto quanto egli ci ha lasciato, assicurando la sua presenza tutti i giorni! San Paolo a questo punto direbbe che "portiamo questo tesoro in vasi di creta, (le nostre povere vite), perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi".

Viviamo allora questa domenica con la gioia che Lui continua a fidarsi di noi e ad affidarsi alle nostre parole, gesti, piedi, mani, amore e testimonianza! Compito arduo ma proprio per questo affascinante!

Buona domenica a tutti.

[don Vito]
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