La città
«La sicurezza dei cittadini è una priorità», intervista al dirigente di Polizia Luciano Di Prisco
Nell’ultimo periodo denunciati molti furti d’auto e piccole rapine
Barletta - martedì 24 marzo 2015
Sicurezza è una parola forte, indispensabile, è un diritto ma anche un mestiere. Il mestiere di chi ogni giorno lavora per garantire la migliore vivibilità della nostra città. Tantissimi sono i lettori di BarlettaViva che si rivolgono a noi per denunciare episodi criminali e truffe, oppure semplicemente per sollecitare maggiore sicurezza soprattutto nelle nuove zone della città. Tutte queste richieste le abbiamo riportate al dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Barletta, Luciano Di Prisco, che ha risposto alla nostra intervista evidenziando lo stato di salute della sicurezza in città. Nato a Napoli nel 1965, dopo una corposa carriera in cui ha ricoperto incarichi di responsabilità nella Polizia di Stato, in tante città della Puglia (Bari, Andria, Canosa di Puglia, Corato, Cerignola), si è insediato al Commissariato di Barletta nel ruolo di dirigente nel gennaio 2014.
Al momento della sua nomina e del suo arrivo a Barletta, che tipo di città ha trovato? Quali bisogni e quali emergenze avete incontrato?
«Barletta si è mostrata indubbiamente come una città che è stata ricca e che ha attraversato con sofferenza i problemi legati alla crisi del momento. Non ci sono problemi di criminalità da allarme rosso, anche se non si deve mai calare la soglia dell'attenzione. Gli episodi criminosi più frequenti riguardano furti d'auto, nella stragrande maggioranza dovuti alle peripezie degli andriesi, riconoscibili dalle vie di fughe che vengono percorse; poi furti in appartamenti e tanta droga. In generale, nell'ultimo periodo stiamo registrando un incremento dei furti d'auto e delle piccole rapine, anche da poche decine di euro, soprattutto nella zona di via Firenze, via Carducci, piazza Divittorio, tutte ad opera di giovani barlettani. Perciò stiamo eseguendo un attento monitoraggio della zona. Utilizzeremo i filmati ripresi in zona: importante è sicuramente promuovere la videosorveglianza, che rappresenta un ottimo strumento di prevenzione e successivamente per coadiuvare le indagini».
Possiamo dire che il pregiudizio che "è sempre colpa degli stranieri" sia da scongiurare?
«Direi che bisogna scongiurare questo rischio. I criminali locali non si fanno mancare nulla, mentre tra extracomunitari si verificano più spesso risse e accoltellamenti, soprattutto in stato di ebbrezza alcolica. Per gli stranieri si registra sicuramente un numero inferiore di reati quindi sì, scongiuriamo questa preoccupazione».
Quali sono state le operazioni più importanti e più emblematiche dell'ultimo periodo?
«Ci sono state alcune operazione che hanno permesso alla cittadinanza barlettana di acquisire maggiore fiducia nelle forze dell'ordine. Tra le operazioni più significative ricordiamo: l'arresto dei due ladri d'appartamento in trasferta, con quelle fasi concitate nell'inseguimento nel pieno della domenica mattina, con il clamoroso impatto sul marciapiede; l'arresto dei tre rapinatori della gioielleria in corso Vittorio Emanuele; l'arresto dei tre rapinatori cerignolani della banca in via Roma, dopo poche ore; il tentato omicidio nei giardinetti di via Buonarroti a ottobre scorso e infine, l'arresto dei due presunti autori del tentato omicidio del consigliere comunale Pasquale Ventura».
Qual è lo stato di salute delle periferie, a livello di microcriminalità e di sicurezza per le persone?
«Il nostro Commissariato insiste in periferia, in zona Patalini. E' una zona che tra qualche anno sarà sicuramente ancora più bella: è già bellissima ma mancano tante opere di urbanizzazione, come l'illuminazione pubblica, che è la più importante dal punto di vista della sicurezza. La zona in cui registriamo il maggior numero di furti è, non a caso, via Romanelli, che tra l'altro dista poco più di 250 metri dal Commissariato. I cittadini quasi vorrebbero un presidio delle forze dell'ordine apposito in via Romanelli. Perché rubano in via Romanelli? Perché è completamente buia».
Una questione molto importante e molto attuale è quella della navigazione sicura su internet e degli abusi sui social network: avete ricevuto segnalazioni di questo tenore? Inoltre, indubbiamente l'uso di internet ha cambiato totalmente la nostra quotidianità: in che modo sta condizionando il vostro lavoro?
«Nel nostro territorio abbiamo già registrato denunce per abusi su internet, ma non possiamo dire che gli stessi vengano consumati nel territorio: a volte la matrice è esterna, i server sono all'estero. Possiamo in ogni caso avvalerci della competenza e della professionalità degli specialisti della Polizia Postale, che ormai ci invidiano in molti. I social network sono come una medaglia con due facce: da un lato sono difficili da intercettare, ma dall'altro lasciano tracce indelebili. Adesso le indagini presuppongono necessariamente anche il monitoraggio di questi nuovi strumenti, accanto alle tradizionali indagini tecniche».
E' forte la polemica che riguarda la richiesta di ampliamento del personale delle forze dell'ordine e la rivendicazione all'assunzione di coloro che sono risultati idonei ai concorsi negli anni scorsi. Chiaramente è un problema nazionale e non solo locale, ma quale può essere una soluzione?
«Sicuramente è un problema generale, che non si risolverà con l'assunzione di nuove unità. E' allo studio una proposta legislativa per modificare e unificare i vari corpi delle forze dell'ordine: sicuramente si prospetta una riorganizzazione nazionale del comparto sicurezza, che ha come obiettivo l'eliminazione delle duplicazioni e degli sprechi».
BarlettaViva sta dedicando ampio spazio alle segnalazioni di truffe e raggiri, soprattutto ai danni degli anziani che vivono soli. Cosa potrebbe consigliare per prevenire questo problema così diffuso? Soprattutto ai tanti che ancora preferiscono non denunciare alle forze dell'ordine.
«Il dato delle persone che non denunciano purtroppo non è facilmente rilevabile: noi possiamo analizzare ciò che viene denunciato. Abbiamo registrato comunque casi di truffe a opera di gente dall'aspetto distinto, con la cravatta, che con maniere gentili avvicina i malcapitati. Qui a Barletta ci sono state denunce, e le indagini hanno portato su una pista di responsabili di provenienza napoletana e casertana. In conclusione, spero che la gente denunci sempre, perché solo così ci mette in condizione di conoscere meglio il fenomeno e di prendere le adeguate contromisure».
Al momento della sua nomina e del suo arrivo a Barletta, che tipo di città ha trovato? Quali bisogni e quali emergenze avete incontrato?
«Barletta si è mostrata indubbiamente come una città che è stata ricca e che ha attraversato con sofferenza i problemi legati alla crisi del momento. Non ci sono problemi di criminalità da allarme rosso, anche se non si deve mai calare la soglia dell'attenzione. Gli episodi criminosi più frequenti riguardano furti d'auto, nella stragrande maggioranza dovuti alle peripezie degli andriesi, riconoscibili dalle vie di fughe che vengono percorse; poi furti in appartamenti e tanta droga. In generale, nell'ultimo periodo stiamo registrando un incremento dei furti d'auto e delle piccole rapine, anche da poche decine di euro, soprattutto nella zona di via Firenze, via Carducci, piazza Divittorio, tutte ad opera di giovani barlettani. Perciò stiamo eseguendo un attento monitoraggio della zona. Utilizzeremo i filmati ripresi in zona: importante è sicuramente promuovere la videosorveglianza, che rappresenta un ottimo strumento di prevenzione e successivamente per coadiuvare le indagini».
Possiamo dire che il pregiudizio che "è sempre colpa degli stranieri" sia da scongiurare?
«Direi che bisogna scongiurare questo rischio. I criminali locali non si fanno mancare nulla, mentre tra extracomunitari si verificano più spesso risse e accoltellamenti, soprattutto in stato di ebbrezza alcolica. Per gli stranieri si registra sicuramente un numero inferiore di reati quindi sì, scongiuriamo questa preoccupazione».
Quali sono state le operazioni più importanti e più emblematiche dell'ultimo periodo?
«Ci sono state alcune operazione che hanno permesso alla cittadinanza barlettana di acquisire maggiore fiducia nelle forze dell'ordine. Tra le operazioni più significative ricordiamo: l'arresto dei due ladri d'appartamento in trasferta, con quelle fasi concitate nell'inseguimento nel pieno della domenica mattina, con il clamoroso impatto sul marciapiede; l'arresto dei tre rapinatori della gioielleria in corso Vittorio Emanuele; l'arresto dei tre rapinatori cerignolani della banca in via Roma, dopo poche ore; il tentato omicidio nei giardinetti di via Buonarroti a ottobre scorso e infine, l'arresto dei due presunti autori del tentato omicidio del consigliere comunale Pasquale Ventura».
Qual è lo stato di salute delle periferie, a livello di microcriminalità e di sicurezza per le persone?
«Il nostro Commissariato insiste in periferia, in zona Patalini. E' una zona che tra qualche anno sarà sicuramente ancora più bella: è già bellissima ma mancano tante opere di urbanizzazione, come l'illuminazione pubblica, che è la più importante dal punto di vista della sicurezza. La zona in cui registriamo il maggior numero di furti è, non a caso, via Romanelli, che tra l'altro dista poco più di 250 metri dal Commissariato. I cittadini quasi vorrebbero un presidio delle forze dell'ordine apposito in via Romanelli. Perché rubano in via Romanelli? Perché è completamente buia».
Una questione molto importante e molto attuale è quella della navigazione sicura su internet e degli abusi sui social network: avete ricevuto segnalazioni di questo tenore? Inoltre, indubbiamente l'uso di internet ha cambiato totalmente la nostra quotidianità: in che modo sta condizionando il vostro lavoro?
«Nel nostro territorio abbiamo già registrato denunce per abusi su internet, ma non possiamo dire che gli stessi vengano consumati nel territorio: a volte la matrice è esterna, i server sono all'estero. Possiamo in ogni caso avvalerci della competenza e della professionalità degli specialisti della Polizia Postale, che ormai ci invidiano in molti. I social network sono come una medaglia con due facce: da un lato sono difficili da intercettare, ma dall'altro lasciano tracce indelebili. Adesso le indagini presuppongono necessariamente anche il monitoraggio di questi nuovi strumenti, accanto alle tradizionali indagini tecniche».
E' forte la polemica che riguarda la richiesta di ampliamento del personale delle forze dell'ordine e la rivendicazione all'assunzione di coloro che sono risultati idonei ai concorsi negli anni scorsi. Chiaramente è un problema nazionale e non solo locale, ma quale può essere una soluzione?
«Sicuramente è un problema generale, che non si risolverà con l'assunzione di nuove unità. E' allo studio una proposta legislativa per modificare e unificare i vari corpi delle forze dell'ordine: sicuramente si prospetta una riorganizzazione nazionale del comparto sicurezza, che ha come obiettivo l'eliminazione delle duplicazioni e degli sprechi».
BarlettaViva sta dedicando ampio spazio alle segnalazioni di truffe e raggiri, soprattutto ai danni degli anziani che vivono soli. Cosa potrebbe consigliare per prevenire questo problema così diffuso? Soprattutto ai tanti che ancora preferiscono non denunciare alle forze dell'ordine.
«Il dato delle persone che non denunciano purtroppo non è facilmente rilevabile: noi possiamo analizzare ciò che viene denunciato. Abbiamo registrato comunque casi di truffe a opera di gente dall'aspetto distinto, con la cravatta, che con maniere gentili avvicina i malcapitati. Qui a Barletta ci sono state denunce, e le indagini hanno portato su una pista di responsabili di provenienza napoletana e casertana. In conclusione, spero che la gente denunci sempre, perché solo così ci mette in condizione di conoscere meglio il fenomeno e di prendere le adeguate contromisure».